Il Ministero dell’Istruzione e del Merito deve “garantire la fruizione” dei 500 euro annuali per l’aggiornamento professionale anche agli insegnanti precari attraverso apposito “accredito su ‘carta docente’ e con le stesse regole assegnate ai dipendenti a tempo indeterminato”: lo scrive il tribunale di Bari accogliendo il ricorso di una supplente che tre il 2018 e il 2023 ha sottoscritto cinque supplenze annuali senza vedersi mai assegnata la Carta del docente. Per il giudice del lavoro, che ha assegnato alla precaria i 2.500 euro che l’amministrazione gli aveva impropriamente negato, “la L. 107 del 2015, art. 1, comma 121 deve essere disapplicato, in quanto si pone in contrasto con la clausola 4 dell'Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, nella parte in cui limita il riconoscimento del diritto alla Carta Docente ai solo insegnanti di ruolo e non lo consente rispetto agli insegnanti incaricati di supplenze annuali (L. 124 del 1999, art. 4, comma 1) o fino al termine delle attività didattiche (L. 124 del 1999, art. 1, comma 2). Il che comporta, di converso, l'affermazione del principio per cui anche a tali docenti spetta ed in misura piena quello stesso beneficio”.