Si stanno materializzando gli effetti delle pronunce negative dell’Adunanza Plenaria del consiglio di Stato sulla permanenza dei docenti con diploma magistrale inseriti nelle GaE della scuola dell’infanzia e primaria: per quest’anno il Governo ha tamponato la situazione con la Legge n. 159/2019, che per tutelare la continuità degli alunni ha permesso la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato o al 31 agosto in contratti a termine con scadenza 30 giugno 2020.
Sul futuro di questi docenti c’è tanta incertezza. La loro angoscia è ben esplicitata da una maestra quasi cinquantenne della scuola primaria, inserita con riserva dalla graduatoria GaE nell’agosto 2017 e assunta in ruolo presso un istituto di Bergamo il 1° settembre dello stesso anno. La donna si è rivolta alla ministra dell’Istruzione illustrandole tutto il suo percorso professionale: ha “superato positivamente l’anno di prova” e si trova ora al “terzo anno di insegnamento dopo il passaggio in ruolo; assunta come specialista L2 (anche se non spetterebbe a me dirlo, sono stata apprezzata)”. Ma “in data 17 gennaio 2020” ha “ricevuta la lettera di licenziamento” per via della “sentenza negativa n. 10969/2019”. La docente chiede di “sanare una situazione di ingiustizia che non fa onore alla scuola statale”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Respingere questi docenti dalle GaE e dal ruolo rappresenta una delle pagine più buie della scuola italiana, perché vantano un’esperienza professionale vasta che vale molto più del superamento di un concorso. Ai docenti con diploma magistrale in ruolo “con riserva”, che hanno superato l’anno di prova o sono in procinto di svolgerlo, e del personale docente precario in possesso di diploma magistrale, non può essere più negata la possibilità di accesso ai ruoli senza ulteriori e farraginose selezioni in ingresso”.