Verso i tanti supplenti della scuola italiana si continua ad attuare una vessazione che non trova eguali in nessun altro comparto pubblico e privato. Le testimonianze di questo modo di procedere, in spregio alle limitazioni imposte da tempo dall’Unione Europea proprio per contrastare l’ostinata reiterazione dei contratti a termine, arrivano dai diretti interessati: i maestri precari della scuola dell’infanzia e primaria, i quali negli ultimi mesi si sono sottoposti al giudizio delle commissioni del concorso straordinario, comportante una prova orale non selettiva, la cui valutazione, unita a quella dei titoli, è andata a determinare il posizionamento nelle graduatorie regionali di merito da cui a breve scaturiranno anche le assunzioni a tempo indeterminato.
“Viene da chiedersi – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - cosa risponderà a breve lo Stato italiano alla Commissiona Europea, che in settimana ha ufficialmente aperto una procedura d’infrazione per l’abuso di precariato, per giustificare certi casi così eclatanti di insensato ricorso alle supplenze e alla valutazione di docenti precari già ampiamente giudicati e formati. Questi insegnanti, ad iniziare dalle maestre con diploma magistrale per le quali la battaglia continua, non meritavano un trattamento del genere: vanno assunti in modo automatico, senza dimostrare nulla. Non serve, quindi, replicare i concorsi riservati se poi questo è il trattamento che si attua verso chi andrebbe solo ringraziato per avere permesso il regolare svolgimento delle lezioni per così tanto tempo e che oggi si ritrova con la carriera ancora in bilico per la cocciutaggine di chi ci governa”.