Possono continuare a insegnare per quest'anno ma rimane il problema del loro reclutamento. Anief continua a non capire perché si firmano accordi che non risolvono il problema. Pacifico: bisogna estendere il riservato bis alla primaria e infanzia senza limiti di idonei e confermare nei ruoli chi ha superato l'anno di prova. Basta convocarci e ascoltarci.
Il nostro sindacato ha da tempo espresso quale sarebbe la linea da intraprendere: utilizzare la possibilità dell’imminente discussione in Parlamento del decreto legge salva scuola, finalizzato alla sua conversione, per indire un concorso straordinario bis ai docenti con diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 per l’assunzione nella scuola primaria e dell'infanzia inserendo tutti gli idonei in graduatoria, come era stato previsto a luglio. E aprendo la selezione, naturalmente, anche a chi è in possesso del titolo Laurea in Scienze della formazione primaria. Anief, che continua ad essere illegittimamente esclusa dagli incontri con il Miur - sebbene tuteli da sola oltre la metà dei maestri interessati, sia rappresentativa da ormai oltre un anno e mezzo e ciò è stato anche ratificato dall’Aran - reputa del tutto insoddisfacente questo accordo. Per il suo presidente nazionale Marcello Pacifico, “la verità è che invece di prevedere una modalità per permettere ai maestri con diploma magistrale di essere confermati nelle scuole dove operano e, nel contempo, stabilizzati in modo graduale, si fa passare per grandioso lo stesso risultato, una premessa ad un provvedimento legislativo, che con il precedente Esecutivo si era ottenuto – con apposito comma inserito nella Legge 96/2918 - senza manfrine ed inutili accordi, come quello sancito oggi al ministero dell’Istruzione e spacciato come un risultato importante, ma per vie dirette di tipo puramente governativo”.
UN ACCORDO PER PRENDERE TEMPO
Sui diplomati magistrale arriva un accordo che serve solo a prendere del tempo: non dice nulla, infatti, l’intesa sottoscritta oggi dai sindacati maggiori al Miur, rispetto all’attuale stato di cose, se non un generico impegno da parte dell’amministrazione centrale “ad individuare, in tempi brevi, l’idoneo vincolo normativo per consentire l’estensione dei contratti che andrebbero sciolti al 30 giugno 2020”, al fine di garantire “la continuità didattica dopo l’applicazione delle sentenze di merito negative e il depennamento dalle graduatorie ad esaurimento” degli oltre 40 mila maestri diplomatisi fino al 2002. La norma, si legge nell’intesa, dovrà anche salvaguardare i diritti dei docenti utilmente collocati, per l’anno scolastico in corso per l’immissione in ruolo, ovvero quei docenti che sarebbero stati immessi in ruolo se non ci fosse stata l’assunzione con riserva del collega.
Il testo normativo che si andrà a produrre, annuncia Orizzonte Scuola, “verosimilmente sarà inserito all’interno del Decreto Scuola. L’intesa infatti fa seguito a quella del 1° ottobre 2019 in cui si rimandava ad un successivo tavolo tecnico la risoluzione della problematica, sulla scorta di quanto avvenuto lo scorso anno scolastico. Per il 2019/20 pertanto si propone di estendere la validità dei contratti ma nello stesso tempo si tutelano i diritti dei docenti che avrebbero avuto diritto all’immissione in ruolo”, sottolinea la rivista specializzata.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE PACIFICO
“È evidente – spiega Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief - che in ballo ci sono interessi di altri maestri, a cominciare dai laureati in Scienze della formazione primaria, ma questo non significa che per i diplomati magistrale si debba profilare l’ennesimo rimando a data da destinarsi. La questione è nota e delineata. Va benissimo, ci mancherebbe, mettere al sicuro la continuità didattica e quindi il regolare svolgimento dell’anno scolastico iniziato da poco più di un mese nelle scuole d’infanzia e primaria”.
“Dal tavolo di confronto, però, ci aspettavamo una soluzione, una norma, che avrebbe permesso agli oltre 7 mila maestri già immessi in ruolo, con tanto di anno di ruolo superato, di non subire l’onta del licenziamento. Con tanto di collocazione in seconda fascia d’Istituto e, allo stato attuale, senza alcuna possibilità di potere essere rinominati per le assunzioni a tempo indeterminato”, conclude il sindacalista autonomo.
SCIOPERO CONFERMATO
Poiché tutto questo non è stato fatto, nemmeno in parte, Anief conferma lo sciopero già proclamato per il prossimo 12 novembre, con manifestazione davanti al palazzo, dove i gruppi parlamentari dovranno decidere se risolvere la questione oppure se far tornare il caso nelle aule dei tribunali.
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