Ancora una sentenza favorevole ai docenti precari che hanno chiesto di avere la Carta del docente attraverso i legali dell’Anief: il caso stavolta riguarda un insegnane che ha svolto supplenze negli anni scolastici “2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019” e che adesso, a seguito del ricorso presentato dai legali Anief al tribunale del lavoro di Messina, riceverà “1.500 euro (500 euro per ciascuna delle annualità scolastiche considerate), oltre interessi legali dalla data del diritto all’accredito al soddisfo, senza cumulo con la rivalutazione monetaria in applicazione dell’art. 22, comma 36, legge n. 724/1994”.
Il bonus annuale da 500 euro per l’aggiornamento professionale va dato anche agli insegnanti precari, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di secondo grado. Senza se, senza ma. I giudici lo hanno scritto sulle 15mila sentenze promosse dal sindacato Anief e che hanno permesso il recupero in media di 1.500-2.000 euro ad insegnante precario o ex precario della scuola pubblica. Anche il Tribunale di Roma, sezione Lavoro, non ha potuto fare diversamente, condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito a fare avere all’insegnante, che ha presentato ricorso con gli avvocati del giovane sindacato, i 500 euro per ogni anno di supplenza delle Carta del docente che l’amministrazione gli aveva negato (500 euro per ognuno dei tre anni di supplenza) perché la Legge 107/2015 erroneamente non lo prevedeva. Il MIM dovrà inoltre pagare 2mila euro per le spese processuali.
La formazione del personale docente è necessaria per garantire la qualità dell’insegnamento: privare i supplenti della Carta del docente finalizzata all’aggiornamento professionale significa mettere in pericolo tale presupposto. A ribadirlo è la sezione Lavoro del Tribunale di Trapani che si è così espressa nell’accordare il bonus annuale da 500 euro ad una supplente che tra il 2018 e il 2021 ha insegnato nella scuola pubblica senza vedersi assegnare la quota complessiva di 1.500 euro: ci ha pensato, però, il giudice delle aule di giustizia di Trapani, che sollecitato dai legali Anief ha accolto il ricorso ricordando che “il Consiglio di Stato - prescindendo dalla questione della riconducibilità della Carta del docente alle “condizioni di impiego” di cui alla clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva n. 1999/70/CE – con sentenza n. 1842/2022 che ha mutato il suo precedente orientamento, ha affermato che, al fine di scongiurare un possibile contrasto con le disposizioni costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 della Costituzione, sia sotto il profilo della discriminazione a danno dei docenti non di ruolo sia per la lesione del principio di buon andamento della P.A., è necessario interpretare la normativa sopra riportata nel senso che tutto il personale docente (e non solo quello di ruolo) debba poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, onde garantire la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti (cfr. Cons. Stato n. 1842/2022)”.
Coma ha potuto il legislatore pensare di escludere i precari dal bonus annuale da 500 euro per aggiornare gli insegnanti, la cosiddetta Carta del docente? A sostenere che si tratta di una esclusione illegittima sono stati diversi giudici di livello superiore: per ultimo si è espressa la Corte di Cassazione,il 27 ottobre scorso, che però già nel 2019 aveva espresso un giudizio sommario sulla “disparità di trattamento (a sfavore dei lavoratori precari o già precari) tra periodi di lavoro con contratti a termine e periodi di lavoro a tempo indeterminato, «non può essere giustificata dalla natura non di ruolo del rapporto di impiego, dalla novità di ogni singolo contratto rispetto al precedente, dalle modalità di reclutamento del personale nel settore scolastico e dalle esigenze che il sistema mira ad assicurare» [cfr. Cass., n. 31149/2019]”.
I dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato con la tredicesima - tra il 15 e il 18 dicembre - riceveranno una media di mille euro in più per compensare il mancato rinnovo contrattuale dal gennaio 2022 ad oggi: si tratta dell’indennità di vacanza contrattuale che dovrebbe tenere conto dell’aumento dell’inflazione. Arrivano anche le stime sulla consistenza della cifra che arriverà il prossimo mese: “un docente nella scuola dell’infanzia con un’anzianità tra 28 e 34 anni avrà 1.056 euro in più, uno che lavora in un istituto secondario di secondo grado con dieci anni di esperienza otterrà 914 euro”, scrive la stampa nazionale.