I periodi di supplenza prestati nelle scuole pubbliche vanno considerati pienamente utili alla ricostruzione di carriera: se l’amministrazione non lo fa, allora ci pensa il giudice a ricollocare nel giusto modo il lavoratore docente o Ata. Anche il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha espresso questo verdetto con una sentenza datata 14 giugno 2023: una docente, difesa dagli avvocati che operano per Anief, ha presentato ricorso chiedendo come mai non gli fossero stati riconosciuti tutti i servizi svolti “prima dell’immissione in ruolo dall’anno scolastico 2001/202 all’anno scolastico 2013/2014”. Ha quindi chiesto e ottenuto “il riconoscimento della fascia retributiva 3-8 e la condanna dell’Ente al pagamento delle differenze retributive conseguentemente dovute fino al conseguimento della fascia retributiva “9-14 anni”.
Sul rinnovo del contratto normativo 2019/21 dei dipendenti di Istruzione, Università e Ricerca potremmo essere al rush finale: “La prossima settimana – ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola - ci sarà una riunione all’Aran non stop, mercoledì 12 e giovedì 13 luglio, per la firma definitiva del Contratto: non sarà una passeggiata perché vi sono diversi aspetti da definire”.
Nuova vittoria per il sindacato rappresentativo Anief: il Tribunale di Trani, Sezione Lavoro, ha condannato il Mim al pagamento di un risarcimento nei confronti di un docente precario, con 6 anni di supplenze alle spalle. Il giudice ha fatto assegnare 500 euro annui, per un totale di 3mila euro
Ancora una sentenza che decreta l’assegnazione della Retribuzione professionale docente, pari a circa 175 euro mensili, anche ai precari con contratti di breve durata: a emetterla è stato Tribunale di Padova, sezione Lavoro, rispondendo in questo modo al ricorso, presentato dai legali Anief, di un insegnante della scuola secondaria di secondo grado che ha svolto delle supplenze con “il Ministero dell’Istruzione negli anni scolastici 2016/2017, 2017/18 in attività di docenza mediante la stipula di vari contratti d’insegnamento a tempo determinato”. Al docente il giudice ha assegnato circa 1.800 euro più interessi legali.
Il giudice ha dapprima appurato “che le mansioni svolte dal ricorrente, e più in generale dai docenti titolari di incarichi a breve o brevissimo termine, non appaiono, sulla base delle difese svolte dalle parti, differire dal punto di vista qualitativo da quelle svolte dai docenti a tempo indeterminato o da quelli assunti a tempo determinato con termine fissato al 30 giungo o al 31 agosto”. Quindi, il Tribunale veneto ha fatto sottolineare che la Corte di Cassazione ha ritenuto che “l’art. 7 del CCNL 15.03.2001 per il personale del comparto scuola, interpretato alla luce del principio di non discriminazione sancito dalla clausola 4 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/90/CE, attribuisce al comma 1 la Retribuzione Professionale Docenti a tutto il personale docente e d educativo, senza operare differenziazioni fra assunti a tempo indeterminato e determinato e fra le diverse tipologie di supplenze”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i Tribunali hanno appurato che la Retribuzione professionale docente e la Cia per il personale Ata risultano un diritto di tutti i lavoratori, anche di chi svolge un solo giorno di supplenza. Estrapolare dallo stipendio la Rpd è discriminante, perché si vanno a privare dei lavoratori già pagati molto meno di quello che meriterebbero, di circa 175 euro mensili. Per questo l’Anief è sempre più determinata nel presentare, con i propri legali, i ricorsi ad hoc per il recupero della Retribuzione professionale docente: ogni docente potrà valutare direttamente con le nostre strutture territoriali quale è l’entità della somma da recuperare istanza di recupero delle somme”.
Stamani Marcello Pacifico, leader del sindacato rappresentativo Anief, ha rilasciato un’intervista ai microfoni dell’agenzia Italia stampa. Il sindacalista ha parlato della carta docenti e ha sottolineato come grazie “all’operato del sindacato nel decreto salva-infrazioni sia stato riconosciuta ai precari con contratto al 31 agosto”. Ha anche ribadito come “ciò non basta, è necessario estenderla a tutti i supplenti. Per questo è necessario aderire all’azione legale promossa da Anief”.
La pandemia da Covid ci ha insegnato che la didattica a distanza è una risorsa preziosa in circostanza di forza maggiore che obbligano gli studenti a non frequentare la scuola: tutti i docenti l’hanno portata avanti, perché però solo quelli di ruolo hanno potuto contare sul bonus annuale della formazione di 500 euro? A farlo notare è stato il giudice del lavoro del Tribunale di Treviso che ha per questo motivo assegnato 5 annualità di Carta del docente, ad un’insegnante, pari a 2.500 euro. Nella sentenza, emessa il, si legge che “la Corte di Giustizia sez VI n.450 del 18/5/22 a seguito di domanda pregiudiziale ex art. 267 TFUE ha ritenuto che la carta docenti rientri tra le “condizioni di impiego” di cui alla clausola 4 accordo quadro in quanto indennità versata per sostenere la formazione continua dei docenti che è obbligatoria anche per i docenti non di ruolo, valorizzando, altresì, il dl 22/20 che, in relazione all’emergenza Covid, nel prevedere la didattica a distanza, ha ricordato che i docenti per potevano acquistare i supporti tecnologici necessari mediante “le risorse di cui alla Carta” ex art. 1 comma 121 L.107/15”.
Stamani, presso la Camera dei deputati, Anief è stata audita presso le Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro) su DL 75/2023 - PA Bis. Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato, ha sottolineato come la scuola abbia bisogno “di un organico aggiuntivo di personale docente educativo e Ata per attuare il PNRR, di soluzioni per integrare le graduatorie del concorso straordinario; di reintegrare il personale docente licenziato che ha superato l'anno di prova, e di interventi per garantire l'accesso in sovrannumero dei percorsi abilitanti di 30 CFU al personale docente di ruolo, precario con 36 mesi di servizio, ingabbiato”.
Assegnare il Fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante non ai Comuni, ma direttamente alle scuole; confermare il supporto psicologico e pedagogico-educativo, come in emergenza sanitaria, facendolo coordinare dagli Uffici Scolastici Regionali e dagli Ordini degli Psicologi regionali e dalle associazioni dei Pedagogisti ed Educatori; allargare il supporto e la consulenza degli esperti anchedi docenti epersonale ATA conla possibilità di accedere volontariamente a consulti individuali e ricorrenti per ricevere il necessario supporto psicologico sul luogo di lavoro. Sono i temi indicati oggi dalla delegazione Anief, ricevuta in audizione presso la settima Commissione per discutere il miglioramento del disegno di legge n. 28 “Fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante”.
Se “la PA si serve di personale docente non di ruolo per l’erogazione del servizio scolastico”, allora “deve curare la formazione anche di tale personale, al fine di garantire la qualità dell’insegnamento fornito agli studenti”: a scriverlo, in una sentenza pubblicata il 29 giugno scorso, è stato il Tribunale di Treviso nell’esaminare il ricorso prodotto da un’insegnante precaria che ha rivendicato la Carta del docente per le due annualità, 2020/21 e 2021/22, svolte come supplente. Il giudice del lavoro ha quindi ricordato quanto affermato, con pronuncia 1842/22, dal Consiglio di Stato: tale sistema, oltre a discriminare il personale della scuola, “collide – anche - con il principio di buon andamento della PA in quanto “è evidente la non conformità ai canoni di buona amministrazione”. In conclusione, all’insegnante verranno presto assegnato le 1.000 euro della card elettronica dell’importo di 500 euro annuali introdotta dall’art. 1 comma 121 L.107/15 “al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.
L’ultima chiamata per salvare l’anno scolastico è il decreto legge 69 Salva-Infrazioni: la versione del DL approvata dal Consiglio dei Ministri ha modificato solo le regole sulla ricostruzione di carriera, imponendo il riconoscimento dell'effettivo servizio per intero, e aperto all’assegnazione della carta docente ai supplenti annuali ma solo ai supplenti con nomina fino al 31 agosto. Sono due prime risposte alle richieste del sindacato, in particolare alle pressioni effettuate dall’Anief al governo, ma risultano insufficienti per iniziare le lezioni a settembre senza prefigurare grossissimi problemi all’impianto organizzativo della macchina scolastica italiana. Le modifiche risolutive sono state chieste dal giovane sindacato e raccolte da diverse forze politiche: in Senato, maggioranza e opposizioni hanno infatti presentato quasi tutti gli emendamenti proposti dall’Anief (25 su 30) e già in settimana si attende l’esito attraverso l'esame di ammissibilità, l’eventuale segnalazione e poi il voto finale.
Non c’è solo l’orientamento euro-unitario a dire che la Carta del docente va data anche ai precari: “deve affermarsi in linea generale che anche il docente assunto a tempo determinato ha diritto a ricevere la Carta Elettronica, trovandosi in una situazione analoga a quella del docente di ruolo. Si ricorda, a questo proposito, che la disparità di trattamento (a sfavore dei lavoratori precari o già precari) tra periodi di lavoro con contratti a termine e periodi di lavoro a tempo indeterminato, “non può essere giustificata dalla natura non di ruolo del rapporto di impiego, dalla novità di ogni singolo contratto rispetto al precedente, dalle modalità di reclutamento del personale nel settore scolastico e dalle esigenze che il sistema mira ad assicurare”, come ha stabilito la Corte di Cassazione nel 2019 con la sentenza n. 31149. Così si è espresso il giudice del lavoro di Venezia, assegnando 1.500 ad un insegnante che ha presentato ricorso con i legali Anief, per tre supplenze svolte formandosi a proprie spese, specificando che sulla questione “era già intervenuta CGUE 2022 (maggio) e CdS pubblicata il 16.3.2022 senza che il Ministero abbia inteso modificare la propria azione e quindi dando vita al presente contenzioso”.
Organico aggiuntivo, allargamento delle graduatorie dei concorsi, reintegro del personale licenziato, parità di trattamento dei precari anche per quanto riguarda la Carta docente: sono le richieste che il sindacato Anief ha presentato o si appresta a presentare per fornire delle risposte immediate ed evitare che a settembre i problemi irrisolti diventino irreversibili e compromettano didattica e regolare svolgimento delle lezioni.
I sindacati rappresentativi del comparto Istruzione e Ricerca sono stati convocati per dopodomani, lunedì 3 luglio, alle ore 11.30, per una informativa sugli schemi di decreto ministeriale relativi ai concorsi del personale scolastico su posti comuni e di sostegno, dalla scuola dell’Infanzia e primaria fino alla secondaria, per la quale dovranno essere definite le linee guida delle discipline Stem.
Ai docenti precari va assegnata “la medesima progressione economica” dei colleghi di ruolo: lo ha confermato ilTribunale di Verona nell’esaminare la richiesta di corretta collocazione stipendiale da parte di un docente assistito dai legali Anief che ha svolto alcuni periodi di supplenza con contratti a tempo determinato, a partire dal 25.9.2006, senza però che questi avessero alcuna ripercussione nelle fasce stipendiali. Oltre all’aumento stipendiale, conseguente alla ricollocazione in una fascia superiore, l’amministrazione è stata condannata “a pagare alla ricorrente, la somma di € 2.170,63 a titolo di differenze retributive tra quanto percepito in forza dei contratti a termine con retribuzione iniziale e quanto dovuto in applicazione della medesima progressione stipendiale dei docenti di ruolo oltre alla maggior somma tra rivalutazione ed interessi legali dalla data della maturazione dei singoli crediti sino al saldo”.
Dopo l’arrivo dell'educazione civica, nelle scuole a breve potremmo assistere anche alle lezioni di educazione finanziaria: richiesta arriva dal sindacato Anief, attraverso una specifica proposta di modifica del disegno di legge "Competitività dei capitali" (Atto Senato 674). Con la richiesta, inviata alla VI Commissione Finanze e Tesoro del Senato che sta esaminando gli emendamenti al decreto, si intende modificare l'articolo 21 del testo introducendo l'insegnamento dell’educazione finanziaria in ogni ordine e grado scolastico: le lezioni si svolgerebbero durante le ore di educazione civica.
Ancora una sentenza sulla Carta del docente da assegnare anche ai precari: stavolta è il Tribunale di Verona, sezione lavoro, a dire sì al ricorso prodotto dai legali che operano per il sindacato Anief, in difesa di un insegnante che non ha potuto “usufruire della “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente per gli anni scolastici 2016/17, 2017/18, 2018/19, 2019/20, 2020/21, 2021/22, 2022/23”. Il giudice ha esaminato il caso e concluso che “le domande di parte ricorrente come precisate in udienza sono fondate e devono essere accolte”, perché la Corte di giustizia dell’Unione Europea “ha valorizzato il fatto che dalle norme interne (in particolare l’art. 282 D.lgs n. 297/1994, le previsioni della contrattazione collettiva del comparto scuola, e da ultimo l’art. 63 e l’art. 1 L. n. 107/2015) emerge il principio secondo cui la formazione dei docenti è obbligatoria, permanente e strutturale”.
Sugli organici del personale scolastico vi sono degli obiettivi concordati e da garantire a livello europeo nell’ambito del quadro strategico dell’istruzione: uno di questi è la presenza adeguata anche di personale ATA, che però in Italia non è garantita. A sollevare la questione della mancanza di lavoratori, in particolare nelle scuole della Sicilia, è stato l’eurodeputato Ignazio Corrao (Verts/ALE), con una interrogazione indirizzata alla Commissione europea: nella risposta scritta, arrivata ora, la Commissione UE ha ribadito l’importanza dell’intervento del Ministero, che ha competenza per le assunzioni e la retribuzione del personale docente e scolastico, oltre che per l’investimento di risorse, con l’obiettivo di garantire un livello minimo del servizio.
Ha sbagliato lo Stato a non assegnare usufruire la Carta del docente ai precari: anche secondo il Tribunale di Verona. Il giudice del lavoro ha stavolta esaminato, su richiesta dei legali Anief, il ricorso di una insegnante che si era visto negare, si legge nella sentenza, “della “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente per gli anni scolastici 2017/18, 2018/19, 2019/20, 2020/21, 2021/22, 2022/23”, pari a complessivi 3mila euro. Pertanto, “in accoglimento del ricorso”, ha dichiarato “il diritto della ricorrente ad usufruire del beneficio economico di € 500,00 annui tramite Carta Elettronica del docente per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all'art. 1 della Legge n. 107/2015”.
Ancora un insegnante precario che si vede negare per anni la Carta del docente, presenta ricorso e recupera 2mila euro riconducibili a quattro supplenze annuali svolte tra il 2018 e il 2022. A decidere per l’assegnazione della somma al docente è stata la sezione Lavoro del tribunale di Rovigo sostenendo che “con recente decisione, il Consiglio di Stato (sentenza n. 1842/2022) ha annullato il D.P.C.M. n. 32313 del 2015, evidenziando come una interpretazione costituzionalmente orientata della L. n. 107/2015 impone di riconoscere il bonus di € 500,00 anche al personale assunto a tempo determinato, stante la contrarietà di detta esclusione rispetto ai precetti degli artt. 3, 35 e 97 Cost. e degli artt. 29, 63 e 64 del C.C.N.L. del 29/11/2007, secondo cui l’obbligo formativo grava anche sui docenti precari”. Inoltre, ha ricordato sulla vicenda è intervenuta anche la Corte di giustizia dell’Unione Europea, che ha bocciato “la normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.
È appena terminata l’audizione al Senato per discutere del decreto legge Salva-Infrazioni 69/23: a presentare i motivi degli emendamenti da introdurre il sindacato Anief, nel corso dell’incontro in IV Commissione di Palazzo Madama, Politiche dell'Unione Europea. Marcello Pacifico, presidente nazionale della giovane organizzazione sindacale, ha illustrato le 15 proposte di modifica agli articoli 11, 14 e 15 del DL approvato dal Consiglio dei Ministri, a partire dagli effetti della procedura di infrazione n. 2014/4231 sui contratti di lavoro a tempo indeterminato nel settore pubblico, in particolare sul precariato scolastico, universitario e Afam.
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