“Il legislatore è intervenuto sulla ricostruzione di carriera e sulla Carta Docenti, però sulla precarietà c'è ancora molto da fare”: lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a margine di un convegno a Palermo, svolto nella Sala rossa di Palazzo Reale, dove l’organizzazione sindacale, nel 15simo anno della sua nascita, ha organizzato una giornata di studio dal titolo “Mim, Mur e Sindacato nella sfida del Pnrr”.
Nell’ultimo periodo, per effetto del Pnrr il legislatore è intervenuto diverse volte sui rapporti di lavoro, sulla formazione del personale e sui compensi da dare al personale della scuola: gli stessi diritti, di insegnanti e personale Ata, stati riportati in contrattazione grazie all’approdo dell’Anief al tavolo dell’Aran. A ricordarlo è stato il suo presidente, Marcello Pacifico, rivolgendosi a centinaia di delegati e al consiglio nazionale riuniti a Terrasini, vicino Palermo, dove è in corso di svolgimento la Scuola estiva del giovane sindacato rappresentativo, la prima dopo la pandemia da Covid.
Non dare la Carta annuale del docente ai precari significa non applicare la direttiva UE 1999/70, gli degli articoli 3, 35 e 97 della Costituzione, oltre che procedere con erronea applicazione dell’art. 282 del D. Lgs. n. 297/94, degli artt. 29, 63 e 64 del C.c.n.l. del 29/11/2007, nonché dell’art. 2 del d. lgs. n. 165/2001. A sostenerlo è il Tribunale di Rovigo, che, sollecitato a maggio dai legali Anief, il 18 luglio ha condannato il ministero dell’Istruzione e del Merito ad assegnare 2.500 ad una docente che ha svolto supplenze annuali, presso scuole primarie e istituti comprensivi, negli anni scolastici 2018/19, 2019/20, 2020/21, 2021/22 e 2022/23. La sentenza favorevole al docente supplente difeso dall’Anief arriva dopo quelle espresse dalle aule giudiziarie di Treviso, Trani , Velletri, Venezia. E anche di Udine, dove il giudice ha detto che la card annuale da 500 euro va anche ai “docenti a tempo determinato (come gli appellanti), così colmandosi la lacuna previsionale dell’art. 1, comma 121, della l. n. 107/2015, che menziona i soli docenti di ruolo”.
Il decreto legge Salva Infrazione 69/23 è stato approvato in Senato e ora passa all'esame della Camera: il testo definitivo è stato praticamente blindato dal ministero dell’Economia e dal Mae. C’è solo l’impegno del Governo a verificare la possibilità di assumere dalle Gps anche su materia. Ritirati, respinti o trasformati in ordini del giorno diversi emendamenti chiesti da Anief che conferma a questo punto le intenzioni di rivolversi per iscritto alla Commissione europea per denunciare la perdurante violazione della procedura di infrazione 4231/14 e riprenderà il contenzioso al giudice del lavoro dopo le pronunce della Cassazione.
SCUOLA - DL Salva Infrazioni, testo blindato ma per i precari la porta rimane aperta: sì alla procedura d’assunzione dei precari AFAM e all’ordine del giorno che impegna il Governo a discutere con la Commissione UE le immissioni in ruolo da Gps
"In Parlamento, prima della pausa estiva, si discutono alcuni provvedimenti importanti sulla scuola: il decreto Salva Infrazioni e il decreto PA Bis". A ricordarlo è Marcello Pacifico, Presidente dell'Anief, sottolineando che il sindacato "ha avuto due audizioni alla Camera dei Deputati ed al Senato ed ha rappresentato quali sono le urgenze". Il sindacalista ha detto che "abbiamo certamente bisogno di una norma che stabilisca la parità di trattamento fra personale precario e di dì ruolo ed eviti l'abuso dei contratti a termine attraverso il doppio canale di reclutamento. E poi c'è sempre il tema del riconoscimento del servizio prestato nelle scuole ai fini della ricostruzione di carriera e della estensione della Carta dei docenti a tutto il personale precario non solo agli 81mila supplenti al 31 agosto che avremo il prossimo anno".
"C’è tanto da fare, ma senza risorse aggiuntive non si poteva altro”: il commento è di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sulla firma che il suo sindacato ha apposto venerdì scorso al contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 all’Aran e che dal 7 settembre sarà ulteriormente definito con l’avvio della sequenza contrattuale. Intervistato dalla Voce della Scuola, il sindacalista ha detto che “sull’ordinamento del personale Ata era ora di cambiare. Si è preso atto dopo 30 anni che i vecchi profili As e C non sono mai stati attivati e si sono trovate delle soluzioni per sbloccare i facenti funzioni ma quelle posizioni economiche sono bloccate anch’esse da 12 anni”. Firmando il Ccnl “siamo riusciti a dirottare alcune risorse dei docenti con la contrapposizione di altre sigle sindacali per via equitativa anche al personale Ata, non era mai successo”.
Oggi pomeriggio, nel corso di una diretta su Orizzonte scuola Tv, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, è intervenuto in una trasmissione dedicata alla firma dell’ipotesi di accordo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per il comparto dell’istruzione e della ricerca, relativo al periodo 2019-2021. Infatti, “dopo giorni di negoziati intensi, Aran e organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo che riguarda oltre un milione di dipendenti nel settore”. In collegamento Gianna Fracassi (Flc Cgil), Ivana Barbacci (Cisl Scuola), Elvira Serafini (Snals), Antonietta Toraldo (Gilda) e Marcello Pacifico (Anief).
"Non c'è da spiegare o difendere un contratto perché i contratti si firmano per dare soldi ai lavoratori. Certamente sono pochi, ma sono soldi che riguardavano il triennio contrattuale 2019-2021, prima che l'inflazione schizzasse di dodici punti e per un triennio in cui l'inflazione è stata di due punti e mezzo": così Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che ha ribadito i motivi che hanno portato il giovane sindacato a firmare il suo primo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 firmato due giorni fa all’Aran che dal 7 settembre sarà ulteriormente definito attraverso l’avvio della sequenza contrattuale.
La politica ha accolto alcune proposte Anief rivolte ai docenti precari che dopo dieci anni possono finalmente avere accesso all’abilitazione diretta. Trattasi di un’apertura importante che verrà accolta con favore dai precari storici che possono vedere un’attenzione particolare nei loro confronti.
Le indennità di lavoro cominciano ad entrare nella scuola italiana: l’azione pressante del sindacato Anief ha infatti permesso l’inserimento nel nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 firmato due giorni fa all’Aran dell’indennità di disagio a tutti gli assistenti tecnici del primo ciclo di istruzione: sulla scia di quanto dispone la legge di bilancio 202, il testo sottoscritto all’Aran il 14 luglio prevede anche che l’importo dell’indennità viene definita in sede di contrattazione integrativa nazionale. Si tratta di 1.000 assistenti tecnici, istituiti dall’anno scolastico 2021/22, destinati ai laboratori “Informatica” delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado.
C’è anche l’aggiornamento delle norme che riguardano il congedo per le donne vittime di violenza nel nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 firmato due giorni fa all’Aran: la novità più importante è che per le donne che subiscono violenza si estende il periodo di assenza dal lavoro da 90 a 120 giorni, nell’arco di tre anni. L’estensione, chiesta e ottenuta dal sindacato Anief, intende fornire ulteriore supporto alle lavoratrici coinvolte in un percorso di protezione debitamente certificato, garantendo loro un periodo più lungo per riabilitarsi e ritornare in servizio. Ma non solo: la riforma prevede che il trattamento economico per questo periodo di congedo sia equiparato a quello del congedo di maternità. Questo aiuta a ridurre l’ansia finanziaria spesso associata a tali periodi di assenza e fornisce una rete di sicurezza essenziale. C’è anche l’opzione per la dipendente, scrive la stampa specialistica, “di richiedere la trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time, offrendo così un maggiore equilibrio tra il tempo dedicato alla guarigione e le responsabilità lavorative. Inoltre, la dipendente avrà il diritto di tornare a lavorare a tempo pieno, anche in deroga ai tempi di permanenza previsti, a condizione che ci sia un posto disponibile”.
Il nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 firmato due giorni fa all’Aran introduce nuovi profili professionali che tra il personale Ata della scuola erano attesi da anni: a debuttare, nell’area degli operatori, è anche l’operatore scolastico, un collaboratore scolastico con dei compiti aggiuntivi di assistenza non specialistica agli alunni con disabilità e di supporto ai servizi amministrativi e tecnici. In particolare, l’operatore scolastico opera, si legge nel Ccnl sottoscritto il 14 luglio, “nell’ambito di specifiche istruzioni e con responsabilità connessa alla corretta esecuzione del proprio lavoro, attività caratterizzata da procedure ben definite che richiedono preparazione non specialistica”. Un’altra novità introdotta è quella dei nuovi titoli professionali (rispetto agli attuali) indispensabili per accedere alle graduatorie di terza fascia Ata, il cui aggiornamento è previsto nel 2024: in particolare, scrive Orizzonte Scuola, “viene introdotta la certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale quale requisito base per l’accesso. Per il profilo del cuoco sarà richiesto il diploma di scuola secondaria e non più la qualifica”.
“Il testo del nuovo contratto di Istruzione, Ricerca e Università potevamo certamente non firmarlo, per diversi motivi, ad iniziare dalle tantissime cose che andavano cambiate e dagli stipendi ancora troppo bassi, però avremmo perso la possibilità di distribuire le risorse aggiuntive conquistate con due anni di trattativa. E comunque anche chi non ha firmato il testo approvato ieri secondo noi sottoscriverà il contratto definitivo”. Questo commento è di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, all’indomani dell’ipotesi di accordo, sottoscritto all’Aran, del Contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto dell’istruzione e della ricerca, relativo al periodo 2019-2021. Il sindacato è il primo a chiedere più risorse e nell’immediato una indennità di vacanza contrattuale reale: ha già predisposto appositi ricorsi in tribunale per il suo recupero pieno e l’assegnazione di cospicui arretrati.
“Siamo abbastanza soddisfatti di quello che siamo riusciti a ottenere: ovviamente i fondi non erano quelli che ci aspettavamo e dunque abbiamo fatto il possibile”: sono le parole di Chiara Cozzetto, segretaria generale Anief, intervistata dalla “Tecnica della Scuola”, a ridosso della firma definitiva di oggi all’Aran per il rinnovo contrattuale 2019/21 di Istruzione, Università e Ricerca che riguarda circa 1.300.000 lavoratori.
Il contratto è stato firmato: Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, riflette sul perché della firma del sindacato, rilasciando un'intervista a Orizzonte scuola. “La firma della seconda parte del contratto arriva dopo un confronto serrato che ha visto prima chiedere ai ministri competenti di rimettere alcune risorse economiche destinate per legge ai contratti poi convincere il tavolo sulla possibilità di distribuire in maniera equitativa le poche risorse disponibili per un triennio che è passato da due anni, il 2019/2021. Ma qualcuno si chiede in che cosa Anief ha contribuito a cambiare questo contratto rispetto alla bozza iniziale? In tanti punti, certo potevamo fare di più ma prima non c'eravamo. Esempio posizione economiche? Bloccate da 12 anni. Oggi le raddoppiamo e semplifichiamo le nuove selezioni. Permessi retribuiti ai precari? Siamo riusciti a fare pagare tutti e tre i giorni rispetto a ipotesi iniziale di due. Indennità DSGA? Da 6 euro mensili l'abbiamo portati a 60 euro mensili. Avevamo chiesto 300 euro e menomale. Oggi abbiamo consentito di prendere anche i compensi del MOF preclusi da anni. E per i docenti? Abbiamo fatto aumentare per tutto il personale i compensi, per lo straordinario dal 3,90% di aumento al 10%. Abbiamo rimesso alla contrattazione integrativa la possibilità che voleva essere preclusa di fare riunione collegiale online. Abbiamo esteso i mesi di congedo delle donne vittime di violenza”, ha affermato Pacifico.
“Si firma finalmente un contratto che doveva attribuire 400 milioni di euro residui e chiarire alcuni punti rispetto ai 2 miliardi assegnati per gli aumenti tabellari. Anief ha fatto la sua parte. Cosa deve fare il Governo? Sbloccare subito indennità di vacanza contrattuale per ulteriori aumenti automatici di 160 euro mensili in attesa dello stanziamento delle risorse per il prossimo rinnovo 2022/2024”. Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief al termine della trattativa conclusa oggi all’Aran per il rinnovo contrattuale 2019/21 di Istruzione, Università e Ricerca che riguarda circa 1.300.000 lavoratori. Qualora il Governo non incrementi l’indennità di vacanza contrattuale, il sindacato Anief ha già predisposto appositi ricorsi in tribunale per il suo recupero pieno e per l’assegnazione di cospicui arretrati.
Rispetto al confronto Aran-Sindacati sulla parte normativa del CCNL Istruzione, Università e Ricerca, più una sezione economica aggiuntiva, il sindacalista autonomo Marcello Pacifico ha rilasciato una dichiarazione. Possibile ascoltare la video-intervista al presidente Anief, prof. Marcello Pacifico, dell’agenzia di stampa Italpress
Continua il confronto Aran-Sindacati sulla parte normativa del CCNL Istruzione, Università e Ricerca, più una sezione economica aggiuntiva. Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha rilasciato un’intervista a Orizzonte scuola: ha affermato che “siamo riusciti a rinviare il tema spinoso delle sanzioni disciplinari, ad ampliare la tutela delle donne vittime di violenza, a garantire i tre giorni (e non due) di permesso retribuito per i precari, ma sul passaggio a un nuovo ordinamento professionale per il personale ATA rimangono profondi dubbi nonostante siamo riusciti a fare un po’ di chiarezza sulle risorse residuali delle mancate posizioni economiche attivate (60 milioni) quali la metà dopo anni di silenzio”.
Continuano le vittorie del sindacato Anief nelle aule di tribunale: è la volta di Udine che fa assegnare a 5 docenti precari, con contratti annuali, un risarcimento che va da mille a 3mila euro per ricorrente, per un totale di circa 9mila euro. Il sindacato ricorda che è sempre possibile partecipare all’azione legale gratuita. Per maggiori informazioni e aderire, cliccare al seguente link.
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