Anche per l’ottenimento della Carta del docente ai precari prendono largo le sentenze multiple, con più insegnanti che beneficiano nella stessa sentenza dei 500 euro annuali negati inizialmente dallo Stato: l’ultima sentenza “collettiva” arriva dal Tribunale del lavoro di Mantova, dove quattro docenti hanno ottenuto tra le 1.500 e le 2.500 euro ciascuno, proprio a seguito del ricorso presentato per via della mancata assegnazione della quota annuale utile all’aggiornamento della professione.
Nessun dubbio: è evidente che la Carta del docente per l’aggiornamento professionale “costituisce uno strumento destinato a favorire la formazione dei docenti”, ancora di più perché “la formazione costituisce elemento essenziale nell’attività lavorativa dei docenti, senza che rilevi, in questa prospettiva, la distinzione tra docenti assunti a tempo indeterminato e determinato”. A scriverlo è il tribunale di Mantova che nell’esaminare il ricorso di due docenti supplenti, presentato con i legali Anief, ha anche disposto di mutare quanto “disposto della legge n. 107/2015, che ha introdotto la Carta Docenti”, con la quale “si è scelto di riconoscere tale strumento solo ai docenti assunti a tempo indeterminato, dando luogo, in questo modo, a una evidente disparità di trattamento a danno dei docenti assunti a tempo determinato, senza che ciò trovi alcun tipo di giustificazione”. Il giudice del Lavoro ha quindi optato per “il diritto dei ricorrenti ad usufruire del beneficio economico della carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione” condannando “il Ministero convenuto a mettere a disposizione dei ricorrenti, tramite il sistema della Carta elettronica, le seguenti somme: euro 2.500,00 ed euro 2000,00”.
Sulla rinnovata ricostruzione di carriera del personale della scuola si è fatto un passo in avanti ma non è sufficiente, perché le discriminazioni continuano: lo riferisce il sindacato Anief, dopo un esame del suo Ufficio legale del decreto legge n. 69 “Salva-infrazioni” approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno scorso e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale. In linea generale, la nuova norma si applica soltanto ai neo-assunti dal prossimo anno scolastico ed è certamente vantaggiosa per chi ha svolto anni di supplenza annuale: in questi casi, il recupero economico può superare i 25 mila euro persi durante i primi 20 anni di servizio dopo l'immissione in ruolo. Ma per chi ha svolto altre tipologie di supplenze, dipende dal calcolo degli anni di effettivo servizio: per chi ha svolto in un anno almeno 180 giorni di supplenze, ad esempio, con questa nuova norma introdotta con il DL 69/23 salta l’equiparazione alla supplenza annuale, ignorando quindi la posizione invece favorevole della Corte di Cassazione.
La Carta del docente sarà assegnata dal prossimo anno scolastico anche a 85 mila docenti precari: lo prevede il decreto legge “Salva-infrazioni”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno scorso, con alcune importanti novità per il personale della scuola, ed appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Secondo il sindacato Anief significa avere raggiunto un importante obiettivo, frutto del ricorso vinto presso la Corte di Giustizia europea. I ricorsi però non finiscono qui: gli stessi docenti precari potranno infatti sempre rivolgersi al Tribunale, assistiti dai legali Anief, per ottenere 3 mila euro di arretrati da spendere per la formazione degli anni precedenti, dal 2016, realizzata a proprie spese. Il ricorso sarò presentato anche da tutti gli altri 250 mila supplenti con contratti in scadenza 30 giugno o di tipo “breve” che al momento non rientrano nella norma del decreto legge “Salva-infrazioni”.
È stato pubblicato poche ore fa inGazzetta Ufficiale il decreto-legge “Salva-infrazioni”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno scorso, con alcune importanti novità per il personale della scuola: le nuove norme riguardano le ricostruzione di carriera, senza più riduzioni per i periodi di precariato oltre i quattro anni, e la Carta del docente che andrà anche a tutti i precari che operano su posto vacante: Anief conferma che oltre ai dovuti correttivi, servono modifiche sostanziali per prevenire abusi e garantire lo stesso trattamento tra personale precario e di ruolo. Le modifiche chieste dal sindacato rappresentano anche una risposta corretta alle richieste presenti nella procedura d'infrazione 2, aperta dalla Commissione UE: si tratta della 4231/2014 sulla parità di trattamento tra personale precario e di ruolo della scuola pubblica e sulle misure atte a prevenire l'abuso dei contratti a termine, oltre che per rendere opzionale il passaggio dal vecchio al nuovo sistema della ricostruzione di carriera e l'estensione a tutto il personale precario della Carta del docente.