“Il ricorso contro l’obbligo vaccinale per il personale della scuola l’abbiamo presentato al Tar questa notte e riguarda migliaia di insegnanti e Ata: ora aspettiamo una prima risposta alle esigenze d'urgenza, attraverso un atto monocratico, prima della prima Camera di Consiglio utile”. A dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante un’intervista rilasciata a Radio In Blu. “La verità – ha detto – è che la metà delle nostre aule non ha gli spazi giusti: dovremmo avere classi con 15 alunni per 30 metri quadri, invece abbiamo classi con 30 metri quadri con 25 alunni. Il problema principale è quello del distanziamento e non l’obbligo vaccinale, che tra l’altro va a inserirsi in un contesto in cui soltanto il 2-3% del personale non è vaccinato, quindi stiamo parlando di sei milioni di studenti non vaccinati a fronte di appena 40-50mila insegnanti e amministrativi senza vaccino. È chiaro che non è l'influenza della loro vaccinazione che va a contenere il virus nelle nostre scuole, ma serve altro: basterebbe rispettare i principi di proporzionalità e di adeguatezza delle norme”.
“Notificato il primo ricorso al Tar Lazio per migliaia di insegnanti e amministrativi per violazione di 12 articoli della Costituzione (1,2,3,13,21,32,35,37,51,77,81,97), tre regolamenti (726/04, 507/06, 679/16) una direttiva (78/2000) e quattro articoli (19, 20, 21, 42) del trattato di funzionamento dell'Europa”: queste le parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief.
Approfondire il Decreto Legge n.172 del 26 novembre scorso analizzando se è lecito avere approvato la norma sull'obbligo vaccinale per il personale scolastico e quante possibilità vi sono per l’approvazione degli emendamenti presentati per cancellarne l’imposizione: Anief, che reputa illegittimo l’obbligo vaccinale e ha predisposto il ricorso per i lavoratori della scuola, le forze dell’Ordine e i militari, ha organizzato un seminario di legislazione scolastica che verrà trasmesso sul canale ufficiale Social del giovane sindacato
Si va verso l’approvazione di una Legge di Bilancio leggermente diversa dalla bozza giunta al Senato alcune settimane fa: le ultime indiscrezioni parlano della cancellazione dell’assurdo ‘premio alla dedizione’ e di massimo a 200 milioni di euro utili principalmente per prolungare almeno una parte del personale Ata assunto per l’emergenza Covid e per incrementare gli stipendi in vista del rinnovo del contratto. Rimangono delle speranze, inoltre, per cancellare i vincoli di mobilità del personale, l’avvio di percorsi di abilitazione per i precari e l’accesso diretto degli insegnanti con tre anni di servizio ai percorsi di specializzazione, ma anche per le immissioni in ruolo da Gps.
“Si tratterebbe di provvedimenti vitali per la scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che abbiamo chiesto, seppure in modo più articolato e dettagliato, con i nostri 31 emendamenti alla Manovra di fine anno. Rimaniamo dell’avviso che non possono bastare cifre così modeste, quasi ‘briciole’, per risollevare lo stipendio di chi lavora oggi nelle 8.200 scuole autonome italiane, ma occorrono 3-4 miliardi per rinnovare il contratto e adeguare i compensi mensili all’inflazione degli ultimi cinque anni. Occorre poi introdurre negli stipendi quelle indennità di rischio biologico, di incarico, di sede invece accordati ad altri comparti. Bisogna poi agire per non discriminare più i precari. E anche per evitare che lo stesso obbligo vaccinale, contro il quale abbiamo presentato ricorso, diventi anch’esso motivo di discriminazione: è già accaduto in Slovenia e negli Stati Uniti, come è stato rimesso in Corte di Giustizia europea dal tribunale di Padova. Noi non ci fermiamo”, conclude il leader dell’Anief.
Con la prima prova scritta, composta da 50 quesiti, è partito l’atteso concorso per diventare maestri di ruolo della scuola dell’infanzia e primaria, comuni e di sostegno: nei prossimi giorni, in base ai calendari, sono previste altre sessioni della stessa prova di tipo computer based. Ma è già polemica. Le proteste giungono dai candidati che, regolarmente iscritti e convocati, non si sono potuti o non si potranno presentare perché malati o in quarantena a causa del Covid19. Non è prevista alcuna deroga, neanche per provvedimenti di isolamento legati all’emergenza sanitaria: saranno esclusi e non potranno mai aggiudicarsi uno dei 12.863 posti messi a bando. Anief non ci sta e annuncia ricorso al Tar del Lazio per ottenere la calendarizzazione di prove scritte suppletive: occorre aderire alla preadesione gratuita, aperta a tutti coloro che, avendo presentato domanda di partecipazione al concorso ordinario 2020, non hanno potuto o non potranno partecipare a seguito di quarantena, isolamento fiduciario, ricovero ospedaliero o altra causa di forza maggiore correlata alle prescrizioni per il contenimento del contagio da Covid19.
“Crediamo che il diritto di un lavoratore a svolgere una prova di concorso non possa venire meno perché l’amministrazione decide di svolgere una prova sola, non contemplando motivazioni legate alla pandemia che sta colpendo decine di migliaia di cittadini al giorno – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Non prevedere delle prove aggiuntive per candidati positivi al Covid o in quarantena per qualsiasi motivo comunque associato al virus, rappresenta un atto di insensibilità, ma anche di disapprovazione per le norme concorsuali che da sempre prevedono verifiche suppletive in presenza di cause di forza maggiore che coinvolgono un alto numero di partecipanti. Già lo scorso anno abbiamo vinto questo genere di ricorso, a seguito dell’analogo rifiuto del ministero dell’Istruzione di concedere le prove suppletive del concorso della secondaria Stem. Stavolta la storia si ripete con il primo ciclo e noi – conclude Pacifico – ribadiamo la possibilità di far pre-aderire gli esclusi facendo loro scaricare l'istanza da inviare all'Usr e al Ministero, così da chiedere le prove aggiuntive”.