Il sindacato, che qualche settimana fa ha inviato una lettera al ministro degli Affari Esteri e al Dirigente dell’Ufficio V Dgsp Maeci, è ancora in attesa della risposta. Dato che l’emergenza Covid non accenna a rientrare, Anief ritorna a chiedere con urgenza tutele per il personale scolastico italiano in servizio all’estero
Nelle scuole arriva il nuovo modello nazionale del Piano Educativo Individualizzato, per alunne e alunni con disabilità: il documento, molto atteso, è stato inviato a metà gennaio 2021 agli Istituti scolastici, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, corredato da apposite Linee Guida. Tuttavia, secondo Walter Miceli, avvocato specializzato in diritto scolastico che opera per il sindacato Anief, “la reazione illustrativa della Legge di Bilancio ha quantificato una riduzione dei docenti di sostegno di 5 mila unità in meno all’anno” e questo è collegati proprio al nuovo modello. Nel corso di un recente dibattito su Orizzonte Scuola TV - dal titolo “Nuovo PEI, le novità: dalle ore di sostegno all’esonero per gli alunni con disabilità” – il legale ha spiegato che dietro alla scelta ci sarebbe proprio il MEF e “con questo nuovo PEI si cerca di spezzare un automatismo che ha legato fino ad oggi la gravità della disabilità dello studente con l’assegnazione delle ore di sostegno”.
L'Anief ottiene altre due nuove vittorie tutelando le ragioni da sempre sostenute in favore del personale precario della scuola destinatario di contratti a termine per supplenze “brevi e saltuarie”. I Tribunali del Lavoro di Bari e Roma accolgono nuovamente i ricorsi patrocinati dagli Avvocati del giovane sindacato con la conseguente condanna del Ministero dell'Istruzione a riconoscere la Retribuzione Professionale Docenti (RPD) e il Compenso Individuale Accessorio (CIA) anche al personale docente e ATA destinatari di supplenze temporanee. Marcello Pacifico (Anief): “Anche i “supplenti covid” rientrano nelle supplenze brevi e anche a loro il Ministero nega l’assegno mensile dal valore di 164,00 euro fino a 257,50 euro per i docenti e da 58,50 fino a 64,50 euro per gli ATA”. L'Anief ricorda a tutti i propri iscritti che è ancora possibile aderire gratuitamente allo specifico ricorso promosso dal nostro sindacato.
Sono numeri impressionanti quelli che riguardano le donne che insegnano nella scuola italiana: 735 mila, a fronte di 908 mila docenti italiani complessivi. Più di 170 mila non sono di ruolo, Poi ci sono altre 150 mila donne impiegate, assistenti tecnici, collaboratrici scolastiche e Dsga, tra le quali figurano almeno altre 40 mila supplenti “rosa”. Donne quasi sempre ipertitolate, con esperienza e competenze da vendere, ma che continuano a non avere tutele, né prospettive professionali e di carriera, tanto che pur di entrare di ruolo accettano di spostarsi a centinaia di chilometri e di rimanervi per almeno cinque anni pur in presenza di cattedre libere vicino casa. A ricordarlo è il sindacato Anief, alla vigilia della “Giornata internazionale della donna”.
“Anziché favorire l’impiego delle donne che nella scuola rappresentano più dell’80% dei lavoratori – commenta Marcello Pacifico, leader dell’Anief – si continuano a introdurre vincoli sulla mobilità, dopo anni anche decenni di precariato, in barba alle assunzioni automatiche che chiede da tempo pure Bruxelles. Donne pagate poco, che vivono nelle difficoltà e sotto stress, si ammalano di burnout e vengono pure costrette a lasciare il lavoro a quasi 70 anni, senza quasi più alcuna possibilità di anticipo. Quello che non comprende chi governa il paese è che la mancata occupazione delle donne e l’inosservanza per la loro carriera professionale diventano pregiudizievoli per benessere sociale e la crescita economica di tutto il paese. Come pure indicato di recente dal Cnel, è grave la mancanza di servizi di cura e di assistenza, pubblici e privati, affinché i costi di un nuovo welfare familiare non siano più solo sulle spalle delle imprese lavorative. Quando si parla di inclusione, uguaglianza, emancipazione del sesso femminile e parità di genere è bene tenere conto di tutto questo. Altrimenti, la giornata della donna si limiterà a essere un rituale sterile”.
Arrivano le prime sentenze di pieno accoglimento sui ricorsi promossi dall'Anief a tutela dei docenti di ruolo diplomati (per la maggior parte sulle classi di concorso ITP) e poi transitati su posti di sostegno o immessi in ruolo su posti di sostegno: i Tribunali di Torino e Ivrea riconoscono la violazione da parte del Ministero del principio di parità di trattamento sancito dall’art. 45 d.lgs. 165/2001. Marcello Pacifico (Anief). “Finalmente si fa chiarezza sulla questione: i docenti di sostegno della secondaria di II grado diplomati svolgono le medesime mansioni dei docenti di sostegno laureati, ma vengono retribuiti in misura minore in quanto il Ministero continua ad applicare loro la tabella retributiva afferente la classe di concorso originaria - e dunque quella di docente di scuola di secondo grado non laureato – non considerando come il docente di sostegno sia un profilo professionale a sé stante, slegato dalla classe di concorso di appartenenza”. Sempre aperte le adesioni allo specifico ricorso promosso dal nostro sindacato.