I Governatori di Lombardia e Veneto si dicono contrari all'accordo raggiunto in Consiglio dei Ministri perché non vogliono lasciare il personale della scuola allo Stato e la Scuola sotto l’egida dell’amministrazione centrale. Marcello Pacifico (Anief): Abbiamo fermato il loro vero obiettivo che era di prendersi le risorse destinate alle altre regioni con la scusa di una maggiore autonomia.
La verità è che le scuole sono autonome per Costituzione e, fin quando saremo un Paese unito, l'interesse dello Stato sarà sempre superiore agli interessi di partito. Zaia e Fontana se ne facciano una ragione. Noi, come sindacato, in contrattazione decentrata ci opporremo a ogni barriera sulla mobilità di docenti e Ata tra i diversi territori di questa nostra bella Italia.
Il timore dei docenti, dei lavoratori della scuola e dei sindacati, che temevano un’Italia divisa in due da scuole e lavoratori differenziati, sembra scongiurato: l’accordo sulla regionalizzazione raggiunto oggi al termine del Consiglio dei ministri esclude la Scuola. “Non possiamo pensare che l’Autonomia differenziata significhi frammentare questo modello”, ha detto il premier Giuseppe Conte al termine del CdM, nel corso della solita conferenza stampa per illustrare i provvedimenti presi.
“Se le cose stanno così, ha vinto la linea dell’Anief – commenta a caldo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - e di tutti quelli che hanno sempre reputato inconcepibile spezzettare il sistema d’istruzione in tante parti quante sono le regioni italiane, affossando una volta per tutte quelle già oggi in ritardo, collocate principalmente al Sud e nelle Isole come confermato una decina di giorni fa dagli esiti delle prove Invalsi alle quali hanno partecipato oltre due milioni di alunni. Quanto sarebbe stato deciso oggi a Palazzo Chigi, invece, è una bocciatura per il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, che sino a pochissimi giorni fa si diceva convinto che ‘la scuola regionale si farà’. Certamente, prima di esprimere un giudizio definitivo aspettiamo di leggere il testo dell’accordo sottoscritto, consapevoli del passo in avanti compiuto”.
Anche per il personale Ata della scuola, il Governo e l’amministrazione scolastica non hanno alcuna intenzione di cancellare il precariato. L’Amministrazione ha appena comunicato ai sindacati che le immissioni in ruolo di questa estate, per l’anno scolastico 2019/2020, copriranno il turn over: si tratta di appena 8.408 posti. Ma siccome i dati si riferiscono alle uscite certificate dall’Inps fino all’11 luglio scorso, è praticamente scontato che vi saranno diversi posti ancora non considerati, come quelli residui per Quota 100 e le domande di pensionamento che l’istituto di previdenza sta ancora valutando, che andranno ad incrementare le supplenze annuali. Le quali, ufficialmente si collocano, ha riferito il Miur, quasi a 20 mila unità, per l’esattezza 19.942.
Marcello Pacifico (Anief): “Continuiamo a rimanere sconcertati per la passività con cui gli altri sindacati recepiscono queste informazioni sulle assunzioni in ruolo più che ribassate, a fronte di un numero decisamente maggiore di posti liberi. Perché ai 20 mila citati dal ministero dell’Istruzione, se ne aggiungono probabilmente altrettanti, nascosti abilmente in organico di fatto con i soliti stratagemmi che permettono all’amministrazione e allo Stato di risparmiare sui mesi estivi e sulle assunzioni, perché in questo modo non si adeguano gli stipendi e non si fanno ricostruzioni di carriera che farebbero scattare gli arretrati. Senza dimenticare che anche per il personale Ata andrebbero aggiunti almeno 20mila Ata per il potenziamento, invece assegnato solo per i docenti. Per questi motivi, invitiamo il personale Ata che ha svolto 36 mesi di servizio a ricorrere con Anief, presso il giudice del lavoro, per ottenere l’immissione in ruolo e un equo risarcimento danni per la sua ratificazione tardiva”.
Ancora dubbi sulla tabella di valutazione titoli. Udir ricorda che entro domani bisogna rettificare il punteggio e che ha messo a disposizione degli interessati la specifica istanza; per riceverla, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.