Ci sono anche le procedure selettive per diventare docente di sostegno tra quelli previsti dal ministero dell’Istruzione per portare in cattedra nuovi insegnanti dal prossimo 1° settembre: sono aperti agli abilitati oppure a coloro che sono in possesso dei 24 CFU/CFA con titolo. Il problema è che in tutto sono appena 5.833 posti e vanno divisi in tutti gli ordini di scuola, dunque dell’infanzia, primaria e secondaria. La quantità di cattedre è stata definita con il Decreto Dipartimentale n. 498 del 28 aprile 2020 e il DD n. 201 del 20 aprile 2020.
“Si tratta di una goccia nel mare – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché i posti vacanti sono quasi venti volte di più e non significa niente che 70-80mila cattedre vengono assegnate in deroga, fino al 30 giugno dell’anno successivo, perché si tratta a tutti gli effetti di posti vacanti e disponibili. I numeri esigui sono una costante: non è possibile, infatti, continuare a prevedere prima la specializzazione, pure in modo diseguale e non in base alle necessità effettive, poi il concorso e infine l’immissione in ruolo, con tantissime cattedre che vanno “perse” per mancanza di specializzati, è alla base della cronica carenza di docenti di sostegno. Come se non bastasse, quest’anno siamo arrivati al punto che a fronte di 10mila alunni in più ci ritroviamo con 12mila docenti di sostegno in meno: è chiaro che c’è più di qualcosa che non torna e per questo ci rivolgiamo al giudice, proprio per cercare di portare almeno alla specializzazione su sostegno il più alto numero di candidati possibile”, conclude Pacifico.
Anief continua quindi a presentare ricorsi ai giudici di competenza da parte di docenti che avrebbero voluto accedere ai corsi di specializzazione, ma non sono riusciti per via del loro numero esiguo e non individuato sulla base delle reali esigenze del territorio, dove le cattedre di sostegno continuano a essere affidate a personale non specializzato, con grave danno formativo agli alunni disabili per i quali si attua la didattica speciale. Il problema è noto: in base alle disponibilità di posti assegnati per ogni Università e ordine di scuola si evidenzia come, sulla base del D.M. 755/2021, permangono delle forti criticità sulla mancata equa distribuzione dei posti in base alle cattedre vacanti nelle varie province. Ciò sebbene l’azione giudiziaria gratuita promossa dall’Anief abbia portato dei miglioramenti: ad esempio, i posti in Piemonte del VI ciclo Tfa sostegno sono diventati 400, mentre due anni prima erano la metà. Le discrepanze, però, rimangono. E il sindacato chiede al Tribunale di risolverle.