Intanto per concorso a cattedra "finalmente le prove suppletive"
Roma, 15 mar. (askanews) - Mentre "finalmente" sono state pubblicate in gazzetta le prove supplettive del concorso a cattedra, "il Miur licenzia tre docenti appena assunti": la denuncia arriva dal sindacato Anief.
ROMA, 10 MAR - "Quando, tra poco più di un anno, avremo la nuova maturità, viene da chiedersi come faranno i privatisti a essere ammessi e ad affrontare la prova orale, dal momento che non hanno svolto questo genere di attività formative divenute nel frattempo imprescindibili". Lo afferma l'Anief sottolineando anche la mancanza del regolamento che tutela gli stagisti. "Servono regole chiare e tutele vere per evitare - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - che gli studenti rimangano esposti ai fenomeni di sfruttamento, di cui oggi purtroppo abbiamo spesso riscontro, così come bisogna dare risposte a chi si presenta da privatista. Oltre che far decollare l'interesse degli imprenditori: senza incentivi veri, 'accesi' anche dal Ministero del Lavoro, il progetto è destinato a naufragare".
PALERMO, 6 MAR - Su 700 mila insegnanti di ruolo in Italia appena il 15% ha potuto finora usufruire della carta docente, il bonus da 500 euro per l'aggiornamento professionale e spendibile dal 30 novembre per l'acquisto di libri di testo, cinema e teatri. A causa anche di problemi telematici. A denunciarlo è l'Anief, l'associazione nazionale degli insegnanti. "La maggioranza dei docenti - dice il presidente dell'Anief Marcello Pacifico - non ha potuto usufruire del bonus. A causa di un errore del sistema telematico del ministero dell'Economia e delle Finanze soltanto alcuni enti, sia spa e srl, sono stati inseriti nel sistema. Chiediamo che il Ministero autorizzi altri enti per consentire ai professori di usufruire di questa opportunità per gli acquisti di libri e per l'aggiornamento professionale". A Palermo, ad esempio, molti docenti hanno avuto disagi nell' individuare gli esercizi commerciali, come librerie, cinema e teatri, convenzionati nei quali spendere la somma a loro destinata per la formazione dalla cosiddetta "La Buona scuola". "Ho riscontrato qualche difficoltà già a fine novembre - dice Elena Mancuso, docente di Italiano e Latino a Palermo - poi ho cominciato a usufruire della carta del docente da metà dicembre, per via del numero esiguo di esercizi convenzionati. Ancora oggi sono pochi quelli presso cui è possibile utilizzarla". "Purtroppo però - ha sostenuto, nei giorni scorsi l'Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) - non tutti gli esercenti che desiderano fornire il servizio agli insegnanti lo possono fare a causa di un intoppo burocratico che la Aires ha segnalato alla Presidenza del Consiglio e al Miur a dicembre. Il problema consiste nella mancata inclusione di alcuni codici Ateco nell'elenco di quelli automaticamente accettati dalla piattaforma informatica messa a punto da Sogei per conto del Ministero". (ANSA).
“Siamo arrivati al punto che professori e presidi vengono percepiti come nemici dello Stato e, di conseguenza, delle persone. Contrariamente a ciò che si pensa siamo tutti al servizio dello Stato, del cittadino e, quando si parla di scuola, ci dobbiamo impegnare per garantire un servizio fondamentale per la nostra società”. Con queste parole Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ha commentato l’ennesimo agguato, con tanto di aggressione fisica, ad un dirigente scolastico catanese, Fernando Rizza, che fatica a spiegare l’accaduto: “Aggredito a calci e pugni ma non so perché. Viviamo in una società che ha perso i valori e magari si pensa di ottenere un diritto agendo con queste forme sbagliate. “Abbiamo a che fare – spiega il preside al quotidiano La Sicilia– con centinaia di persone e trattiamo tanti atti amministrativi con un unico obiettivo: fare il bene della scuola per educare e formare i ragazzi. Qualche atto può non essere gradito, ma ci sono altri modi per contestare l’operato di un preside, come i sindacati e la legge”. Il Presidente dell’Anief tenta di trovare una spiegazione plausibile all’ennesimo gesto di intollerabile gravità che sta assumendo i contorni di un fenomeno deprecabile del nostro tempo, strettamente correlato a quella crisi di status che riguarda la figura professionale dell’insegnante: “C’è ormai il clima negativo, culturale e politico, di un Paese che si ostina, contro ogni evidenza, a dipingere i dirigenti scolastici come nemici del Collegio docenti o del personale Ata, come potenziali corrotti e corruttori che si approfitterebbero dell’autonomia scolastica per perseguire interessi personali”. Pacifico si sofferma poi sulla questione decreti delegati: “C’è la necessità che entro il 17 marzo si giunga ad una revisione completa degli otto testi al vaglio delle commissioni. I decreti sono sbagliati e vanno corretti. Ci sono errori all’interno del decreto sul sostegno come in quello che affronta il tema della formazione iniziale. In questo modo la scuola precipita, non so come faccia la neo ministra Fedeli ad annunciare che tutti i professori saranno in cattedra per i primi di settembre, è utopistico”.
ROMA, 28 FEB - L'Anief accoglie con favore l'ordine del giorno, approvato oggi in Senato, che riguarda il personale della scuola. "Una giusta risposta al precariato" commenta il sindacato, che però aggiunge: "non basta". "Se rispettato, l'ordine del giorno comporterebbe delle modifiche alla delega relativa al reclutamento, nello specifico alla fase transitoria" spiega l'Anief. Tuttavia, non basta, poiché "occorre dare seguito ai buoni intenti con un decreto legge ad hoc". "Se si vuole davvero dare una svolta e cancellare la supplentite - si legge in una nota - occorre inserire tutti i posti vacanti in organico di diritto, perché ci sono più di 80mila posti dati oggi in supplenza annuale. Ogni anno, ricordiamo, si assegnano oltre 100mila supplenze di lunga durata. E la situazione non muterà più di tanto, visto che i 400 milioni di euro inseriti nella legge di Bilancio 2017, su cui c'è stato il via libera del Mef, serviranno a questo scopo solo per appena 13mila posti". "Le operazioni da attuare sono diverse e una complementare all'altra - ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief - bisogna, anche questo è urgente, aggiornare le Graduatorie a eliminazione annualmente e serve un provvedimento normativo specifico, visto che l'ultimo decreto Milleproroghe approvato rinvia al 2018 la 'finestra' naturale di aggiornamento che cadeva invece proprio quest'anno". Allo stesso tempo, occorre "procedere allo svuotamento delle Gae e delle graduatorie di merito, ove sono inseriti i vincitori del concorso a cattedra" e "attingere alle graduatorie d'istituto laddove risultino esaurite le Gae". (ANSA).
(Teleborsa) - Torna l'attenzione dei sindacati della scuola sulla figura del dirigente scolastico, sempre più penalizzato da maggiori responsabilità e rischi, contro compensi che si rivelano inadeguati. Un problema che è emerso da tempo. Crescenti carichi di lavoro, responsabilità enormi, spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, buste paga a dir poco esigue rispetto agli impegni/rischi: sono questi i maggiori problemi di questa categoria, che torna sotto i riflettori con vari seminari gratuiti sul tema organizzati dal sindacato UDIR e da Eurosofia. "Registriamo una sempre più alta insofferenza tra i presidi: il maggior numero di compiti, scadenze e impellenze di varia natura hanno trasformato la loro professione in un impegno da 18 ore al giorno. Il tutto, si svolge in cambio di buste paga a dir poco basse, soprattutto se rapportate al grado di responsabilità richiesto e alla mole di lavoro svolta", ricorda Marcello Pacifico, Presidente del giovane sindacato Anief.
Queste sono le parole pronunciate dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante l’audizione di ieri in Commissione Cultura di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Infatti, tra i punti toccati (università, diritto allo studio, edilizia scolastica e mobilità) anche quello degli insegnanti precari. Cisl: “Bene impegno sul reclutamento, ma si faccia di più”.
Anief: “Soluzioni su fase transitoria non ci soddisfano”. Continua a leggere
L’Anief scende in piazza insieme a Cobas, Unicobas e Usb il 17 marzo contro le deleghe della riforma Renzi. «La data è simbolica, poiché - ricorda in una nota - è l’ultimo giorno utile al Parlamento per esprimere il parere sugli otto decreti legislativi della Buona Scuola, i quali non risolvono il problema del precariato, della valutazione e del merito, dell’organico di sostegno, del diritto allo studio, dell’insegnamento all’estero, della chiamata diretta». Per l’occasione, il sindacato autonomo lancia un appello a tutti i supplenti, docenti e Ata della scuola italiana e all’estero. Chiede inoltre anche ai sindacati rappresentativi di «scioperare insieme, ancora una volta, per mandare un segnale forte al Governo». Sono previsti sit-in nella Capitale e in alcune città della Penisola.
Roma, 17 feb. (askanews) - "L'amministrazione scolastica intende dare seguito a quanto previsto dal decreto Milleproroghe sul posticipo non solo della "finestra" di aggiornamento delle GaE, ma anche della prima fascia delle graduatorie d'Istituto. Mentre, l'aggiornamento della seconda e terza fascia di quest'ultime si effettuerà nella primavera 2017. Si conferma il disallineamento insensato che porterà paradossalmente parte dei precari ad avere un trattamento diversificato rispetto a quelli che hanno maggiore anzianità di servizio. Anief ricorrerà in tribunale". E' il commento del sindacato della scuola Anief, in una nota. Spiega Marcello Pacifico (Anief-Cisal): "è una decisione irragionevole, perché a seguito della mobilità straordinaria, oggi è tutto modificato rispetto alle scelte fatte dai precari nel 2014, sulla base degli organici preesistenti. Se un docente abilitato, magari da oltre 10 anni, si trova in una provincia dove oggi non c'è più posto, anzi sono anche in sovrannumero i colleghi di ruolo, è evidente che da quella sede il precario ha desiderio di andarsene. Non si può farlo stare lì ad attendere il nulla. Ora però questo suo diritto, perché va ribadito che l'aggiornamento naturale era previsto nel 2017, gli viene negato, sulla base di supposte ragioni di continuità didattica che non hanno alcun fondamento. Oltre al fatto che, in questo modo, le GaE non si esauriranno mai". "Sull'aggiornamento delle graduatorie dei docenti dei precari - prosegue - il Miur si sta "incartando" come non mai", "si produce, in tal modo, un disallineamento privo di senso, che porterà paradossalmente una parte dei precari ad avere un trattamento diversificato rispetto a quelli che hanno maggiore anzianità di servizio". Il giovane sindacato si dice sin d'ora pronto a ricorrere contro il mancato aggiornamento della terza fascia delle GaE e della prima fascia delle graduatorie d'istituto. Anief non è nuova a questo genere di battaglie legali: così come è riuscita a fare riaprire ai laureati la terza fascia delle graduatorie d'istituto, come previsto nel decreto legge Milleproroghe 2016, ritiene ora illegittimo il mancato aggiornamento della terza fascia delle GaE e della conseguente prima fascia delle graduatorie d'istituto. "Se un docente abilitato, magari da oltre 10 anni, si ritrova in una provincia dove oggi non c'è più posto, anzi sono anche in sovrannumero i colleghi di ruolo, è evidente che da quella sede il precario ha desiderio di andarsene. Non si può farlo stare lì ad attendere il nulla. Ci troviamo dinanzi a una lesione di un suo diritto, perché va ribadito che l'aggiornamento naturale era previsto nel 2017, sulla base di supposte ragioni di continuità didattica che, come abbiamo più volte dimostrato, non hanno alcun fondamento se legate al precariato. Si crea, in questo modo, una disparità di trattamento e un danno gratuito a chi chiede solo di spostarsi di provincia. Inoltre, in questo modo, è evidente che le GaE non si esauriranno mai", conclude il sindacalista autonomo.
Pensare di salvaguardare i bisogni formativi dell’allievo, confermando lo stesso insegnante di sostegno per un alto numero di anni è un’illusione. Tale docente è, infatti, inserito all’interno dell’organico scolastico: all’inizio di ogni nuovo anno, sempre che abbia mantenuto la stessa sede di servizio, nulla vieta che possa cambiare allievo. Inoltre, la programmazione educativa individualizzata non è frutto del singolo docente, ma sempre e solo del Consiglio di Classe: è in quella sede che si determina la linea formativa dell’alunno. E quell’organismo ogni anno cambia volto e strategie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la continuità didattica è un falso mito, perché nell’ipotesi di contratto sulla mobilità è abolito il vincolo triennale di permanenza e almeno un insegnante per Consiglio di Classe avrà la possibilità di spostarsi per avvicinarsi, giustamente, vicino casa. Mentre i docenti di sostegno, ai sensi dell’art. 12 della legge delega, dovranno permanere nel loro ruolo per dieci anni; inoltre, nello stesso organo collegiale, uno o due docenti sono quasi sempre precari, costretti ogni anno a cambiare sede. Vi sono, poi, i trasferimenti volontari e d’ufficio e i pensionamenti. In questo quadro, con la programmazione periodicamente rivista e corretta, come si può pensare di garantire la continuità formativa pensando di costringere il docente di sostegno a rimanere sull’alunno? Ma ammesso che sia così, perché il Miur continua, pure dopo la riforma, ad assegnare una cattedra di insegnante specializzato su tre ai precari?
ROMA, 10 FEB - La delega alla riforma vuole portare da 20 a 22 il numero di alunni per classe in presenza di disabili e a questo proposito dal Senato parte un'interrogazione al ministro dell'Istruzione: lo rende noto l'Anief segnalando l'iniziativa di un gruppo di senatori secondo i quali 'lo schema di decreto legislativo per la promozione dell'inclusione scolastica, all'esame del Parlamento, non sembra garantire i diritti, né soddisfare i bisogni degli studenti disabili'. "Non si può pensare di garantire la continuità didattica solo costringendo il docente specializzato a rimanere sull'alunno - afferma il presidente di Anief Marcello Pacifico - così come non possiamo che contrastare la norma che alza il numero di alunni in presenza di un disabile grave nel gruppo-classe. Come si può pensare di elevare la qualità della didattica 'speciale' se a governare sono sempre le esigenze di cassa? È chiaro che se ne riparlerà in tribunale: i giudici saranno chiamati a esprimersi sull'ennesima lesione del diritto allo studio. Infine - conclude - non possiamo non ricordare che la delega sul sostegno non si occupa di un aspetto fondamentale: il dato nazionale degli oltre 40mila posti, su 140mila, che ogni anno devono andare in deroga fino al 30 giugno, a causa di una legge, la 128/2013, che non si riesce a cancellare".
È il primo risultato, per quanto ancora non scritto, del confronto tra politica e associazioni sul testo della delega sull'inclusione scolastica. Da parte della ministra Fedeli c'è la disponibilità ad accogliere le osservazioni che verranno dal Parlamento. Le associazioni sono impegnate a formulare proposte, confronto aperto con la politica.
Roma, 7 febbraio 2017 - È nato da pochi giorni l'UDIR, il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici. La nuova organizzazione, fortemente voluta da Marcello Pacifico, presidente di ANIEF (Associazione Sindacale Professionale), nei primi due giorni di vita ha già registrato più di 100 iscrizioni, e punta a diventare il punto di riferimento principale di tutti i dirigenti scolastici italiani. La nuova organizzazione aderisce a Confedir (Confederazione rappresentativa al tavolo della dirigenza pubblica per il triennio 2015-18) ed è stato creato per centrare un obiettivo ormai da tempo abbandonato da tutti gli altri sindacati che hanno sottoscritto nell’ex area V il CCNL 2000-2001, che hanno dimenticato di trattare tutti i dirigenti allo stesso modo, lasciando i dirigenti scolastici come fanalino di coda della dirigenza italiana. Per i vertici del nuovo sindacato "I sindacati storici non hanno contrastato, in maniera significativa, il taglio del 33% del FUN, nell’ultimo quinquennio, da cui si paga la retribuzione di posizione e di risultato con riflessi negativi nella contrattazione regionale. Pertanto, risulta necessaria un’immediata e vincente azione giudiziaria che aumenti gli stipendi a regime e recuperi gli arretrati. L'UDIR nasce quindi con l'intento di combattere con forza queste disparità, che portano i Dirigenti Scolastici ad essere i dirigenti dello stato meno pagati in assoluto a fronte del fatto che sono quelli con il maggior numero di responsabilità. Il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici promette di iniziare subito con azioni forti, anche legali, per difendere i diritti di un settore dimenticato della dirigenza dello stato. A tal fino sono già previsti e pronti più di 100 ricorsi per la tutela del profilo dirigenziale del "vecchio" Preside.
"Fase transitoria è un disastro". Minaccia di sciopero.
Roma, 5 feb. (askanews) - L'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori è in stato d'agitazione per la questione precariato nella scuola, e si dice pronta a uno sciopero. "La mancanza di prospettive d'assunzione, prevista dalle leggi delega della riforma Renzi-Giannini - si legge in una nota dell'Anief -, riguarda tutto il panorama del personale precario: quello docente che lavora attraverso le graduatorie d'istituto e le scuole estere, gli amministrativi, tecnici e ausiliari a tempo determinato, gli educatori, i laureati in Scienze della formazione primaria dal 2012, gli insegnanti di sostegno. Inoltre, per chi sceglie il concorso pubblico si prospetta una beffa: ammesso che lo vinca, dovrà aspettare il 2020 per iniziare a frequentare un corso abilitante, abbandonare la supplenza e riavere poi la stessa con stipendio dimezzato perché tirocinante, per poi tornare a fare il docente dopo altri tre anni con stipendio iniziale senza scatti di anzianità e col rischio d'essere pure bocciato. Nella primaria, invece, il docente non sarà mai assunto. Per non parlare del 25% dei docenti precari che non potranno più lavorare dall'anno prossimo nelle scuole italiane all'estero, perché saranno sostituiti dagli insegnanti di ruolo". "La questione - spiega ancora l'Anief - riguarda anche gli insegnanti di sostegno, costretti a rimanere nel loro ruolo per dieci anni, in nome di una continuità didattica che non esiste. Risulta condannato alle supplenze anche il personale Ata. Inoltre, è scandalosa la gestione dei criteri di ammissione al concorso per diventare insegnante". E Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: "La laurea, fino a prova contraria, non può scadere come se fosse uno yogurt. Un titolo di studio non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido; delle due, si scelga una. La verità è che il Miur deve subito organizzare un concorso a cattedre aperto a quei laureati che ha escluso nel 2016", annunciando che "dopo le richieste emendative alle deleghe, in audizione in Senato, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che, in assenza di risposte, porterà a un nuovo sciopero generale del personale interessato, da svolgere anche congiuntamente con le altre sigle sindacali. Serve una soluzione urgente e adeguata rispetto a una legge, la 107/15, e ai suoi schemi di decreti delegati, che allontanano la nostra scuola dall'Europa". "La mobilitazione, per certo - conclude Pacifico -, continuerà anche nei Tribunali nazionali ed europei".
ROMA, 2 FEB - La Cisal ha presentato gli emendamenti di Anief ai decreti delegati della legge 107/15 in occasione dell'audizione al Senato presso la VII Commissione: "molte le modifiche da fare". A illustrarle è stato il segretario confederale Marcello Pacifico che, nel suo intervento, si è soffermato sulle "tante questioni aperte che se non risolte metterebbero a serio rischio lo svolgimento del prossimo anno scolastico: gestione della fase transitoria per precari abilitati; vincitori e idonei del concorso; docenti dell'infanzia ed educatori; blocco decennale sul sostegno e stabilizzazione dei posti in deroga, precari in servizio all'estero; parità di trattamento e rivalutazione dell'assegno dell'indennità di sede; retribuzione delle attività legate all'Invalsi; insegnamento di diritto, filosofia e storia per la cultura umanistica; tempo pieno e prolungato". "Il Parlamento ha l'opportunità di ridurre gli effetti perversi della Buona Scuola trovando finalmente delle soluzioni ai tanti nodi da sciogliere sul funzionamento delle nostre scuole e dell'istruzione pubblica italiana. Mantenere le deleghe così come presentate dal Governo sarebbe un grave errore, perché dimostrerebbe l'ennesima opera incompiuta del legislatore, su cui dovranno, per forza di cose, ancora una volta, mettere mano i giudici", ha concluso Pacifico
ROMA, 1 FEB - Il contratto integrativo sulla mobilità degli insegnanti non mette la parola fine alla questione dei trasferimenti dei prof. E non soltanto perché per arrivare al traguardo manca ancora la parola del Mef, della Funzione Pubblica e della Corte dei Conti. L'Anief ritiene, infatti, che il contratto sia "illegittimo e ad alto rischio di impugnazione" e il Moige è preoccupato che mini la continuità della didattica. "Non è stato disposto un concreto adeguamento dell'accordo con le disposizioni normative di rango primario, andando così a ledere i diritti - spiega l'Anief - di chi ha svolto servizio pre-ruolo o nelle paritarie". Senza contare che sulle norme definite ieri sera pesa il mancato accordo sulla chiamata diretta, che - aggiunge - potrebbe rimettere tutto in discussione. Per l'associazione dei genitori l'intesa siglata "sconfessa la riforma, cancella uno dei pochi punti condivisibili e va in chiaro senso contrario rispetto al principio espresso nella Buona scuola, ovvero quello di garantire agli studenti continuità e stabilità didattica. E' altissimo il rischio per i nostri figli - denuncia il Moige - di cambiare i docenti per il prossimo anno, in barba alla promessa espressa nella riforma". Il riferimento è al vincolo triennale. E i timori evidentemente non sono stati fugati dalla precisazione, più volte fatta dal ministro Fedeli, che la cancellazione del vincolo vale solo per il 2017-18 e quindi l'impianto della legge 107 non viene toccato. Pende comunque come una spada di Damocle la chiamata diretta. Nell'accordo di dicembre era stato concordato che l'intesa su questa questione sarebbe stata contestuale al contratto. Il tema fino a pochi minuti prima della conclusione della vertenza è stato al centro della discussione. Nel comunicato ufficiale del ministero si è poi spiegato che "a seguito di questo accordo partirà ora la contrattazione sull'individuazione dei docenti per competenze". Un rinvio, dunque, che lascia margini di incertezza. Su alcuni punti, tuttavia, le parti si sono messe d'accordo: la mobilità avrà un'unica fase per ciascun grado scolastico e consentirà a tutti i docenti, anche i neo assunti, di presentare istanza; il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze: potranno essere indicate, oltre agli ambiti, anche scuole, per un massimo di 5; e questo varrà sia per gli spostamenti all'interno che fuori dalla provincia.
Sindacato annuncia: al via ricorsi in tutta Italia.
Roma, 29 gen. (askanews) - "La quarta fascia delle Graduatorie a esaurimento per i docenti abilitati non si doveva fare: dopo che a dirlo era stato il Tar del Lazio, con una la prima sentenza emessa nei giorni scorsi, a dichiararne l'illegittimità è ora anche il Tribunale del Lavoro di Trani, il quale ha accolto senza riserve la richiesta di un docente abilitato, inserito dal Miur in tale fascia artificiosa: per il giudice, l'insegnante andava collocato nella terza fascia già dalla data di prima pubblicazione delle graduatorie del 2014 e in base all'effettivo punteggio posseduto". Lo afferma il sindacato Anief che annuncia l'avvio di ricorsi in tutta Italia per ottenere il recupero del ruolo o della supplenza mancata a causa dell'inserimento in quarta Fascia. Nella sentenza, il giudice spiega che il decreto ministeriale 235/2014 è illegittimo perché viola il principio fondamentale del rispetto del merito nelle Graduatorie ad esaurimento. Ne consegue - sottolinea l"Anief - che l'aggiornamento delle GaE di tre anni fa, utile per il triennio 2014/2017, doveva prevedere che i docenti collocati in quarta Fascia avrebbero avuto diritto a essere correttamente inseriti nella fascia precedente. Difatti, una volta acquisito il requisito di ammissione nelle Graduatorie d'interesse, come già confermato dal TAR del Lazio, "l'unico criterio di graduazione - riporta la sentenza - è quello che discende dalla valutazione dei titoli al fine di individuare i più capaci e meritevoli, non essendo il momento di conseguimento dei requisiti di ammissione utile a individuare i soggetti più capaci e meritevoli". Il Tribunale del Lavoro di Trani si è espresso sulla stessa lunghezza d'onda, ricordando anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 ottenuta dall'Anief, ribadisce che "un'interpretazione come quella fornita e applicata dal ministero si pone in netto contrasto col principio meritocratico affermato dalla Consulta e non può che essere ritenuto incostituzionale per violazione dell'art. 3 della Carta". Pertanto, osserva Anief, la "collocazione in quarta fascia risulta a tutti gli effetti un atto autoritativo senza rispetto per i canoni costituzionali". "L'illegittimità della collocazione in quarta Fascia - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - era palese e noi l'abbiamo denunciata sin dalla sua creazione. Il Miur non poteva distinguere le Graduatorie a esaurimento e porre in posizione deteriore, la cosiddetta 'fascia aggiuntiva', docenti aventi maggior punteggio rispetto ad altri che, pur con un punteggio inferiore, sono stati collocati in terza fascia. Abbiamo fatto notare all'amministrazione che i precetti costituzionali non possono essere aggirati. Ma non siamo stati ascoltati. Ora, procederemo con specifici ricorsi, per ristabilire la legalità attraverso il tribunale: i docenti collocati in quella fascia hanno diritto all'immissione in ruolo retroattiva in base al merito. Un motivo in più - conclude Pacifico - per aggiornare le GaE sin da subito, assieme alle graduatorie d'istituto, anziché attendere un altro anno".
ROMA, 22 GEN - "Il Miur pubblica modalità e scadenze per lasciare prima il lavoro, ma le utilizzeranno in pochi perché è troppo alto il prezzo": lo afferma in una nota l'Anief, ricordando che le deroghe ai requisiti Monti-Fornero, contenuti in una doppia Circolare pubblicata nelle ultime ore, riguardano diverse opzioni di anticipo pensionistico. Per l'opzione donna, sottolinea l'associazione, "viene spiegato che la domanda di dimissione deve essere presentata utilizzando la procedura web Polis istanze on line che sarà resa disponibile dal 27 gennaio al 28 febbraio. Per l'ottava salvaguardia degli esodati, rivolta a chi è in congedo per assistere figli con disabilità grave, è possibile presentare la candidatura presso l'Ispettorato territoriale entro il 2 marzo; successivamente, sarà dato sapere se si rientra in questa categoria. Per quanto attiene invece l'Ape, il Ministero dell'Istruzione fa sapere che non sono ancora stati varati i decreti attuativi con le indicazioni per poter accedere all'anticipo pensionistico e sarà necessario attendere tali direttive. Per tutti, in ogni caso, la riduzione dell'assegno di quiescenza è assicurata". "Siamo all'assurdo - afferma Marcello Pacifico - perché l'importo della pensione deve necessariamente corrispondere ai contributi versati per una vita lavorativa. È comunque bene che i lavoratori si sappiano districare in questo ginepraio di leggi e novità sui requisiti, per questo motivo - fa sapere da ultimo - abbiamo predisposto un servizio di consulenza per tutti coloro che sono interessati al pensionamento".