La Carta del docente va assegnata ai precari che hanno svolto 5-6 mesi di supplenza anche per un solo anno scolastico: poiché il ricorso con Anief è gratuito, vale la pena comunque chiedere e ottenere i 500 euro che l’amministrazione ha tenuto per sé in modo illegittimo. Così ha fatto un’insegnante presentando ricorso al Tribunale di Trieste, Sezione Civile Controversie del Lavoro: nell’anno scolastico 2021/22, la docente aveva lavorato come supplente, per capire se è stato giusto auto-finanziarsi l’aggiornamento. Il giudice ha ravvisato che se è vero che c’è obbligo per il docente di formarsi è altrettanto vero che l’amministrazione scolastica sbaglia a creare delle differenze di trattamento tra il personale di ruolo e precario.
Nello specifico, il Tribunale di Trieste ha spiegato che “i contratti collettivi di comparto riconoscono il diritto-dovere del personale docente alla partecipazione ad attività di formazione ed aggiornamento professionali (v. art. 28, C.C.N.L. 1995, artt. 63-64, C.C.N.L. 2007), e ciò senza alcuna distinzione fra personale di ruolo e personale non di ruolo”. Quindi, “nella fattispecie, deve poi evidenziarsi che sulla questione si è pronunciata la Corte di Giustizia Europea che, con ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022”, esprimendosi sulla causa C-450/2021, “ha statuito che il comma 121 della legge 107 del 2015 oggetto di causa, nella parte in cui non attribuisce il bonus di € 500,00 al personale a termine, contrasta con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (recepito con Direttiva 1999/70/CE)”.
Il giudice ha anche osservato che “l’importante pronunciamento della Corte di Giustizia poggia su due assunti fondamentali: Sotto un primo profilo si evidenzia che dalle norme interne emerge con chiarezza il principio secondo cui la formazione dei docenti, senza distinzione di categorie, è obbligatoria, permanente e strutturale. sotto un secondo profilo si rileva che, essendo i docenti a tempo determinato comparabili a quelli a tempo indeterminato dal punto di vista della tipologia di attività e di competenza professionale richiesta, non ricorrono ragioni oggettive che giustifichino la differenza di trattamento rispetto al riconoscimento della carta docente”.
“Diventa quasi lapalissiano commentare queste sentenze favorevoli a chi ha svolto almeno 5-6 mesi di supplenze l’anno – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – , ancora di più dopo le posizioni favorevoli assunte anche dal il Consiglio di Stato, sez. VII, che con la sentenza del 16 marzo 2022, n. 1842 ha annullato gli atti amministrativi che limitavano il beneficio ai soli docenti di ruolo, per contrarietà agli art. 3, 35 e 97 della Costituzione, come pure dall’Ordinanza della Corte di Giustizia UE in risposta alla causa C-450/2021. C’è poi la sentenza della Cassazione di un mese fa che ha allargato il bonus annuale ai precari contrattualizzati sino alla fine di ogni anno scolastico. I giudici non possono non tenere conto di tutte queste espressioni a senso unico. A questo punto, se la norma non dovesse mutare, diventa sempre più chiaro che per ottenere i 500 euro l’anno occorrerà continuare a presentare ricorsi gratuiti con Anief”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI TRIESTE
Il giudice ha scritto che “i principi giurisprudenziali sopra richiamati sono del tutto condivisi dallo scrivente e devono essere applicati al caso di specie, non avendo il Ministero allegato evidenza alcuna che giustifichi un diverso trattamento tra i docenti di ruolo e quelli precari”.
P.Q.M.
Definitivamente pronunziando, così decide:
1) accerta il diritto di parte ricorrente ad ottenere la carta docente l’anno scolastico 2021/2022 per l'importo di euro 500,00 annui e condanna il convenuto a mettere a disposizione della ricorrente detta carta docente (o altro equipollente) per poterne fruire nel rispetto dei vincoli di legge;
2) condanna il convenuto a rimborsare alla ricorrente le spese di lite, liquidate in complessivi € 258,00 per compensi professionali, oltre accessori, da distrarsi a favore dei procuratori antistatari.
Trieste, 21.11.2023
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