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° Guardia di finanza e Miur: Concorso “Insieme per la legalità”
I lavori dovranno essere inviati entro il 30 aprile 2013

La Guardia di Finanza ha sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca un protocollo d’intesa finalizzato a promuovere, nell’ambito delle attività connesse all’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, un programma pluriennale di attività. Il concorso chiede agli studenti di rappresentare, attraverso la produzione grafico-pittorica e quella video-fotografica, il significato della legalità economica e le attività svolte dal Corpo. La partecipazione è aperta a tutti gli studenti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e di secondo grado. Il giudizio della Commissione verrà pubblicato all’indirizzo internet www.gdf.gov.it , e comunicato direttamente ai Dirigenti delle scuole interessate. Verrà erogato un premio per ogni livello di scolarizzazione. Ulteriori informazioni possono essere richieste tramite la casella di posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

° Emendamenti alla Legge di Stabilità, in favore della Scuola
Segnaliamo alcuni emendamenti del PD, firmati anche dal deputato Russo che spesso – e in qualche caso distinguendosi dal suo Gruppo parlamentare - ha supportato le nostre battaglie.

“Insieme all'emendamento per abrogare l'innalzamento dell'orario dei docenti a 24 ore, firmato anche da tutti i colleghi della VII commissione, ho presentato anche altri tre emendamenti. Il primo riguarda la possibilità di destinare l' 8x1000 all'edilizia scolastica; un tema questo su cui mi ero già impegnato con un odg accolto dall'Assemblea contro il parere del governo. E' una sfida di civiltà sulla quale non intendo fare un passo indietro ma anzi rilanciare con una campagna che sto preparando. Con il secondo emendamento ho chiesto di prolungare il salvaprecari anche al prossimo anno…. Infine, con gli altri colleghi, abbiamo depositato un emendamento sui docenti inidonei per cancellare gli effetti drammatici prodotti nel loro confronti dall'articolo 7 della spending review. (Fonte: www.toninorusso.it, 02 Novembre 2012)

° In che modo il concorso a cattedre insidia i diritti acquisiti dai precari “storici”
La cifra totale delle assunzioni per questo concorso è di 11.542, e costituisce la metà dei posti e cattedre che, secondo le proiezioni ministeriali, si presume risulteranno vacanti e disponibili negli aa.ss. 2013/2014 e 2014/2015.

I “precari storici” sono inseriti, in parte nelle graduatorie “di merito” dei precedenti concorsi (1990 e 1999) e in parte nelle graduatorie “ad esaurimento”. Nella scuola statale, quando in una provincia si procede alla stipula dei contratti a t.i. per una classe di concorso, la metà dei docenti è nominata scorrendo le G.E. e l’altra metà dalle graduatoria di merito formate in esito ai concorsi; tali graduatorie decadono all’atto dell’approvazione di quelle del successivo concorso. I precari storici, e certamente quelli abilitatisi nelle SSIS, hanno un percorso formativo degno dei manager: hanno superato una prova di accesso (con test e prova orale) ai corsi, molto selettiva; hanno frequentato per due anni (1200 ore, 300 delle quali di tirocinio nelle scuole) durante i quali hanno superato non meno di 25 esami presso le scuole universitarie; hanno superato un esame conclusivo, con prova scritta (di carattere sia disciplinare sia didattico, su traccia individuale assegnata per sorteggio), prova orale dinanzi a una commissione di almeno sei membri, e discussione di un elaborato ponderoso. Così, sono stati inseriti in una graduatoria che è basata sul punteggio conseguito, sui titoli e sui successivi servizi di insegnamento. La graduatoria è come una promessa di lavoro che dice: - Hai diritto a un posto che acquisirai con l’anzianità di servizio. Il concorso che il ministro Profumo ha bandito modifica questo impegno perché consente che eventualmente un precario con minore punteggio scavalchi chi lo precede nella GE. Non meno grave è l’inversione a u che il Ministero dell’Istruzione ha fatto, nel breve arco di questa generazione, circa la selezione dei futuri docenti: il Ministro Berlinguer disse che occorreva formarli mediante corsi/concorsi, perché la selezione per concorso era inaffidabile (e così, dopo il 1999 non si è proceduto a bandire i concorsi, come si sarebbe dovuto a cadenza triennale, e gli aspiranti docenti non hanno avuto alternativa alle SSIS). Adesso Profumo capovolge la tesi. E non importa chi tra i due abbia ragione; ciò che è rilevante è che le regole sono state cambiate a partita in corso, sicché il precario perde sempre e comunque. Prima di bandire il concorso, il Ministro avrebbe fatto meglio a istituire l'organico funzionale d'istituto e di rete chiedendo al Governo di emanare i decreti attuativi dell’art.50 del d.l. Semplificazioni.

° Concorso Nazionale: “In memoria di Olga” - V Edizione A. S. 2012-2013
La scadenza per la presentazione dei lavori è fissata per il giorno 10 novembre 2012.

Lo indicono il Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria e la sezione Calabria della Società Astronomica Italiana, in collaborazione con il Centro Italiano femminile provinciale di Reggio Calabria, di intesa con la D.G. Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia scolastica. Il concorso è articolato nelle seguenti sezioni: Disegno, riservato alla Scuola dell’Infanzia, con tema “Disegnate il Cielo”; Testo Illustrato e Testo, riservati alla Scuola Primaria, con tema “Raccontate il Cielo”. Le opere, individuali, devono recare, oltre al nome dell’alunno che le ha realizzate, la firma dell’insegnante e la scuola di appartenenza. È ammessa una sola opera per alunno partecipante e non più di cinque per scuola. Le Composizioni (prosa o poesia) non devono superare le 80 righe (4 pagine); i Disegni possono avere un formato massimo A3, con piena libertà riguardo alla tecnica impiegata. I lavori vanno inviati all’indirizzo: Laboratorio di Didattica Pitagora Planetario Provincia, Casella Postale 32, 89100 Reggio Calabria.

° Con attenzione e cura, il Governo ha preparato un altro provvedimento per i pubblici dipendenti.
More solito, è l’ANIEF che denuncia con più forza la politica del Governo che non restituirà (D.L. n. 185 del 29 ottobre 2012) la fetta di stipendio sottratta negli ultimi ventidue mesi.
Che cosa stia facendo, il Governo, è chiaro: su mandato della UE, abbatte lo status socio-economico per salvaguardare quello dell’alta borghesia e restringe l’orizzonte prospettico della classe media. I ministri tecnici sono tempestivi e chirurgici nell’intervenire, e sempre sullo stesso malato. Pietro Perziani ci spiega il prossimo intervento. Riportiamo in parte.
“Lunedì scorso abbiamo dato notizia della Sentenza n. 223/2012 del 8/10/2012, che ha riunito in un’unica pronuncia diverse questioni di legittimità costituzionale, tra cui quella relativa alla rivalsa/ritenuta del 2,50% a carico dei pubblici dipendenti. Riassumiamo brevemente i termini della questione: - il D.L. 78/2010, convertito con legge 122/2010, ha stabilito che i pubblici dipendenti percepiscano non più la buonuscita (TFS/IBU), ma la liquidazione ( TFR) come i privati, a decorrere dal 1 gennaio 2011; - nel privato, il lavoratore non paga contributi, mentre nel pubblico paga il 2,50; - avendo unificato i due regimi, logica avrebbe voluto che il dipendente pubblico non pagasse più la ritenuta del 2,50%; l’INPS/INPDAP ha invece disposto che si continuasse a pagare la ritenuta; - a seguito di un ricorso avanzato da alcuni magistrati, il TAR della Calabria ha rinviato la questione alla Corte Costituzionale; - la pronuncia della Corte non avrebbe potuto essere più chiara: l’art. 12, comma 10 del D.L. 78/2010 sopra citato è illegittimo non in sé, ma nella parte “in cui non esclude l’applicazione a carico del dipendente della rivalsa del 2,50% della base contributiva”.Conclusione: la ritenuta non va più pagata e lo Stato deve restituire quanto pagato a partire dal 1 gennaio 2011. Sempre lunedì scorso, sulla base dei primi lanci di agenzia, abbiamo dato notizia che era stato approvato un Decreto Legge che disponeva la restituzione della ritenuta; una volta pubblicato il testo del Decreto è uscito che il Governo ha fatto l’operazione opposta: ha ripristinato la buonuscita. All’art. 1, comma 1 del Decreto viene abrogata la disposizione sopra citata: “Al fine di dare attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 223 del 2012 e di salvaguardare gli obiettivi di finanza pubblica, l'articolo 12, comma 10, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, è abrogato a decorrere dal 1° gennaio 2011”. Non solo viene ripristinato lo status quo ante, ma è come se la disposizione non fosse mai esistita; queste le conseguenze: - per chi è in servizio: si continuerà a pagare la ritenuta per il futuro e non si ha alcun diritto a recuperare quanto già versato; - per chi è cessato dal servizio a partire dal 1 gennaio 2011: entro un anno, verrà riliquidata la buonuscita applicando il sistema di calcolo del TFS; naturalmente, questi colleghi avranno un beneficio. …”. A questo punto, è del tutto inutile inviare diffide; decadano anche tutti i procedimenti già iniziati, a norma l’art. 1, comma 3 del Decreto: “I processi pendenti aventi ad oggetto la restituzione del contributo previdenziale obbligatorio nella misura del 2,5 per cento della base contributiva utile prevista dall'articolo 11 della legge 8 marzo 1968, n. 152, e dall'articolo 37 del testo unico delle norme sulle prestazioni previdenziali a favore dei dipendenti civili e militari dello Stato di cui al decreto Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1032, si estinguono di diritto”.
(Fonte: www.governarelascuola.it - 3 novembre 2012 )
Segnaliamo che il periodico digitale www.governarelascuola.it compie il primo anno di pubblicazioni. Nel numero 11 (3 novembre), Pietro Perziani tratteggia, con la consueta efficacia, il quadro dei provvedimenti sulla Scuola varati quest’anno; lo riporteremo in sede di rassegna stampa di fine settimana. Riportiamo un passo dell’editoriale. “A CHE PUNTO SIAMO? … Il sistema di istruzione e formazione è stato investito in questo ultimo anno da una congerie di provvedimenti, adottati senza alcun ordine o logica, nell’ambito di provvedimenti più vasti di contenimento della spesa della Pubblica Amministrazione; eravamo convinti che la scuola avesse già dato, ma evidentemente non è così. Ben pochi di questi provvedimenti sono andati a regime, le ultime novità fanno dimenticare i provvedimenti precedenti”.

° Indicazioni didattiche per l'insegnamento della religione cattolica nel II Ciclo
Nel sito del MIUR si dà notizia (Prot. n.7029 - 29 ottobre 2012) della pubblicazione delle Indicazioni per l'insegnamento della religione cattolica (con allegati).
Nella Gazzetta Ufficiale n. 242 del 16 ottobre 2012 è stato pubblicato il DPR 20 agosto 2012, n. 176, recante "Esecuzione dell'intesa sulle indicazioni didattiche per l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole del secondo ciclo di istruzione e nei percorsi di istruzione e formazione professionale firmata il 28 giugno 2012 tra il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Presidente della Conferenza episcopale italiana". Le indicazioni allegate al citato decreto presidenziale sono distintamente formulate per i licei (Allegato 1), gli istituti tecnici (Allegato 2), gli istituti professionali (Allegato 3) e i percorsi di istruzione e formazione professionale (Allegato 4). Le indicazioni sono applicabili fin dal corrente a.s., nelle classi prime di ciascun corso di studi, compatibilmente con la programmazione già effettuata e con i contenuti dei libri di testo in adozione. Dovranno, comunque, essere adottate in via definitiva a partire dalle classi prime nel prossimo anno scolastico 2013-14, per andare progressivamente a regime negli as.ss. successivi. Un allegato è relativo alla Intesa intervenuta, tra il MIUR e la Conferenza episcopale italiana, in attuazione di quanto stabilito dall'Accordo di revisione del Concordato lateranense tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana del 18 febbraio 1984.

° Notiziario sugli alunni con cittadinanza non italiana
Un altro pregevole studio dell’Ufficio di Statistica del MIUR. Lo si può consultare dalla home page del sito istituzionale. Ne diamo, in sintesi, la introduzione.

I dati presentati nel notiziario riguardano gli alunni stranieri frequentanti le scuole, statali e non statali, presenti sul territorio, compresi quelli senza permesso di soggiorno.
GLI ALUNNI STRANIERI NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO A.S. 2011/12. Gli alunni stranieri, sempre più numerosi e multietnici, hanno reso necessario un adeguamento della scuola alla nuova realtà di pluralismo culturale. Se si tiene conto che i Paesi di provenienza sono circa 200, è facile intuire la complessità del fenomeno soprattutto quando si tratta di sviluppare iniziative volte al sostegno dell’integrazione. Se nei primi anni l’incremento della presenza degli stranieri nelle scuole italiane era dovuto principalmente all’immigrazione, successivamente l’incremento degli stranieri è dovuto principalmente a quelli di seconda generazione. Nell’anno scolastico 2011/2012 il numero degli alunni con cittadinanza non italiana è pari a 755.939 unità. Il rapporto degli alunni stranieri sul totale degli alunni è in continua crescita per ciascun ordine di studio; nella scuola dell’obbligo ormai su 100 alunni 9 sono stranieri. Gli alunni nel complesso subiscono una lieve diminuzione (-0,1%) che risulta più evidente nella scuola primaria e secondaria di II grado (-0,3%), mentre tendono ad aumentare nella scuola dell’infanzia e secondaria di primo grado (rispettivamente 0,4% e 0,3%). Questo andamento è determinato dal continuo calo degli alunni italiani. I dati sulla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia indicano un calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani a fronte di un aumento dei nati da almeno un genitore straniero o entrambi genitori stranieri, pur se con un ritmo più contenuto. Questa tendenza ha determinato l’aumento degli stranieri di seconda generazione secondo una distribuzione diversificata nei diversi livelli scolastici: più dell’80% è presente nella scuola dell’infanzia e primaria, inoltre, rispetto allo scorso anno scolastico, gli stranieri di seconda generazione sono lievemente in crescita nella scuola secondaria di I e II grado (rispettivamente +1,2% e +0,4%). Il totale degli entrati per la prima volta nel sistema scolastico italiano è pari a 45.676 unità, e rappresenta il 6% degli studenti con cittadinanza non italiana, e lo 0,5% del totale degli studenti. La quota di alunni stranieri che sceglie la scuola statale rimane maggiore a quella degli alunni italiani. La presenza femminile di alunni stranieri è in media pari al 47,6% nei diversi ordini di studio. La percentuale più elevata si ha nella secondaria di II grado (49,5%) e, i preferiti risultano essere gli ex istituti magistrali, i licei classici e a seguire i licei linguistici, mentre negli istituti tecnici e professionali, scelti maggiormente dai ragazzi, la presenza femminile si attesta intorno al 44%. Continua la diminuzione del numero delle scuole statali e non statali che non accolgono alunni stranieri, in totale 1.000 scuole in meno. Nell’anno scolastico 2011/2012 circa il 73% del totale delle scuole ha una presenza percentuale di alunni con cittadinanza non italiana compresa tra uno e trenta. Il Ministero, avendo rilevato una eccessiva concentrazione di alunni stranieri in alcuni territori, ha fornito, con circolare n. 2 dell’8 gennaio 2010, in occasione delle iscrizioni degli alunni per l’anno scolastico 2010/2011, indicazioni per agevolare il migliore inserimento di questi alunni nella nostra realtà scolastica. Cosicché, viene previsto che il numero di alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna classe non debba superare in genere il 30% del totale degli iscritti, per una più equilibrata distribuzione tra istituti dello stesso territorio. Il limite del 30% è entrato in vigore dall’anno scolastico 2010/2011 ma in modo graduale, essendo stato introdotto a partire dal primo anno della scuola dell’infanzia e dalle classi prime sia della scuola primaria e sia della scuola secondaria di I e di II grado. Inoltre, detto limite può essere innalzato per la presenza di alunni stranieri già in possesso di adeguate competenze linguistiche, come può frequentemente accadere nel caso di quelli nati in Italia. Al contrario, il limite del 30% può invece essere ridotto, per la presenza di alunni stranieri con una scarsa padronanza della lingua italiana. La presenza degli alunni stranieri è disomogenea sia per quanto riguarda la provenienza sia per la distribuzione delle varie etnie sul territorio nazionale. La cittadinanza degli alunni non italiani conferma il quadro degli anni precedenti: il maggior flusso migratorio si registra dalla Romania che, con 141.050 unità, raggiunge una percentuale pari al 18,7% dell’intera popolazione scolastica straniera. A seguire gli studenti provenienti dall’Albania (circa 103.000 pari al 13,6%) e dal Marocco (12,7%). Il 50% degli studenti con cittadinanza rumena frequenta le scuole del Lazio, Piemonte e Lombardia. La metà degli studenti albanesi si trova in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana e un quarto degli alunni marocchini è in Lombardia. I comuni con un più elevato numero di presenze di studenti stranieri sono Roma (36.657), Milano (31.583) e Torino (22.843). L’analisi mette in evidenza il continuo e significativo miglioramento degli studenti stranieri nel rendimento scolastico. Se ne deduce che il lavoro svolto dalle scuole per favorire l’integrazione degli alunni stranieri continua a produrre risultati incoraggianti. In tutti gli ordini di studio e anni di corso è maggiore la percentuale di alunni ripetenti con cittadinanza non italiana. Le regioni italiane più industrializzate e pertanto con la maggior offerta di lavoro, sono quelle con una maggior presenza di studenti con cittadinanza non italiana; si noti, ad esempio, come un quarto del totale degli studenti stranieri sia concentrato in Lombardia. Considerando che una maggiore presenza di stranieri di seconda generazione è indice di una immigrazione meno recente, si può affermare che la Lombardia e il Veneto, dove più della metà degli studenti stranieri sono nati in Italia (50,9%), sono le regioni che per prime nel tempo hanno accolto gli immigrati. Tra gli alunni con cittadinanza non italiana occorre considerare anche gli studenti nomadi (Rom, Sinti e Caminanti) che si distribuiscono uniformemente nelle diverse ripartizioni geografiche ad eccezione del Nord-Est dove la loro presenza è più contenuta.

° Licei musicali e coreutici: Attività di rilevazione; Indagine conoscitiva nazionale.
La Nota n. 7030/2012 ha per oggetto: “Assetto strutturale, organizzativo e risultati conseguiti dagli studenti alla fine del primo biennio di attività dei Licei musicali e coreutici statali e paritari. Attività di rilevazione. Indagine conoscitiva nazionale”.

L’indagine conoscitiva è stata avviata, dalla D.G. per gli ordinamenti scolatici e per l’autonomia scolastica, nell’ambito delle attività della Rete Nazionale “Qualità e Sviluppo dei Licei Musicali e Coreutici”. Obiettivo dell’indagine è quello di supportare e indirizzare, a partire dall’analisi dell’esistente, l’organizzazione, la progettazione formativa e l’intera azione messa in campo dai Licei musicali e coreutici nel primo quinquennio di attività. Sono in atto disponibili due schede predisposte per l’indagine conoscitiva: una per la sezione musicale e una per quella coreutica. La compilazione avverrà tramite inserimento elettronico dei dati, in una pagina web accessibile direttamente all’indirizzo: www.istruzionemusica.it/lmc. Le schede di Indagine Conoscitiva saranno accessibili a partire dal 29 ottobre 2012 e rimarranno disponibili per tutto il periodo necessario per lo svolgimento dell’indagine; la distribuzione delle credenziali di accesso avverrà tramite spedizione per posta elettronica alle scuole interessate dall’indagine. La compilazione a cura delle istituzione scolastiche statali di ogni ordine e grado dovrà essere completata entro il 30/11/2012. Nel sito del MIUR è disponibile la Guida Operativa. Danno assistenza alle scuole: • per gli aspetti contenutistici,la dott.ssa Gemma Fiocchetta; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; • per gli aspetti tecnici, il prof. Andrea Turco – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. . I Referenti Regionali avranno il compito di controllare che le scuole delle proprie regioni concludano la rilevazione nei tempi previsti; l’accesso ai dati della piattaforma permetterà ai Referenti regionali di acquisire informazioni sin dalla fase di rilevazione.

° Il concorso a cattedre. Come prepararsi alla seconda parte della prova orale.
Terminata la “lezione simulata”, il candidato deve discuterne con la commissione. A leggere i programmi d’esame (all.3 del Decreto direttoriale), si ha la percezione di quale debba essere lo spessore professionale degli insegnanti.

La professione docente richiede conoscenze e competenze molteplici, tra le quali: la conoscenza dei contenuti disciplinari, con riferimento ai fondamenti epistemologici e agli strumenti didattici; la conoscenza dei fondamenti della pedagogia e della psicologia; le competenze nella programmazione e organizzazione dell’apprendimento (anche in materia di orientamento scolastico e di bisogni educativi speciali); le competenze docimologica e di valutazione di sistema; le conoscenze della legislazione e della normativa scolastica; la conoscenza della dimensione europea dell’educazione, e dei documenti europei in materia educativa recepiti dall’ordinamento italiano; la conoscenza di una lingua straniera comunitaria al livello B2 del QCER; - le competenze nell’uso didattico dei sussidi informatici. I commissari di concorso possono discutere di tutto ciò con i candidati, subito dopo la lezione “simulata”, e prendendo spunto da essa. E’ opportuno, dunque, che ogni candidato si prepari a questo colloquio chiarendo a se stesso le opzioni didattiche e metodologiche che utilizza nella lezione. Per ciascuna di queste scelte, il candidato deve possiede (è non è facile) a monte, il quadro delle teorie più qualificate e delle autoritates che hanno scritto in merito. E’ bene che il candidato abbia chiaro: - come ha collocato la lezione nella programmazione disciplinare (obiettivi disciplinari specifici, riferiti alle Indicazioni nazionali per i programmi di studio e alle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali; conoscenze e competenze pregresse necessarie agli alunni; obiettivi operativi, in termini di conoscenza e competenza); - quale assetto didattico ha immaginato, e quali attività didattiche; - quali criteri ha adottato nella scelta del corredo didattico strumentale;- quali forme di verifica e di “valutazione formativa” adotterebbe in funzione di questo o quell’obiettivo didattico programmato.

° Se non sarà emendato, il DDL Stabilità consentirà ai dirigenti di disporre d’ufficio il collocamento in ferie nei giorni delle vacanze natalizie e pasquali e nei “ponti”.
Il disegno di legge prevede un ampliamento dei periodi utili alla fruizione delle ferie.
Le nuove regole stabiliscono «che il periodo valido a tal fine sia quello della sospensione delle lezioni anziché delle attività didattiche, di modo che le sospensioni natalizia e pasquale, nonché gli eventuali ponti, e i giorni di sospensione a giugno siano validi per la fruizione delle ferie»”.
(Fonte: ItaliaOggi - 30/10/2012).
 

° Il proposito del Governo circa l’orario degli insegnanti. Non abbassiamo la guardia
Con l’eventuale aumento dell'orario a 24 ore, agli insegnanti della scuola secondaria, il MEF risparmierebbe ben più dei 182,9 milioni di euro che occorrono per il 2013. I partiti che appoggiano il Governo stanno studiando, in Commissione Bilancio, misure alternative sufficienti a reperire la somma; nel governo, però, resta l’intenzione di formalizzare l’aumento delle ore di servizio a scuola (non di lezione in classe) degli insegnanti. L’ANIEF chiama tutti i colleghi a seguirci, nelle prossime iniziative.

Ministro e sottosegretario Doria non sanno, o fingono di non sapere, che gli insegnanti svolgono onerose attività funzionali all’insegnamento in aula. Vogliono quantificarle ? Vogliono che siano effettuate all’interno delle scuole? U megghiu surdu e chiddu ca un voli sentiri. Ebbene sono in linea con i loro predecessori al MIUR. La novità è, semmai, che vogliono risparmiare sul finanziamento delle lezioni di recupero. Questo è ciò che si capisce dalla furbesca dichiarazione del sottosegretario che, mutuando dalla sua esperienza di maestro elementare il modello delle 24 ore, dichiara: “una parte dell’orario deve andare alla programmazione didattica, un’altra ai collegi e ai rapporti con le famiglie, al lavoro di recupero delle carenze di formazione, alla promozione delle eccellenze”. - Collega Doria, il lavoro di recupero delle carenze di formazione, se effettuato in forma non curricolare, si paga a parte ! Considerato tutto ciò, e considerato il giochino che il Governo sta preparando, è bene che i colleghi ci seguano nella iniziativa che abbiamo concordato con Cub-Sur, Orsa Scuola, Sab, Unicobas Scuola, Usb PI- Scuola e Usi Scuola: l'iniziativa “Profumo di didattica” (dal 5 al 10 novembre); e sarà anche necessario scioperare.

° Lezioni intra moenia? E’ una idea realizzabile, ma presuppone una resa
Si ripropone il tema della lezioni private da effettuarsi all’interno delle scuole.

Evidentemente non si ritiene realistico che la Scuola mantenga l’impegno a favore degli studenti in difficoltà finanziato con denaro pubblico. Sicché, per un verso, registriamo la furbesca dichiarazione del sottosegretario Doria (di cui alla precedente notizia) intesa a che il recupero didattico vada a carico dei docenti, per altro verso registriamo la contromossa sindacale che il recupero lo appioppa alle famiglia (sia pure a prezzo calmierato): “Il sindacato autonomo Snals vuole lanciare l''intramoenia' anche a scuola, come nella sanità… L'ipotesi non è nuova ed era già stata discussa dallo Snals anche con l'ex ministro Gelmini… i docenti potrebbero svolgere lezioni a pagamento all'interno di un istituto scolastico, rivolgendole ai ragazzi (ovviamente a eccezione degli studenti delle proprie classi), ma anche a un pubblico adulto secondo le esigenze del territorio…”. (Fonte: tuttoscuola.com – 26 ottobre 2012)

° Retribuzioni agli insegnanti, nei Paesi che alla Scuola ci tengono
Riportiamo, da la Repubblica. Le cifre sono riportate al lordo.

In Germania, un'insegnante di scuola superiore con 15 anni di servizio percepisce, secondo l'Ocse, la stratosferica cifra di 66.895 dollari Usa equivalenti, l'83 per cento in più di un collega italiano nelle stesse condizioni. Il divario di stipendio con la Danimarca scende al 59 per cento e con la Spagna al 33 per cento. Lo spread con i prof lussemburghesi, anche questi impegnati per 18 ore a settimana in classe con gli alunni e ai quali viene richiesta la presenza a scuola per 20 ore - comprese le 18 ore di lezione settimanali - è addirittura imbarazzante: 101.775 dollari Usa all'anno, quasi il triplo dei 36.582 percepiti da un professore italiano.
(Fonte:larepubblica.it – 28 ottobre 2012)

° A Palermo. Convegno regionale “Motivare all'Europa. Motivare con l'Europa”: come incentivare e indirizzare la motivazione degli studenti attraverso i progetti europei
Lo organizza l’USR Sicilia, per il prossimo 6 novembre, a Palazzo Steri, Piazza Marina. Alla manifestazione sono invitati i dd.ss. e i referenti per i progetti europei delle scuole siciliane; possono partecipare gli insegnanti, anche utilizzando uno dei giorni di permesso per la formazione e l’aggiornamento. Per partecipare alla Conferenza è necessario compilare il modulo di adesione allegato e inoltrarlo entro oggi 31 ottobre all’indirizzo e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , all’attenzione della Referente regionale del Piano “Europa dell’istruzione” Maria Pia Magliokeen, contattabile per informazioni allo 0916909255.