E a questo si aggiunge il fatto che a causa dei tagli delle ex Province, anche quest’anno, sono venute a mancare le garanzie per il trasporto e l’assistenza in classe. Il sindacato Anief: "Manca all’appello un professore specializzato su tre".
E a questo si aggiunge il fatto che a causa dei tagli delle ex Province, anche quest’anno, sono venute a mancare le garanzie per il trasporto e l’assistenza in classe. Il sindacato Anief: "Manca all’appello un professore specializzato su tre".
Non era mai accaduto che, a ottobre inoltrato, decine di migliaia di docenti di ruolo dovessero ancora essere utilizzati e assegnati agli istituti. Vi sono poi 100mila precari, di cui 40mila di Sostegno, in attesa della nomina annuale e una bella fetta di insegnanti “potenziatori”, inviati dagli uffici scolastici, rivelatisi diversi da quelli chiesti delle scuole e, quindi, inutilizzabili. Le lezioni, così, si svolgono a singhiozzo, le classi continuano ad essere smembrate perché manca il prof e un alunno disabile su tre rimane ancora senza insegnante specializzato o è in procinto di cambiarlo.
Ne è una conferma anche lo sfogo di un capo d’istituto di Settimo Torinese che denuncia, presso il suo Istituto, “la mancanza di più cattedre dalla Biologia all’Economia aziendale, sino all’Italiano e al Francese: prima c’erano i tagli e non si poteva assumere. Quest’anno, lo Stato paga ma mancano gli insegnanti: l’organico di fatto, pertanto, non c’è poiché si dispone di insegnanti di classi di concorso non utili. Abbiamo già previsto dei supplenti, ma non sappiamo se rimarranno. Dei 6 insegnanti di sostegno che mancano ho preferito non nominare. Non posso permettere che ragazzi con problemi si ritrovino a cambiare insegnante ogni mese. Non si capisce bene come abbia funzionato quest’algoritmo. Non tenendo conto in primis il diritto degli alunni”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il Miur è vittima dei suoi errori: come quello di impedire per anni il passaggio degli abilitati Pas, Tfa, Sfp e all’estero dopo il 2011 nelle graduatorie ad esaurimento, salvo doversi piegare proprio in questi giorni alle ordinanze emesse dal Tar del Lazio, secondo cui andavano messi a ‘pettine’. Anche questo determinerà rallentamenti nelle operazioni. Vi sono, poi, i docenti trasferiti su ambiti sbagliati, la cui richiesta di conciliazione è andata a buon fine ma che ancora rimangono nel limbo, ‘appoggiati’ su sedi provvisorie senza classi assegnate. Nel frattempo, nelle scuole stanno arrivando anche i primi docenti che hanno fatto ricorso al giudice del lavoro, che ha deciso per il ritorno d’ufficio sulla provincia di appartenenza, per via degli errori dell’algoritmo impazzito del Miur contro il quale, anche noi, abbiamo fatto ricorso.
Con un intervento di Marco Campione, capo segreteria del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, per la prima volta si intravede nell’Esecutivo un’apertura alla stabilizzazione di oltre 80mila docenti abilitati al momento privi di prospettive: secondo Campione l’attuale “Governo ha deciso di mettere un punto. Ora che la quasi totalità delle Gae della secondaria sono esaurite (e quindi abolite per sempre!), una delega ad hoc sul reclutamento consentirà di impostare la transizione al nuovo sistema e dare una risposta anche alle graduatorie di istituto”. Serve, dunque, un doppio intervento normativo immediato: altrimenti, la prossima estate ci ritroveremo con quasi tutte le supplenze assegnate direttamente dai dirigenti scolastici, perchè le GaE si stanno progressivamente svuotando.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le GaE non possono rimanere blindate. Come è paradossale che l’esecutivo abbia deciso, con l’ultimo Milleproroghe, di non far riaprire le graduatorie ad esaurimento in corrispondenza dell’aggiornamento periodico a scadenza naturale, prevista a inizio 2017, disponendo uno slittamento di due anni proprio per evitare che vi siano spostamenti di provinciali dei precari. Poichè il rinnovo della seconda fascia delle graduatorie d’istituto è legato a doppio filo a quello delle GaE, viene da sé che si è stoppato anche il trasferimento di provincia verso le province dove ci sono posti: dando, in tal modo, il là alla moltiplicazione dei contratti stipulati con supplenti non abilitati che presentano la messa a disposizione. Nel frattempo, gli abilitati non vengono né immessi in ruolo, né assunti a tempo determinato.
Continua l’operazione ‘risparmio’ ai danni dei dipendenti pubblici, con un incremento minimo rispetto agli aumenti stanziati giusto un anno fa. Eppure, sul rapporto stipendi-inflazione vi è la sentenza della Consulta (sulle pensioni quali retribuzioni differite), di un anno e mezzo fa che ne impone, per analogia, la perequazione automatica al di là della firma del contratto e, pure, della Corte dei Conti secondo cui le buste paga vanno adeguate al costo della vita. Occorrono, pertanto, prima di tutto 6 miliardi per compensare gli arretrati e altrettanti per gli aumenti. I dipendenti della scuola rimangono, comunque, i più penalizzati unitamente agli alunni che, proprio in questi giorni, pagano sulla propria pelle la mancanza di investimenti per l’istruzione pubblica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per un adeguamento vero, servono in media 1.800 euro a lavoratore pubblico da applicare, tra l’altro, per legge da un anno. Stanziare 800 milioni di euro è quasi una provocazione: non servono neppure a coprire il salario minimo per adeguare le buste paga all’inflazione, come certificato nelle scorse settimane dalla Corte dei Conti. Per questo motivo abbiamo deciso di ribellarci, ricorrendo al giudice del lavoro e delle leggi. In sei anni, la spesa per gli stipendi nel comparto scuola è sprofondata del 16%, si è cancellato un istituto su tre e, inoltre, quasi 200mila posti di lavoro: un docente neo-assunto, senza servizi pregressi, percepisce per 10 anni 1.280 euro al mese. Proprio oggi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto agli insegnanti specializzati per la preziosa opera di insegnamento agli allievi stranieri e disabili. Sarebbe bene che fossero messi nelle condizioni per farlo, altrimenti si rimane fermi agli auspici e le famiglie dei ragazzi più svantaggiati e meno fortunati si sentiranno sempre più sole.
Un mese di scuola e ancora "potenziatori" e tappabuchi.
A due settimane dall’inizio dell’anno scolastico, vi sono capoluoghi dove la maggior parte delle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie devono ancora essere comunicate: è il caso di Cagliari o Genova, dove gli uffici sono fermi alle graduatorie provvisorie della scuola dell’infanzia e primaria. A Roma, solo oggi, si è iniziato con la secondaria. Un nutrito numero di alunni svolgono, così, solo una parte delle ore di lezione giornaliera, trascorrendo le restanti in compagnia di docenti “potenziatori”, sempre più utilizzati come tappabuchi seppur sprovvisti di titolo specifico; gli alunni, poi, vengono divisi in gruppi e smembrati, formando delle vere e proprie classi “pollaio” in itinere, con tutte le conseguenze negative immaginabili sul fronte della didattica nonché della sicurezza. Resta ancora da risolvere il problema di migliaia di docenti trasferiti su sedi sbagliate da un algoritmo impazzito: a tutt’oggi, una buona parte dei tentativi di conciliazione è stata accettata ma tutto rimane ancora inspiegabilmente fermo con gli insegnanti “appoggiati” in istituti-polo (anche a gruppi di 70-80).
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quella che doveva essere la Buona Scuola e la fine della supplentite, si è trasformato per tanti in un incubo senza fine, con sequele di errori organizzativi e di assegnazione. L’apice di questo disastro è rappresentato dal caso della maestra palermitana, affetta da sclerosi multipla e invalida al 100% che, malgrado il proprio diritto a godere dei benefici della legge 104, è stata ”spedita” prima a Bologna e poi a Roma. L’unica strada percorribile è stata e rimane quella del ricorso in tribunale: dai primi casi esaminati, i giudici hanno sinora mostrato sensibilità verso la tutela dei diritti dei docenti danneggiati, decidendo per il ritorno d’ufficio sulla provincia di appartenenza.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
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