° Le dichiarazioni programmatiche del Ministro Giannini
La settimana scorsa le ha rese in audizione alla VII Commissione Cultura del Senato: una sorta di sommario delle questioni aperte; nulla che desti preoccupazione.
Il Piano pluriennale per l’edilizia scolastica è provvedimento che pone, per grazia ricevuta, la Scuola sul proscenio della cronica politica nazionale. Era da tempo che non avveniva (salvo che per gli esami di Maturità) ma in questo caso il provvedimento che consentirà interventi in migliaia di Scuola è pensato per l’Italia tutta, essendo quello dell’edilizia un settore “trainante”.

Sulla questione del precariato, il ministro dice di avere le idee chiare; né sembra preoccupata, beata lei, dall’imminente pronunciamento della Corte europea di Giustizia. Indica la strada maestra (concorsi a cattedra che, cadenzati periodicamente, possano via via servire i laureati), e la bretella di servizio (un TFA nel 2015). Questo il tecnicismo, e il ministro accenna anche al vero problema (i posti di lavoro) rievocando la locuzione “organico funzionale”. Se ne parlerà; senza fretta ! Nelle parole della Giannini, l’Organico funzionale dovrebbe configurare un gruppo professionale qualificato, operante in una rete di scuole, per assicurare continuità didattica e formazione specifica per le diverse disabilità. Insomma, sembra la buona intenzione del Ministro, e per di più finalizzata riduttivamente, e invece si tratta di una previsione di legge (sia pure rimasta lettera morta), sancita con l’art. 50 DL 9.2.2012, n°5, come modificato dalla Legge 4.4.2012, n° 35, e che prevede la “definizione, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico dell'autonomia, funzionale all'ordinaria attività didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico, anche ai fini di una estensione del tempo scuola… La costituzione […] di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie… La definizione di un organico di rete per le finalità di cui alla lettera c) nonché per l'integrazione degli alunni con bisogni educativi speciali, la formazione permanente, la prevenzione dell'abbandono e il contrasto dell'insuccesso scolastico e formativo e dei fenomeni di bullismo, specialmente per le aree di massima corrispondenza tra povertà e dispersione scolastica… La costituzione degli organici di cui alle lettere b) e d) […] sulla base dei posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilità per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno….”
La carriera degli insegnanti. La chiave dovrebbe essere la differenziazione delle funzioni (e, ove si aggiungano i titoli formativi, siamo d’accordo), e non più soltanto la anzianità di servizio.
La valutazione di sistema. Il Ministro darà attuazione al Regolamento sul Sistema Nazionale (DPR n. 80 del 2013) coinvolgendo, in misura maggiore di quanto l’INVALSI non abbia fatto, le scuole e supportandole nelle procedure di autovalutazione dei servizi che erogano agli utenti.
Il Fondo Miglioramento dell’Offerta Formativa. Come dichiarato, sarà riportato a 1,5 miliardi.
Finanziamento alle scuole paritarie. Un punto fermo: Un pegno di civiltà ! Particolarmente sentito nella coscienza di chi non sente l’urgenza di guardare i contratti che le scuole paritarie fanno firmare e verificare l’ammontare delle retribuzioni riconosciute al personale docente.
Selezione dei dd.ss. Non poteva mancare, durante l’audizione, un cenno alla necessità di attivare procedure innovative in una materia nella quale, a conti fatti, la magistratura amministrativa ha influito largamente sulle nomine scaturite dall’ultimo concorso.
L’eterno ritorno dell’uguale. Come i predecessori, il Ministro si è impegnata su questioni croniche qual è quella della revisione degli organi collegiali. A proposito ? A quando la revisione delle tabelle delle classi di concorso ? Sarebbe stato importante che fossero pronte prima del rinnovo delle graduatorie triennali. Ma quanto tempo ci vuole ? Se ne parlò ai tempi della Aprea sottosegretario. Si dia al gruppo degli esperti un criterio tassativo, e li si chiuda dentro, perché nulla trapeli, finché non avranno deciso.

° Seminario nazionale di formazione musicale
Si terrà domani, 4 aprile, all’I.C. “Regina Margherita” di Roma
“Musiche inclusive. Modelli musicali di insieme per il sostegno alla partecipazione e all’apprendimento nella secondaria di I grado” si prefigge di unire alla presentazione delle relazioni tematiche attinenti i riferimenti pedagogici, psicologici e normativi del concetto di musica inclusiva la sperimentazione modelli didattici laboratoriali. E’ organizzato dalla D.G. Generale del personale scolastico e dal Comitato Nazionale per l’apprendimento della Musica.

° Serenità anche per i dd.ss. dellaToscana
Fino alla conclusione delle nuove procedure concorsuali, i 112 dirigenti scolastici della regione Toscana la cui nomina è stata messa in discussione con una sentenza del Consiglio di Stato manterranno in questo a.s. le sedi attuali.
Il CdM ha adottato una soluzione che consente da un lato di applicare la sentenza, dall'altro di concludere in modo sereno l'anno scolastico senza procedere a cambi di sede per i presidi e senza dover ricorrere alle reggenze; i dd.ss. possono continuare "a svolgere le proprie funzioni, in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale".

° Iscrizioni al primo anno delle superiori: il MIUR fornisce i numeri
La scelta delle famiglie è per lo più dettata dall’interesse che i ragazzi ricevano competenze direttamente spendibili nel lavoro. In aprile, saranno noti i dati definitivi
Per il prossimo anno scolastico, il 2014/2015, le scelte si orientano marcatamente per il Liceo Scientifico (121.686 richieste di iscrizione al primo anno); tra i licei è in crescita anche la scelta del Liceo Linguistico (preferito da 47.161 ragazzi). L’Istituto Alberghiero è il secondo indirizzo più scelto (48.867 domande). Un ragazzo su tre opta per un Istituto tecnico.

° A singhiozzo l’assegnazione dei fondi alle scuole
L’incertezza condiziona la contrattazione decentrata. Il punto sulla situazione.
“Entro il mese di aprile saranno assegnati alle scuole di ogni ordine e grado circa 150 milioni di euro per il pagamento delle supplenze brevi e per la quota residua del Mof, il Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, che comprende tra l'altro la quota del fondo di istituto destinata al pagamento delle funzioni strumentali, degli incarichi speciali del personale Ata e per il finanziamento dell'alternanza scuola lavoro…. Ci sarà invece ancora da attendere per il finanziamento dei corsi di recupero di fine anno per le scuole superiori…. Le scuole potrebbero vedersi riassegnare a breve. Circa un mese fa, infatti il Miur si era impegnato con i sindacati a predisporre un decreto di restituzione complessiva di tutte le giacenze inutilizzate entro l'esercizio finanziario 2013”. (Fonte: G.Candeloro - ItaliaOggi - 23/03/2014)

° Nell’area U.E. serviranno più esperti informatici
Lo studio "Crescita, competitività e lavoro”, pubblicato dalla Commissione Europea
I 100mila programmatori che ogni anno escono dalle università europee sono insufficienti e ne occorreranno presto altri: nel 2015 si avranno circa 400 mila offerte di lavoro in settori che assorbiranno 900mila specializzati. A conclusioni analoghe perviene una ricerca di GigaOM, secondo la quale, nel 2018, nel campo delle applicazioni per smartphone e tablet opereranno circa 800.000 programmatori in più di adesso. In Inghilterra, le autorità hanno introdotto l’insegnamento di computing nei programmi scolastici, anche per i bambini.In USA, l'information technology crea 140.000 posti di lavoro all'anno ma i laureati nelle scienze informatiche sono annualmente non più di 40 mila. (Fonte: latecnicadellascuola.it - 23/03/2014)

° Chiamata a cattedre, dal Ministero della Difesa
Concorso a cattedre a.s. 2014/2015, presso la Scuola Navale Militare "F. Morosini" di Venezia e la Scuola Militare "Nunziatella" di Napoli. Domande entro il 30 aprile 2014.
1. Scuola Navale Militare “F. Morosini” di Venezia; concorso per titoli, per il conferimento delle seguenti cattedre di insegnamento (18 ore): Liceo Classico Statale e Liceo Scientifico Statale. n. 1 Matematica e Fisica (classe di concorso A049); n. 1 Italiano e Latino (classe di concorso A051). Le domande d’ammissione al concorso, redatte in carta semplice e corredate dalla documentazione, devono essere indirizzate al Comando della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” - Via Piave n. 30/A - Sant’Elena - 30132 Venezia, e trasmesse a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, entro il 30/04/2014. 2. Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli; concorso per il conferimento delle seguenti cattedre di insegnamento : Liceo Classico Statale e Liceo Scientifico Statale. n. 2 Storia e Filosofia (classe di concorso A037 - Liceo Classico e Scientifico); n. 1 Greco e Latino (classe di concorso A052 - Liceo Classico); n. 1 Matematica e Fisica (classe di concorso A049 - Liceo Classico). Le domande d’ammissione al concorso, redatte in carta semplice e corredate dalla documentazione, devono essere indirizzate al Comando della Scuola Militare “Nunziatella” – Via Generale Parisi n. 16 – 80123 Napoli, e trasmesse mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, entro il 30/04/2014.

° Serenità anche per i dd.ss. dellaToscana
Fino alla conclusione delle nuove procedure concorsuali, i 112 dirigenti scolastici della regione Toscana la cui nomina è stata messa in discussione con una sentenza del Consiglio di Stato manterranno in questo a.s. le sedi attuali.
Il CdM ha adottato una soluzione che consente da un lato di applicare la sentenza, dall'altro di concludere in modo sereno l'anno scolastico senza procedere a cambi di sede per i presidi e senza dover ricorrere alle reggenze; i dd.ss. possono continuare "a svolgere le proprie funzioni, in via transitoria e fino all’avvenuta rinnovazione della procedura concorsuale".

° Iscrizioni al primo anno delle superiori: il MIUR fornisce i numeri
La scelta delle famiglie è per lo più dettata dall’interesse che i ragazzi ricevano competenze direttamente spendibili nel lavoro. In aprile, saranno noti i dati definitivi
Per il prossimo anno scolastico, il 2014/2015, le scelte si orientano marcatamente per il Liceo Scientifico (121.686 richieste di iscrizione al primo anno); tra i licei è in crescita anche la scelta del Liceo Linguistico (preferito da 47.161 ragazzi). L’Istituto Alberghiero è il secondo indirizzo più scelto (48.867 domande). Un ragazzo su tre opta per un Istituto tecnico.

° A singhiozzo l’assegnazione dei fondi alle scuole
L’incertezza condiziona la contrattazione decentrata. Il punto sulla situazione.
“Entro il mese di aprile saranno assegnati alle scuole di ogni ordine e grado circa 150 milioni di euro per il pagamento delle supplenze brevi e per la quota residua del Mof, il Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, che comprende tra l'altro la quota del fondo di istituto destinata al pagamento delle funzioni strumentali, degli incarichi speciali del personale Ata e per il finanziamento dell'alternanza scuola lavoro…. Ci sarà invece ancora da attendere per il finanziamento dei corsi di recupero di fine anno per le scuole superiori…. Le scuole potrebbero vedersi riassegnare a breve. Circa un mese fa, infatti il Miur si era impegnato con i sindacati a predisporre un decreto di restituzione complessiva di tutte le giacenze inutilizzate entro l'esercizio finanziario 2013”. (Fonte: G.Candeloro - ItaliaOggi - 23/03/2014)

° Nell’area U.E. serviranno più esperti informatici
Lo studio "Crescita, competitività e lavoro”, pubblicato dalla Commissione Europea
I 100mila programmatori che ogni anno escono dalle università europee sono insufficienti e ne occorreranno presto altri: nel 2015 si avranno circa 400 mila offerte di lavoro in settori che assorbiranno 900mila specializzati. A conclusioni analoghe perviene una ricerca di GigaOM, secondo la quale, nel 2018, nel campo delle applicazioni per smartphone e tablet opereranno circa 800.000 programmatori in più di adesso. In Inghilterra, le autorità hanno introdotto l’insegnamento di computing nei programmi scolastici, anche per i bambini.In USA, l'information technology crea 140.000 posti di lavoro all'anno ma i laureati nelle scienze informatiche sono annualmente non più di 40 mila. (Fonte: latecnicadellascuola.it - 23/03/2014)

° Chiamata a cattedre, dal Ministero della Difesa
Concorso a cattedre a.s. 2014/2015, presso la Scuola Navale Militare "F. Morosini" di Venezia e la Scuola Militare "Nunziatella" di Napoli. Domande entro il 30 aprile 2014.
1. Scuola Navale Militare “F. Morosini” di Venezia; concorso per titoli, per il conferimento delle seguenti cattedre di insegnamento (18 ore): Liceo Classico Statale e Liceo Scientifico Statale. n. 1 Matematica e Fisica (classe di concorso A049); n. 1 Italiano e Latino (classe di concorso A051). Le domande d’ammissione al concorso, redatte in carta semplice e corredate dalla documentazione, devono essere indirizzate al Comando della Scuola Navale Militare “Francesco Morosini” - Via Piave n. 30/A - Sant’Elena - 30132 Venezia, e trasmesse a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, entro il 30/04/2014. 2. Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli; concorso per il conferimento delle seguenti cattedre di insegnamento : Liceo Classico Statale e Liceo Scientifico Statale. n. 2 Storia e Filosofia (classe di concorso A037 - Liceo Classico e Scientifico); n. 1 Greco e Latino (classe di concorso A052 - Liceo Classico); n. 1 Matematica e Fisica (classe di concorso A049 - Liceo Classico). Le domande d’ammissione al concorso, redatte in carta semplice e corredate dalla documentazione, devono essere indirizzate al Comando della Scuola Militare “Nunziatella” – Via Generale Parisi n. 16 – 80123 Napoli, e trasmesse mezzo raccomandata con avviso di ricevimento, entro il 30/04/2014.

° Nell’apprendistato, la formazione culturale non può essere residuale né facoltativa
Non convince la modificazione che il ministro del Lavoro Poletti ha introdotto al comma 3 art.4 D.Lgs. 14 settembre n.167: la novità ha un prezzo sproporzionato.
E’ in vigore dal 21 marzo il d.l. n.34/2014 recante: “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. Al Capo I “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a termine e di apprendistato”, l’Art. 2: “Semplificazione delle disposizioni in materia di contratto di apprendistato” stabilisce: 1. Sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 2…(omissis…); b) all'articolo 3 (omissis…); c) all'articolo 4, al comma 3, le parole: «, e' integrata,» sono sostituite dalle seguenti: «, puo' essere integrata,». Vediamo il testo che viene modificato: “Art.4.3. La formazione di tipo professionalizzante e di mestiere, svolta sotto la responsabilita' della azienda, e' integrata, nei limiti delle risorse annualmente disponibili, dalla offerta formativa pubblica, interna o esterna alla azienda, finalizzata alla acquisizione di competenze di base e trasversali per un monte complessivo non superiore a centoventi ore per la durata del triennio e disciplinata dalle Regioni sentite le parti sociali e tenuto conto dell'eta', del titolo di studio e delle competenze dell'apprendista”. Il sollevare le aziende dall’obbligo («e' integrata», diventa «puo' essere integrata») costituisce una modificazione del d.lgs. n. 16/2011 sostanziale sotto il profilo formativo, e che produce un saldo algebrico negativo tra il danno che provoca e il connesso vantaggio. Non sappiamo immaginare quale intralcio queste quote di formazione possano costituire, tanto gravoso da distogliere i datori di lavoro (che vengono incentivati con sgravi fiscali) dall’attivare i contratti di apprendistato. Inoltre, ci resta il dubbio se la novità abbia applicazione retroattiva o se sarà applicata ai contratti successivi al 20 marzo 2014. Chiediamo comunque che, nell’iter di conversione, il d.l. sia modificato, e che il premier Renzi abbandoni la rigidità per cui, dinanzi alla Direzione del P.D., l’ha qualificato “immodificabile”. Argomentiamo. Nell’Italia del Secondo Dopoguerra, l’apprendistato ha contribuito a fare uscire l’Italia dalla povertà conseguente alle distruzioni belliche, funzionando come contratto "a causa mista". Progressivamente, però, i decisori politici ne hanno indebolito la componente della formazione per le competenze di base e trasversali che ciascun apprendista era tenuto a effettuare (in parte all’interno dell’azienda e in parte nel sistema “pubblico” di istruzione e formazione): dalla previsione delle 120 ore annuali di formazione disposte col d.lgs 276/2003 (governo di Centrodestra) siamo scivolati alle 120 ore nel triennio (T.U. del 2011 sull’Apprendistato) e alla facoltatività della formazione se non finanziata dalle Regioni (2013, governo Letta). Si è anche perduto l’obbligo (previsto, ancora, nel d.lgs n.167/2011) di accompagnare il Contratto di apprendistato con il Piano formativo individuale (introdotto nel 1996 con la legge Treu) comprensivo delle attività di istruzione “trasversale” programmate. E dire che nel 2010, lla Cassazione (sentenza n.19834) aveva stabilito che l’apprendistato deve avere un contenuto formativo, in forza della subordinazione delle agevolazioni contributive, non solo in conseguenza dell'obbligo di formazione in capo al datore di lavoro ma anche alla partecipazione a iniziative di formazione esterne previste dai contratti collettivi nazionali. Proposta. L’apprendistato deve conservare la “gamba” formativa, da esogarsi (e certificarsi, nell’ottica della Lifelong Education e della valenza, ai fini dell’inquadramento contrattuale, dei titoli acquisiti dai lavoratori in qualunque tipo di percorso di apprendimento) anche fuori dall’azienda, nel sistema pubblico. Approviamo che l’apprendistato si caratterizzi per l’applicazione all’esperienza lavorativa ma sappiamo che oggi tutti i lavori richiedono, oltre che conoscenze tecniche, capacità di pensiero autonomo, di organizzazione, comunicazione e apprendimento continuo. Occorre che le aziende continuino a supportare obbligatoriamente la formazione culturale degli apprendisti secondo un Piano formativo individuale, ed è necessario che le Regioni continuino a fornire agli apprendisti la formazione trasversale: in entrambi i casi si tratta di attività formative che configurano una sorta di investimento in capitale umano, cioè che danno utili alla lunga, in termini di qualità professionale e di produttività della forza lavoro. Ancor più questa esigenza è imposta dal fatto che con l’art.48 comma 8 della Legge n.183 è stato stabilito che “…l'obbligo di istruzione di cui all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, si assolve anche nei percorsi di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione di cui al predetto articolo 48 del decreto legislativo n. 276 del 2003”. E’ possibile fingere che, compiuti i 15 anni di età, la persona non abbia bisogno di proseguire nella formazione culturale ? Il ministro Giannini non fa viste di accorgersi di questo impoverimento dell’apprendistato -e plaude (Fonte: lastampa.it - 13/03/2014) alla semplificazione nelle modalità di contrattualizzazione: “Sarà superata la necessità di una causale prevista dalla legge Fornero che è stata causa di molti pasticci”).

° Nell’apprendistato, la formazione culturale non può essere residuale né facoltativa
Non convince la modificazione che il ministro del Lavoro Poletti ha introdotto al comma 3 art.4 D.Lgs. 14 settembre n.167: la novità ha un prezzo sproporzionato.
E’ in vigore dal 21 marzo il d.l. n.34/2014 recante: “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”. Al Capo I “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a termine e di apprendistato”, l’Art. 2: “Semplificazione delle disposizioni in materia di contratto di apprendistato” stabilisce: 1. Sono apportate le seguenti modificazioni: a) all'articolo 2…(omissis…); b) all'articolo 3 (omissis…); c) all'articolo 4, al comma 3, le parole: «, e' integrata,» sono sostituite dalle seguenti: «, puo' essere integrata,». Vediamo il testo che viene modificato: “Art.4.3. La formazione di tipo professionalizzante e di mestiere, svolta sotto la responsabilita' della azienda, e' integrata, nei limiti delle risorse annualmente disponibili, dalla offerta formativa pubblica, interna o esterna alla azienda, finalizzata alla acquisizione di competenze di base e trasversali per un monte complessivo non superiore a centoventi ore per la durata del triennio e disciplinata dalle Regioni sentite le parti sociali e tenuto conto dell'eta', del titolo di studio e delle competenze dell'apprendista”. Il sollevare le aziende dall’obbligo («e' integrata», diventa «puo' essere integrata») costituisce una modificazione del d.lgs. n. 16/2011 sostanziale sotto il profilo formativo, e che produce un saldo algebrico negativo tra il danno che provoca e il connesso vantaggio. Non sappiamo immaginare quale intralcio queste quote di formazione possano costituire, tanto gravoso da distogliere i datori di lavoro (che vengono incentivati con sgravi fiscali) dall’attivare i contratti di apprendistato. Inoltre, ci resta il dubbio se la novità abbia applicazione retroattiva o se sarà applicata ai contratti successivi al 20 marzo 2014. Chiediamo comunque che, nell’iter di conversione, il d.l. sia modificato, e che il premier Renzi abbandoni la rigidità per cui, dinanzi alla Direzione del P.D., l’ha qualificato “immodificabile”. Argomentiamo. Nell’Italia del Secondo Dopoguerra, l’apprendistato ha contribuito a fare uscire l’Italia dalla povertà conseguente alle distruzioni belliche, funzionando come contratto "a causa mista". Progressivamente, però, i decisori politici ne hanno indebolito la componente della formazione per le competenze di base e trasversali che ciascun apprendista era tenuto a effettuare (in parte all’interno dell’azienda e in parte nel sistema “pubblico” di istruzione e formazione): dalla previsione delle 120 ore annuali di formazione disposte col d.lgs 276/2003 (governo di Centrodestra) siamo scivolati alle 120 ore nel triennio (T.U. del 2011 sull’Apprendistato) e alla facoltatività della formazione se non finanziata dalle Regioni (2013, governo Letta). Si è anche perduto l’obbligo (previsto, ancora, nel d.lgs n.167/2011) di accompagnare il Contratto di apprendistato con il Piano formativo individuale (introdotto nel 1996 con la legge Treu) comprensivo delle attività di istruzione “trasversale” programmate. E dire che nel 2010, lla Cassazione (sentenza n.19834) aveva stabilito che l’apprendistato deve avere un contenuto formativo, in forza della subordinazione delle agevolazioni contributive, non solo in conseguenza dell'obbligo di formazione in capo al datore di lavoro ma anche alla partecipazione a iniziative di formazione esterne previste dai contratti collettivi nazionali. Proposta. L’apprendistato deve conservare la “gamba” formativa, da esogarsi (e certificarsi, nell’ottica della Lifelong Education e della valenza, ai fini dell’inquadramento contrattuale, dei titoli acquisiti dai lavoratori in qualunque tipo di percorso di apprendimento) anche fuori dall’azienda, nel sistema pubblico. Approviamo che l’apprendistato si caratterizzi per l’applicazione all’esperienza lavorativa ma sappiamo che oggi tutti i lavori richiedono, oltre che conoscenze tecniche, capacità di pensiero autonomo, di organizzazione, comunicazione e apprendimento continuo. Occorre che le aziende continuino a supportare obbligatoriamente la formazione culturale degli apprendisti secondo un Piano formativo individuale, ed è necessario che le Regioni continuino a fornire agli apprendisti la formazione trasversale: in entrambi i casi si tratta di attività formative che configurano una sorta di investimento in capitale umano, cioè che danno utili alla lunga, in termini di qualità professionale e di produttività della forza lavoro. Ancor più questa esigenza è imposta dal fatto che con l’art.48 comma 8 della Legge n.183 è stato stabilito che “…l'obbligo di istruzione di cui all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, si assolve anche nei percorsi di apprendistato per l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione di cui al predetto articolo 48 del decreto legislativo n. 276 del 2003”. E’ possibile fingere che, compiuti i 15 anni di età, la persona non abbia bisogno di proseguire nella formazione culturale ? Il ministro Giannini non fa viste di accorgersi di questo impoverimento dell’apprendistato -e plaude (Fonte: lastampa.it - 13/03/2014) alla semplificazione nelle modalità di contrattualizzazione: “Sarà superata la necessità di una causale prevista dalla legge Fornero che è stata causa di molti pasticci”).