Oggi a Biella si è toccato il fondo: i dirigenti convocano decine e decine di docenti precari per la stipula della supplenza annuale sui posti vacanti ma, a metà mattina, arriva la ‘doccia fredda’. Tutti a casa, per non meglio precisati “motivi tecnici”. È inutile scrivere il disappunto e l’amarezza dei docenti che gli altri anni avevano sottoscritto il contratto prima dell’inizio delle lezioni, al massimo qualche giorno dopo; e pensare che Biella, assieme a Vercelli e poche altre doveva essere una delle province più fortunate. A Torino non vi è traccia delle convocazioni e le nomine si svolgeranno a fine mese, se non a inizio novembre; non va meglio a Napoli dove, solo stamani, sono uscite le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni della primaria; a Roma si procede a singhiozzo; a Cagliari le nomine annuali sono state spostate. Intanto, gli alunni e le famiglie continuano ad assistere agli anti-didattici “balletti” dei docenti e attendono invano l’arrivo di coloro che rimarranno sino al termine delle lezioni. Tali docenti continuano, quasi dappertutto, le attività a orario ridotto: si rinnova quotidianamente, così, il triste rito delle ‘classi smembrate’ con gli alunni smistati a piccoli gruppi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): occorre individuare, ad oggi, ancora quasi tutti i 100mila precari annuali, di cui 40mila di sostegno, con un alunno disabile su tre senza insegnante specializzato e tanti casi di alunni lasciati soli; una bella fetta di docenti “potenziatori” si sono rivelati diversi da quelli chiesti dai collegi dei docenti e, quindi, inutilizzabili, fungendo in alta percentuale da “tappabuchi”. Il tutto viene gestito da dirigenti scolastici oberati di lavoro: uno su tre è costretto a gestire più di un Istituto, con punte di 21 sedi; i vicari non possono avere più l’esonero e in mancanza di un collega del potenziamento della medesima disciplina devono inventarsi un éscamotage. Le graduatorie d’Istituto per le convocazioni sono prive di candidati e si ricorre alla messa a disposizione per le supplenze; ai docenti abilitati Pas, Tfa, Sfp e all’estero dopo il 2011 viene impedito, invece, di spostarsi di provincia salvo, poi, puntare sull’inserimento nelle GaE grazie alle sentenze favorevoli in tribunale. È sempre più chiaro che la riforma sia un vero flop.