Nel Disegno di Legge di Bilancio 2021 che ha avuto il via libera dal Governo ed è ora all’esame della Camera ci sono disposizioni specifiche sulla scuola. Ad fare il punto della situazione è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante una video-intervista rilasciata all’agenzia Teleborsa, nella quale il sindacalista si sofferma su “assunzioni e contratti a termine” in un comparto, quello della scuola, dove imperversa il precariato, avendo raggiunto una percentuale doppia (sopra il 20%) rispetto agli altri comparti che si traduce nelle 250 mila supplenze annuali sottoscritte quest’anno e oltre la metà delle immissioni in ruolo saltate. Per superare il problema crescente, Anief ha fatto presentare “degli emendamenti che riguardano tutto il personale scolastico: in linea di principio abbiamo chiesto che venga stabilizzato chiunque abbia svolto 36 mesi di supplenze” anche non continuative “all’interno della scuola con qualsiasi ruolo: quindi come personale docente, educativo, insegnanti di religione”. Questi lavoratori vanno assunti così come avviene già “nel settore privato”.
Si è tenuta la seduta del Tavolo Nazionale Permanente presso il Ministero dell’Istruzione per l’incontro con i responsabili del Ministero della Sanità e i rappresentanti delle associazioni delle famiglie; per l’Anief erano presenti Gianmauro Nonnis, Nanni Saccone e Daniela Di Piazza. Marcello Pacifico (Anief): “La scuola è un sistema che coinvolge ogni giorno e per 10 mesi l’anno ben oltre 20 milioni di persone, non può essere gestito da poche migliaia di dirigenti e altrettanti referenti Covid, ma deve bensì prevedere la partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti nell’organizzazione scolastica
Sono a disposizione delle scuole, degli studenti, delle loro famiglie e del personale le prime Frequently Asked Questions sull’applicazione del contratto sulladidattica digitale integrata realizzate dal “tavolo” di monitoraggio sulla dad, composto da dirigenti del Ministero e delle organizzazioni sindacali firmatarie dello stesso CCNI: le risposte, che offrono chiarimenti sulle modalità di somministrazione delle lezioni a distanza, sono state pubblicate dallo stesso ministero dell’Istruzione anche nella sezione del proprio sito internet “Rientriamo a scuola”. Gli argomenti affrontati sono diversi: attività sincrone e asincrone, orario di servizio, organizzazione dell’orario settimanale, luogo in cui i docenti devono svolgere la DDI, orario docenti di sostegno, dispositivi per la DDI. Il sindacato Anief ha elaborato e proposto anche una FAQ specifica per l’utilizzo dei docenti lavoratori fragili nelle attività di didattica digitale integrata, che il Ministero di viale Trastevere sta al momento valutando.
Sempre sulla didattica digitale integrata Anief ha anche realizzato una scheda tecnica esplicativa relativa all’ipotesi di contratto collettivo nazionale integrativo concernente le modalità e i criteri sulla base dei quali erogare le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi resi dal personale docente nella modalità a distanza. Nella scheda viene indicato cosa prevede il Ccni sulla DDI e cosa accadeva prima dello stesso. Marcello Pacifico, presidente dell’organizzazione autonoma, ricorda che “il contratto integrativo con modalità semplice e chiara ha prodotto delle norme che permettono oggi di svolgere lezioni a distanza salvaguardando il diritto al lavoro e alla disconnessione del personale scolastico, nel contempo soddisfacendo in pieno il diritto all’istruzione degli alunni”.
In occasione della riunione del tavolo di monitoraggio sulla Didattica digitale a distanza, Ministero e organizzazioni sindacali firmatarie del CCNI hanno elaborato alcune prime FAQ sull’applicazione del contratto sulla DDI. Gli argomenti al momento affrontati dalle FAQ sono: attività sincrone e asincrone, orario di servizio, organizzazione dell’orario settimanale, luogo in cui i docenti devono svolgere la DDI, orario docenti di sostegno, dispositivi per la DDI. ANIEF ha elaborato e proposto anche una FAQ specifica per l’utilizzo dei docenti lavoratori fragili nelle attività di didattica digitale integrata, che il Ministero dell’istruzione sta al momento valutando
Oggi si celebra la Giornata mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, in coincidenza con la storica data dell'approvazione (il 20 novembre del 1989) della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il documento sui diritti umani è il più ratificato nella storia della comunità internazionale: ad oggi sono 196 gli Stati che si sono vincolati giuridicamente, tramite la ratifica, al rispetto dei diritti previsti dal documento internazionale, il più importante strumento giuridico di enunciazione e tutela dei diritti di ogni bambina e bambino, ragazza e ragazzo.
Anief ritiene che i diritti dei bambini e dei ragazzi siano alla base di ogni organizzazione territoriale: tra i diritti da salvaguardare senza se e senza ma, c’è sicuramente quello all’istruzione. E bisogna rimboccarsi le maniche, perché solo qualche giorno fa il rapporto annuale Education and Training Monitor 2020 sull’istruzione nei 27 Paesi UE ci ha detto che le competenze dei nostri giovani in matematica, lettura e scienze sono in preoccupante calo. Una circostanza che va di pari passo con un calo anche della spesa dell’Italia per l’Istruzione rispetto al Pil. Poi bisogna fare i conti con il periodo di pandemia, durante il quale il digital divide rischia di escludere in modo sostanziale solo in Italia circa un milione e mezzo di alunni in età di obbligo formativo, ma anche di aumentare il già alto tasso di dispersione scolastica, con l’Italia sopra di almeno tre punti percentuali di abbandoni rispetto alla media UE. Sul lungo periodo, invece, l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund non potrà non tenere conto di queste esigenze, andando a colmare i gap tecnologici nelle scuole e tra i suoi iscritti, oltre che tra il personale scolastico incaricato di formare le nuove generazioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la sottoscrizione del contratto integrativo che regola la didattica digitale integrata, è servita anche a garantire che gli alunni, rispettando i livelli minimi settimanali di didattica già previsti dalle linee guida ministeriale sulla didattica a distanza, possano usufruire di lezioni rapportate ai loro bisogni formativi rispettando comunque il diritto alle pause compensative e alla prevenzione di patologie derivanti da un utilizzo eccessivo dei device collegati in video-conferenza con il corpo docente. Una riflessione ulteriore merita il sostegno, troppo spesso negato, con docenti che con arrivano, cambiano in modo continuo e ore settimanali non concesse dagli Uffici scolastici in contrasto con quanto stabilito dal Pei e dagli organi preposti a verificare quali sono le esigenze formative del disabile. Una modalità che penalizza gli alunni più indifesi e che come sindacato non possiamo che combattere quotidianamente”.