Arriva la conferma dell’Aran: le ferie vanno comunicate dal dirigente al lavoratore, altrimenti devono essere retribuite. Il parere pubblicato dopo la sentenza del 18 gennaio 2024 della Corte di giustizia europea sulla compatibilità della norma italiana che vieta la monetizzazione delle ferie a dispetto di quanto previsto dalla direttiva 88/2003 nella causa C-218/22.
L’età del personale scolastico cresce. Anche tanto. Lo ha ravvisato l’Aran, l’Agenzia che opera per la PA, aggiornando i dati relativi agli occupati nella Pubblica Amministrazione per classi di età e genere. Nella scuola l’invecchiamento è evidente: su 1.183.442 lavoratori complessivi (di cui 933.945 donne e e 249.497 uomini), quasi la metà (ben 449.992) è compresa nella classe di età 50-59 anni. Nella PA la presenza di dipendenti appartenenti alla fascia anagrafica 50-59 anni è minore: su 3.238.744 lavoratori, solo 1.266.135 sono collocati in quel range. Nella scuola, se si guarda a tutti gli over 50 si scopre che oltre il 56,5% rientra in questa casistica. È emblematico anche che l’età media del personale scolastico, in prevalenza composto da insegnanti, è pari a 50,6 anni per gli uomini, 50,4 anni per le donne. Nei numeri dell’Aran c’è anche la mancanza di possibilità di fare carriera per chi lavora a scuola: su 1.183.442 lavoratori, ben 1.175.897 è personale non dirigente.
Sulla Carta del docente ancora una volta i legali Anief fanno il pieno di giustizia: al termine della loro azione giudiziaria per rivendicare i 500 euro annui per sei supplenze annuali svolte dal docente, il giudice del lavoro di Livorno gli ha dato piena ragione risarcendo l’insegnante con 3.000 euro e condannando il Ministero dell’Istruzione e del Merito anche al pagamento delle spese processuali pari a ben oltre 1.000 euro.
Sono molteplici i lati positivi e innovativi introdotti con il Contratto collettivo nazionale 2019/2021 riguardante i comparti Istruzione, Università e Ricerca: uno di questi riguarda gli assistenti tecnici del primo ciclo a cui è stata assegnata un’indennità di disagio, il cui tetto massimo – arrivato a 800 euro lordi annui - è stato aumentato proprio su richiesta dell’Anief. In pratica, i circa mille assistenti tecnici introdotti dall’anno scolastico 2021/22, destinati ai laboratori “Informatica” delle scuole dell’infanzia e primarie.
“Il Contratto collettivo nazionale 2019/2021 dei comparti Istruzione, Università e Ricerca ha prodotto diversi aspetti positivi, sia di tipo economico che normativo”: lo ha ricordato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, replicando in questo modo a chi ancora accusa i sindacati firmatari dell’intesa sottoscritta lo scorso 18 gennaio di non avere fatto il bene di circa un milione e mezzo di lavoratori.
Sulla Carta del docente c’è un’Ordinanza della Corte di Giustizia Europea, emessa dalla VI Sezione il 18 maggio 2022 nella causa c-450/2, che ha superato il comma 121 della legge 107 del 2015 che negando il bonus di 500 euro al personale a termine contrasta “con la clausola 4 dell’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato (recepito con Direttiva 1999/70/CE). Pertanto la quota annuale per l’aggiornamento va assegnata anche ai precari. E questo stanno facendo i giudici. Anche quello di Livorno, che ha accordato i 1.500 euro della Carta docente ad un insegnante della scuola secondaria superiore che tra il 2021 e l’anno scolastico in corso ha stipulato tre supplenze annuali con scadenza 31 agosto e 30 giugno.
Partendo dall’assunto legislativo introdotto con la Legge n. 107/2015 che la formazione degli insegnanti è “obbligatoria, permanente e strutturale”, per quale motivo i docenti precari non hanno accesso alla Carta del docente utile all’aggiornamento professionale? È chiaro che si tratta di un errore del legislatore. A questa conclusione è arrivato il giudice del lavoro di Livorno che ha accolto in pieno il ricorso prodotto dai legali Anief in difesa di un insegnante che nell’ultimo triennio scolastico ha lavorato come supplente, con contratti in scadenza 30 giugno e 31 agosto, senza ricevere un euro per la sua formazione.
Si è appena concluso al MIM l’incontro sull’Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo concernente le modalità di partecipazione ai percorsi della formazione in servizio incentivata del personale docente di ruolo e delle figure di sistema per l’anno scolastico 2023/2024, ai sensi dell’art. 16-ter, commi 1 e 3, Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59.
“Sulla mancata immissione in ruolo da Gps il sindacato Anief non si dà pace: la norma che blocca le stabilizzazioni, dopo tre anni di corretta procedura, è inopportuna e va assolutamente cambiata perché adottandola si andrebbero a discriminare migliaia di precari ad un passo dal ruolo e si creerebbe un ulteriore danno a nostri alunni disabili: anche i casi di alunni, come accaduto nei giorni scorsi a Ladispoli, dove un bambino con deficit di attenzione e iperattività era diventato quasi ingestibile ancora di più per carenza di personale, non potranno che aumentare.
Sulla Carta del docente negata ai precari l’Unione europea non transige: lo ricorda il tribunale del lavoro di Pisa nel risarcire un’insegnante, difesa dai legali che operano per Anief, che per 5 anni ha svolto supplenze annuali senza vedersi assegnare la card annuale da 500 euro per la formazione e l’aggiornamento.
Seminari di legislazione scolastica “Il CCNL 2019- 21 Approfondimenti” e Assemblee sindacali: il sindacato rappresentativo Anief continua la campagna di formazione e informazione per i docenti e gli Ata delle scuole italiane, anche all’estero. Presente agli incontri Marcello Pacifico, leader nazionale Anief.
“Anche i docenti a tempo determinato, pur se titolari di supplenze brevi, hanno diritto alla retribuzione professionale docenti”: lo scrive il giudice del lavoro di Padova nell’accogliere il ricorso presentato dai legali Anief in difesa di un’insegnante che ha svolto “supplenze brevi e saltuarie negli anni scolastici 2017-2018 e 2018-2019” senza vedersi riconoscere un euro nello stipendio per la voce “Retribuzione professionale docente” invece accordati ai colleghi di ruolo e supplenti annuali.
Come tutti gli insegnanti con contratto annuale, anche i docenti di sostegno precari della scuola primaria hanno pieno diritto ad avere la Carta del docente utile all’aggiornamento professionale: lo ha ribadito il giudice del lavoro di Padova, nel dire “sì” alla richiesta dei legali Anief in difesa di una maestra di sostegno nell’ultimo anno di precariato prima di essere immessa in ruolo. Alla richiesta della docente, che nell’anno scolastico 2018/19 aveva svolto una supplenza annuale di 24 ore settimanali, su sostegno agli alunni con disabilità, in un istituto comprensivo di Padova, il giudice ha risposto positivamente poiché, ha spiegato nella sentenza, i giudici nazionali sono “tenuti ad assicurare ai singoli la tutela giurisdizionale che deriva dalle norme del diritto dell’Unione e a garantirne la piena efficacia” e quindi “debbono disapplicare, ove risulti preclusa l’interpretazione conforme, qualsiasi contraria disposizione del diritto interno (sentenza CGUE, C-177/10, Rosada Santana, punti da 46 a 56, cfr. Cass. n. 16096 del 9 giugno 2021)”.
“Come si poteva lasciare il più grande comparto pubblico italiano senza contratto di lavoro considerando l’impossibilità della parte pubblica a poter investire ulteriormente nel settore?”: lo chiede Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a tutti coloro che continuano a denigrare l’accordo sul Contratto collettivo nazionale di lavoro 2019/2021, sottoscritto il 18 gennaio scorso tra quasi tutti i sindacati rappresentativi e l’Aran. “Poteva andare meglio – dice Pacifico – ma è anche vero che con quella firma abbiamo assicurato il raggiungimento di alcuni importanti risultati, ad iniziare dal riconoscimento dell’aumento di 8,4% per il compenso individuale accessorio, del 5,2% per la retribuzione professionale docenti e del 39,3% per i direttori dei servizi generali e amministrativi, oltre che benefici non indifferenti e scontati a livello di organizzazione scolastica”.
Si è da poco concluso il primo confronto con il MIM in merito alle novità relative alle posizioni economiche del personale ATA nonché alla procedura valutativa per la progressione all’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione ai sensi del nuovo CCNL. Per l'Anief hanno partecipato la Segretaria Generale Chiara Cozzetto e i membri della Consulta ATA Cristina Dal Pino e Alberigo Sorrentino.
In merito ai criteri di riparto presentati oggi dall'Amministrazione, l'Anief ha proposto di seguire quello proporzionale ai contingenti già stanziati, così da escludere disparità di trattamento tra i diversi profili professionali. Si tratta di oltre 28.000 posizioni economiche attivabili per i collaboratori scolastici e circa 12.650 posizioni economiche per gli assistenti amministrativi. “È fondamentale - dichiara Marcello Pacifico, presidente Nazionale Anief – che ci sia un vero e proprio ripristino dell’istituto contrattuale delle posizioni economiche, con compensi fissi e continuativi, e non una mera operazione una tantum con conseguente eventuale futuro “blocco delle posizioni economiche” e richiesta di restituzione dei compensi percepiti come già accaduto in passato”.
“Anief ha inoltre richiesto – prosegue il sindacalista - di provvedere alla formazione per la prima posizione economica di tutto il personale in servizio a tempo indeterminato, definendo gli argomenti di corsi di formazione per la realizzazione di nuove mansioni riguardanti, per l’area A, l’assistenza non specialistica agli alunni diversamente abili e la disposizione degli interventi di primo soccorso e, per l’Area B, dei compiti di collaborazione amministrativa, responsabilità operativa e sostituzione DSGA”.
In merito alla procedura valutativa per la progressione all’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione, inoltre, l’Amministrazione ha comunicato il numero dei posti per DSGA vacanti da doversi ricoprire, ferma restando la riserva di almeno il 50% delle posizioni disponibili destinata all’accesso dall’esterno, così come indicato all’art. 52 del D.lgs 30 marzo 2001. Dalla rilevazione effettuata risultano circa 1435 posti da poter bandire per questa procedura, mentre i potenziali beneficiari sarebbero pari a poco meno di 1800 unità.
L’amministrazione ha condiviso con i sindacati i posti vacanti stimati per Regione, atteso che la procedura sarà regionale. In Lombardia si registra il maggior numero di posti vacanti (circa 400); seguono il Veneto e il Lazio. Pochi i posti in Molise e in Basilicata.
Quanto ai criteri relativi alla procedura valutativa, il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha sottolineato in primo luogo la necessità di conferire la massima valorizzazione agli anni di servizio svolti nel ruolo di DSGA FF. Nel merito delle tabelle è stata evidenziata l'importanza di procedere alla valutazione del titolo specifico (laurea specialistica) e del relativo voto di laurea. Il sindacato Anief ha, inoltre, sottolineato l'importanza che la procedura di progressione valutativa prevista dal CCNL sia accompagnata da un percorso adeguato di formazione degli interessati. La delegazione Anief, infine, ha chiesto all’Amministrazione di contemperare le procedure di progressione verticali con la mobilità attualmente in corso.
“Il primo settembre alle scuole deve essere garantita la presenza di un DSGA – conclude Pacifico – dobbiamo evitare il ricorso ad incarichi ad interim a causa di eventuali ritardi. Avere personale qualificato professionalmente e adeguatamente formato consente di raggiungere l’efficienza e l’efficacia al quale mira tutta l’azione della Pubblica Amministrazione”. L'incontro si è concluso con un rinvio a breve per apportare le dovute modifiche ai documenti oggetto di confronto odierno con i sindacati.
Altro che aumenti da inizio 2024: secondo le informazioni che pervengono dai diretti interessati, nel mese di gennaio e febbraio i precari della scuola non hanno avuto l’aumento mensile medio di 60 euro annunciato dall’amministrazione come indennità di vacanza contrattuale per via del mancato rinnovo del Ccnl 2022-2024. Si tratta della stessa somma, “spalmata” per tutto il 2024, invece assegnata in unica soluzione (800 euro medi) con la busta paga di dicembre al personale docente e Ata di ruolo.
Anche sulle ferie non godute dai supplenti aveva ragione l’Ufficio legale Anief: vanno pagate. A ribadirlo è il tribunale di Trapani, il quale, con una sentenza esemplare del 28 febbraio, ha spiegato che “nonostante le disposizioni appena riportate inducano a ritenere che, nei periodi di sospensione delle lezioni, il personale docente sia da considerare come in ferie d’ufficio (quindi, il divieto di monetizzazione delle ferie, che per i docenti a termine subisce una deroga limitatamente alla differenza tra il numero di giorni di ferie spettanti e il numero dei giorni di sospensione delle lezioni, e al di là di tale confine sembra operare normalmente), occorre prendere atto del fatto che la Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata raggiungendo le conclusioni opposte”. Ne consegue, nella fattispecie, che nel caso del docente precario, assistito dai legali che operano per Anief, “si indicano come non fruiti” diversi giorni di ferie e quindi “l’indennità sostitutiva delle ferie non godute va quantificata in € 1.217,73”.
Sta arrivando a compimento la battaglia condotta da Anief per il reclutamento degli idr di ogni ordine e grado. Con il Decreto legge 126 del 2019, preceduto dall'Intesa del 11 gennaio 2024, n.1, il MIM è autorizzato a bandire un concorso ordinario per l'IRC, entro l'anno 2024, per coprire il 30% dei posti vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2022/2023 al 2024/2025. Lo stesso Decreto legge autorizza il MIM, contestualmente alla procedura ordinaria anche la procedura straordinaria, preceduta dal D.M. del 19 gennaio 2024, n.9, registrato dalla Corte dei Conti il 20 febbraio2024 al n. 372, per la copertura del 70 % dei posti vacanti e disponibili per il triennio scolastico dal 2022/2023 al 2024/2025 fino al totale esaurimento di ciascuna graduatoria di merito.
Malgrado l’innegabile impegno del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sui pagamenti dei supplenti con contratto breve e saltuario continuano ad esserci problemi e ritardi inaccettabili: una docente ha raccontato a Fanpage.it che non ha ancora ricevuto ancora le retribuzioni spettanti per il lavoro svolto tra il 13 ottobre 2023 e lo scorso 29 febbraio, per un totale di circa 9mila euro. “Non ho ricevuto alcun stipendio, nemmeno la tredicesima mensilità. Mi rendo conto che la mia situazione è diversa da quella delle mie colleghe. Mio marito infatti ha un lavoro e ho due figli adolescenti. A differenza loro quindi ho altre entrate economiche. Ciò non toglie però il fatto che ci sia stato negato un diritto costituzionale”.
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