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Questo Governo si sta caratterizzando sempre di più per la indubbia capacità di predicare bene e razzolare male. Uno dei principali vanti del Governo circa la tanto desiderata ed indefessamente pubblicizzata "riforma della Giustizia" è la responsabilità civile dei magistrati.

Senza entrare nel merito della riforma, è immediato notare che, ancora una volta, si pretende ciò che non si dà. Abbiamo già assistito, ad esempio, ai tagli nel pubblico impiego ed alla mannaia nella scuola ed università pubblica, ma il taglio dei politici pubblici, tanto promesso in campagna elettorale e più volte riproposto, non arriva mai. 

In questi giorni viene anche da chiedersi perché se un pubblico dipendente deve essere considerato civilmente responsabile del suo operato, il Ministro Gelmini non si sia già dimesso. Ospite nel programma "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, nel salutare il conduttore al termine dell'intervista, ha volutamente dimostrato imbarazzo nel riconoscere che la Scuola in Italia è fondativamente PUBBLICA, manifestando così coerenza con le scelte politiche di un governo che nel definire i ministeri ha accorpato il "Ministero della Pubblica Istruzione" ed il "Ministero dell'Università e della Ricerca" sotto il nome di "Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca", con buona pace dell'attributo PUBBLICA.

Da educatori sappiamo che il miglior insegnamento lo si dà con l'esempio ed il Ministro dovrebbe ricordarsi di aver giurato di rispettare la Costituzione, che comprende l'art. 33, il quale recita: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato"; orbene in tempi di crisi, quando il Ministro non trova altra soluzione che tagliare, come se i tagli per magia potessero produrre qualità, è veramente scandaloso che riesca comunque a trovare soldi per finanziare la scuola privata.

Ancora più irresponsabile è stato l'operato del Ministro per quanto concerne la vicenda del libero spostamento del personale della Scuola sul territorio nazionale. Per pure ideologie politiche e contro ogni buon senso e diritto, il Ministro ha voluto fino in fondo ostacolare ciò che è stato riconosciuto legittimo in diverse sentenze. Ciò ha prodotto incommensurabili danni per il sistema scolastico e per chi nella scuola lavora.

Ma il Ministro Gelmini avrà mai un senso dello Stato tale da riconoscere la responsabilità civile del suo operato? I risarcimenti per i danni prodotti da una tale cattiva amministrazione le saranno mai fatti pagare? Oppure a pagare i danni subiti saranno i cittadini con le proprie tasse? Che a pagare fosse il Ministro sarebbe giusto pretenderlo, anche se forse si mancherebbe di realismo. Ma in uno Stato che ancora voglia fregiarsi dell'attributo Civile, almeno, un tale Ministro avrebbe già consegnato le dimissioni.

 

Luca Chiaravalloti

Presidente regionale ANIEF Calabria