Oggi si celebra la Giornata mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza, in coincidenza con la storica data dell'approvazione (il 20 novembre del 1989) della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il documento sui diritti umani è il più ratificato nella storia della comunità internazionale: ad oggi sono 196 gli Stati che si sono vincolati giuridicamente, tramite la ratifica, al rispetto dei diritti previsti dal documento internazionale, il più importante strumento giuridico di enunciazione e tutela dei diritti di ogni bambina e bambino, ragazza e ragazzo.
Anief ritiene che i diritti dei bambini e dei ragazzi siano alla base di ogni organizzazione territoriale: tra i diritti da salvaguardare senza se e senza ma, c’è sicuramente quello all’istruzione. E bisogna rimboccarsi le maniche, perché solo qualche giorno fa il rapporto annuale Education and Training Monitor 2020 sull’istruzione nei 27 Paesi UE ci ha detto che le competenze dei nostri giovani in matematica, lettura e scienze sono in preoccupante calo. Una circostanza che va di pari passo con un calo anche della spesa dell’Italia per l’Istruzione rispetto al Pil. Poi bisogna fare i conti con il periodo di pandemia, durante il quale il digital divide rischia di escludere in modo sostanziale solo in Italia circa un milione e mezzo di alunni in età di obbligo formativo, ma anche di aumentare il già alto tasso di dispersione scolastica, con l’Italia sopra di almeno tre punti percentuali di abbandoni rispetto alla media UE. Sul lungo periodo, invece, l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund non potrà non tenere conto di queste esigenze, andando a colmare i gap tecnologici nelle scuole e tra i suoi iscritti, oltre che tra il personale scolastico incaricato di formare le nuove generazioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la sottoscrizione del contratto integrativo che regola la didattica digitale integrata, è servita anche a garantire che gli alunni, rispettando i livelli minimi settimanali di didattica già previsti dalle linee guida ministeriale sulla didattica a distanza, possano usufruire di lezioni rapportate ai loro bisogni formativi rispettando comunque il diritto alle pause compensative e alla prevenzione di patologie derivanti da un utilizzo eccessivo dei device collegati in video-conferenza con il corpo docente. Una riflessione ulteriore merita il sostegno, troppo spesso negato, con docenti che con arrivano, cambiano in modo continuo e ore settimanali non concesse dagli Uffici scolastici in contrasto con quanto stabilito dal Pei e dagli organi preposti a verificare quali sono le esigenze formative del disabile. Una modalità che penalizza gli alunni più indifesi e che come sindacato non possiamo che combattere quotidianamente”.
L’emergenza epidemiologica sta avendo ripercussioni enormi su bambini e adolescenti: è un dato che nella Giornata mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza sta emergendo nella sua complessità. “Senza confini – scrivono gli psicologi dl Piemonte -, il virus sta minando il loro futuro mettendo in difficoltà tutte le famiglie che stanno già lottando in vario modo e in diversa misura contro questo nemico invisibile. Molte famiglie hanno subìto gli effetti non solo economici della pandemia e, purtroppo, proprio a causa dell’alta capacità di diffusione del virus, l’istruzione rimane un elemento critico, da conciliare con il tema della salute e della sicurezza”.
LA CONVENZIONE ONU
Ecco perché i contenuti da Convenzione Internazionale diventano strategici per armonizzare le differenti esperienze culturali, psicologiche, sociali e giuridiche, così da riconoscere a tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, psicologici, politici, culturali ed economici. Si basa su quattro principi fondamentali: non discriminazione: superiore interesse; diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino e dell’adolescente; ascolto delle opinioni del minore. È grazie all’adozione e ratifica di questo documento che, in quasi tutti i Paesi del mondo, i bambini non solo godono dei diritti fondamentali, ma sono protetti e tutelati. Proprio per esaltare la centralità dei bambini e dei giovani, oggi particolare attenzione verrà posta alle istanze del Manifesto "The Future We Want", ideato da un gruppo di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia e arricchito dalle votazioni online di migliaia di coetanei.
I DIRITTI DA SALVAGUARDARE
Anief ricorda che quella Convenzione, riconosciuta ovviamente anche dall’Italia, prevede per i giovani il diritto a godere del miglior stato di salute possibile (art. 24 Convenzione ONU), della libertà di espressione (art. 13 Convenzione ONU), del diritto all’ascolto e alla partecipazione dei bambini e dei ragazzi (art. 12 Convenzione ONU), del diritto all’educazione e allo sviluppo della personalità (art. 27 Convenzione ONU), del diritto al gioco e al tempo libero, a dedicarsi alle attività ricreative, culturali e artistiche (art. 31 Convenzione ONU). Diritti che l’emergenza epidemiologica ha messo a serio rischio, ma che proprio attraverso accordi e contratti riconosciuti tra le parti interessate possono essere comunque garantiti.
LE INDICAZIONI DEL GARANTE
Uno dei documenti che aiuta in questa direzione può essere sicuramente una mini guida realizzata di recente dall’autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, in accordo con il Ministero dell’Istruzione: la sua realizzazione è rivolta anche a docenti e famiglie, come supporto metodologico-pratico proprio su come aiutare i bambini e i ragazzi ad affrontare l’emergenza, partendo dalla tutela dei diritti che sono loro riconosciuti dalla Convenzione ONU del 1989.
Per i docenti, in particolare, il documento del Garante indica loro di sentirsi liberi di fare le scelte didattiche e strumentali adeguate per continuare a essere punti di riferimento per gli alunni, pur nel rispetto delle indicazioni provenienti dagli organi collegiali del proprio istituto. Agli alunni, ma anche alle loro famiglie, questo genere di indicazioni servono a infondere le dovute conoscenze su un contesto anomalo e preoccupante, ma anche quel senso di tranquillità e di sicurezza indispensabile per continuare a fare il loro dovere come discenti e la loro parte come cittadini consapevoli”.
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