Con la Legge di Stabilità tornano parametri più accettabili e si salva una scuola su due, altrimenti destinata a scomparire o a fondersi con una più grande: ancora una volta, l’azione dell’Anief risulta efficace e conduce verso risultati concreti.
Il Governo non poteva rimanere “sordo” di fronte alla sentenza del 7 giugno scorso della Corte costituzionale, che accogliendo i nostri ricorsi ha dichiarato illegittima la fusione di migliaia di istituti scolastici: tanto è vero che alla prima occasione, rappresentata dall’attuale Legge di Stabilità, quasi in procinto di essere esaminata dal Parlamento, ha deciso di sostituire dei parametri minimi davvero troppo rigidi e ristretti, con una soglia più equa di 900 alunni iscritti.
Il dato numerico è riportato al c. 36 del testo della Legge di Stabilità, che di fatto riscrive l’attuale dimensionamento della rete scolastica riportando al solo anno 2012/2013 le disposizioni prescritte per le scuole superiori dalla Legge 111 (c. 5 e c. 5bis art. 19), prendendo atto della cassazione dell’ex c. 4 per le scuole del primo ciclo di istruzione e rinviando a un accordo in conferenza stato-regioni che rimoduli la materia. Confermando, come sosteneva l’Anief, anche la validità delle relazioni sindacali svolte con le Rsu nelle scuole dimensionate.
La novità prevista dalla Legge di Stabilità non è da poco, perché permetterà di ricostituire circa 1.000 dei 2.000 istituti destinati alla cancellazione o all’accorpamento forzato. Ancora una volta i ricorsi i tempestivi ricorsi in tribunale dell’Anief hanno messo il Governo alle strette, costringendolo a ripristinare la legalità. Assicurando prima di tutto il diritto allo studio, per i cittadini ed in particolare per gli studenti, da assolvere in condizioni minime di buon senso. In secondo luogo, permettendo a dirigenti scolastici e Ata coinvolti (Dsga e assistenti amministrativi) di non essere più collocati in esubero, con il rischio fondato di trovarsi spostati d’ufficio a centinaia di chilometri da casa, o di perdere addirittura il posto.
“Alla fine le sentenze della magistratura hanno sempre piena applicazione – dichiara il presidente dell’Anief, MarcelloPacifico - , ed in questo caso hanno costretto il legislatore a rispettare dei criteri di buon senso, che alcuni amministratori della cosa pubblica avrebbero preferito invece calpestare, arrivando a chiudere scuole preziosissime anche laddove evidenti specificità territoriali ne rivendicavano la permanenza. Ecco perché – continua Pacifico - vedere ripristinarsi un’istituzione scolastica su due, tagliata la scorsa estate ed ora ricostituitasi grazie a noi, non può che riempirci d’orgoglio e incitarci ad andare avanti nel combattere le battaglie per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori della scuola”.