Per la prima volta, viene proibito l’uso del dizionario nel corso delle verifiche scritte, ma non per i candidati di arabo, cinese, giapponese e portoghese;
Difformità sul livello “di padronanza delle discipline stesse, nonché la relativa capacità di trasmissione e di progettazione didattica”, oltre che “di comprensione e conversazione”: per inglese francese, tedesco, spagnolo e portoghese è richiesto il C1 del QCER; per Arabo il livello indicato si ferma al B1; mentre per cinese e giapponese non è nemmeno indicato (potrebbe bastare il livello A1?);
La bozza generale del concorso riporta che “per le classi di concorso di lingua straniera la prova orale si svolge interamente nella lingua stessa”, ma questa regola varrà solo per la lingua inglese, francese, spagnolo, tedesco e portoghese, perché l’allegato A del bando riporta che la prova orale di arabo alle superiori (ambito disciplinare n. 5, a24) “si svolge in parte in lingua araba”, con eccezioni previste pure per cinese e giapponese.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il Miur verifichi queste incongruenze, perchè un eventuale trattamento diversificato degli aspiranti docenti di lingue straniere, durante le prove scritte e orali, non sarebbe ammissibile. In caso contrario, se il testo del bando e degli allegati rimanessero immutati, l’amministrazione scolastica si renderebbe artefice di un’organizzazione del concorso con prove troppo diverse l’una dall’altra. Una circostanza che potrebbe dare vita a richieste ufficiali di chiarimento, anche in sede giudiziaria.