Entro settembre, si verrà a conoscenza dei nuovi obiettivi parte integrante del mandato triennale dei dirigenti scolastici. Dopo una fase di autovalutazione, prevista tra gennaio e maggio 2017, toccherà nel corso dell’estate al nucleo valutante - composto da ispettori e da un altro dirigente scolastico - verificare l’autovalutazione. L’ultima azione da adottare sarà ad appannaggio della direzione generale degli Uffici scolastici regionali, cui spetterà esprimere il giudizio finale. Saranno tre le aree da valutare, con incidenze diverse sul giudizio finale: competenze gestionali ed organizzative; valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del personale; apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità scolastica. Più di una perplessità giunge sulla retribuzione di risultato per la quale viene da dire: tanto rumore per nulla.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): cosa si vuole “premiare” con 175 euro lordi al mese? Qualcuno prenderà 150 euro al mese e qualcuno ne prenderà 200, sempre lordi: il tutto, a fronte di una mole di responsabilità notevolmente aumentata con l’autonomia e la Legge 107/15. Il problema risiede nell’intera retribuzione dei dirigenti scolastici che, rispetto a quella degli altri dirigenti dello Stato, rimane notevolmente più bassa. Se si vuol fare un discorso serio di premialità, bisogna aumentare con il nuovo contratto le risorse e non solo per la retribuzione di risultato.
MIUR travolto dall'Anief presso il TAR del Lazio da ben dieci provvedimenti monocratici di pieno accoglimento che impongono all'Amministrazione l'immediato inserimento ex novo di centinaia di docenti in possesso di abilitazione nelle Graduatorie a Esaurimento d'interesse. I provvedimenti emanati oggi, danno piena ragione al nostro sindacato e riconoscono il diritto dei docenti abilitati tramite TFA, PAS, SFP, AFAM, Cobaslid, Abilitazioni conseguite all'Estero o tramite l'idoneità ai concorsi precedenti ad essere inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento con pieno diritto anche alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato.
I supplenti rimasti nelle graduatorie ad esaurimento accusano i neo-assunti con la Buona Scuola di aver prima accettato le condizioni previste dalla legge per cercare, successivamente, ogni tipo di éscamotage al fine di ritornare nelle province di residenza; a loro avviso, questi ultimi avrebbero fatto pressione per ottenere la deroga al vincolo triennale per l’assegnazione provvisoria ottenendo, così, (in alcune regioni, a seguito di proteste e richieste di aiuto nei confronti delle istituzioni locali) la possibilità di essere utilizzati sul sostegno pur senza titolo di specializzazione. I docenti immessi lo scorso anno, da parte loro, si difendono sostenendo che gli incarichi annuali, destinati ai precari delle GaE, si sono svolti sempre sui posti residuati dalle operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria e rilanciano accusando i precari della loro rinuncia all’assunzione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la verità è che la Buona Scuola si sta rivelando sempre più un flop. Dopo la chiamata diretta e il potenziamento, ora è la volta delle cattedre contese. Sarebbe bastato che il Miur ci avesse dato ragione, portando nell’organico di diritto il 70 per cento di quei posti ancora oggi erroneamente spostati sull’organico di fatto. A Viale Trastevere ci continuano a dire che con l’organico dell’autonomia, introdotto dalla Legge 107, questa distinzione non ci sarebbe più stata: tuttavia, esiste ancora alimentando la lotta fratricida tra i docenti. Trasformare 80mila cattedre, oggi collocate sino al 30 giugno, darebbe modo di risolvere la stragrande maggioranza dei problemi dei trasferimenti, dovuti anche all’algoritmo impazzito del Ministero, nonché di assorbire in poco tempo tutti i precari abilitati, compresi quelle delle graduatorie d’istituto.
Si avvisano le RSU che la Segreteria tecnica RSU sospenderà in data odierna il servizio di consulenza a partire dalle ore 13:00
Giungono sempre più denunce per il pessimo utilizzo dei docenti introdotti, giustamente, per potenziare la didattica e le attività che identificano ogni scuola: alcuni insegnanti, ad esempio, vengono utilizzati impropriamente per coprire posti di funzioni strumentali e altri di loro, invece, per coprire spezzoni vacanti. Le lamentele non si contano più: ci sono insegnanti “potenziatori” che reclamano la loro professionalità e, invece, si sentono dei “tappabuchi". Altri, ancora, sono chiamati a svolgere mere attività di orientamento o vengono messi a disposizione per 18 ore settimanali o, ancora, affiancati a docenti più esperti nel corso dell’attività didattica, quasi che si trattasse di un proseguimento dell’anno di prova. Non manca un caso paradossale con un insegnante a cui, durante il colloquio con il dirigente scolastico, è stato proposto di “fare fotocopie”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): i diretti interessati hanno preso coscienza di non essere al centro delle attività scolastiche, realizzando l’esatto opposto di quanto indicato nella Legge 107/2015, ovvero che sarebbero dovuti essere individuati su precise indicazioni formative fornite dal collegio dei docenti, incluse nel Ptof e chieste agli uffici scolastici regionali, sulla base delle effettive peculiarità di ogni singola scuola. Non è possibile selezionare dei candidati senza aver valutato il loro curriculum, con gli Usr che hanno scelto e collocato i docenti in base a chissà quali criteri per dirottarli, invece, a svolgere compiti diversi da quelli iniziali. Non sono rari i casi in cui a finire nel potenziamento sono stati docenti con decenni di servizio e a fine carriera ai quali, pertanto, viene sottratto il compito di competenza di formazione degli alunni per occuparsi dello svolgimento di funzioni poco comprensibili.
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