A qualche giorno di distanza dagli esiti dei trasferimenti dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario, pubblicati lo scorso 29 giugno, con 40 mila insegnanti non accontentati per via anche di errori ammessi pure dagli uffici scolastici, le operazioni di mobilità del personale di ruolo della scuola si focalizzano sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie annuali. Per realizzarle saranno utili, a differenza dei trasferimenti, anche i posti in organico di fatto. Ad iniziare da quelli che dovevano stare in quello di diritto, perché su posti vacanti. È una delle motivazioni che sta alla base del record di supplenze che a settembre, dopo 30 mila nuovi pensionamenti, porterà ad avere un insegnante precario ogni tre. Con tante province e sei regioni del Nord - Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia – costrette a rintracciare un alto numero di docenti con le messe a disposizione ricorrendo pure a candidati senza titolo di studio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “quando si vanno a cercare i responsabili della creazione di 85 mila cattedre vacanti e 250 mila supplenze annuali, bisogna considerare non solo il problema annoso e cronico del reclutamento, che continua a snobbare il doppio canale e a puntare solo sui concorsi-lumaca regolati pure da bandi scritti male e discriminanti: nel computo, vanno inseriti anche i legislatori che hanno permesso di realizzare tra le 50 mila e le 100 mila cattedre collocate in organico di fatto ma in pratica vacanti a tutti gli effetti. Per dare una vera mazzata alla supplentite, è bene allora che a viale Trastevere facciano un bagno di realismo, riportando tutte le cattedre al loro stato naturale”.
Oggi Orizzonte Scuola spiega che “la mobilità annuale, che comprende utilizzazioni e assegnazioni provvisorie, viene disposta sia sulle cattedre vacanti nell’organico dell’autonomia, rimaste tali dopo mobilità e immissioni in ruolo, che sulle cattedre disponibili in organico di fatto, quindi non vacanti in quanto occupate da docenti titolari, ma che si liberano per un anno scolastico in seguito ad aspettativa, mandato politico, part-time, mobilità annuale del docente titolare, o qualsiasi altra motivazione che determina la disponibilità della cattedra per l’intero anno scolastico, dal 1 settembre al 31 agosto”.
LO STRATAGEMMA A DANNO DEI PRECARI
In realtà, aggiunge l’Anief, moltissimi dei posti collocati in organico di fatto non sono legati ad un lavoratore di ruolo, ma vengono volutamente collocati in questo ambito solo per evitare che possano essere utili alle immissioni in ruolo, scongiurando quindi sul nascere possibili immissioni in ruolo con conseguenti sovraccarichi economici per lo Stato dovuti alla ricostruzione di carriera, con liquidazione al lavoratore neo assunto degli adeguamenti non riconosciuti, e all’incremento stipendiale dovuto al passaggio di uno più “gradoni” derivante dagli anni di servizio svolto.
LE CATTEDRE “INGABBIATE”
L’esempio più significativo di questo modo illegittimo di procedere è quello delle oltre 60 mila cattedre di sostegno libere a tutti gli effetti di titolare, ma “ingabbiate” per legge e assegnate solo fino al 30 giugno, in modo anche da evitare l’assegnazione degli stipendi estivi ai precari nominati. Tra l’altro, il numero di cattedre di questo genere è in continuo aumento, andando a determinare ulteriori decine di migliaia di posti in corso d’anno, anche a seguito dell’esito dei ricorsi presentati in tribunale.
“Nel quadro delle disponibilità, come chiarisce l’art.3 comma 2 del CCNI, oltre ai posti di insegnamento eventualmente disponibili in ciascuna istituzione scolastica – scrive ancora la stampa specializzata - , sono compresi anche i posti in deroga in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale n. 80 del 22.2.2010, nonché tutti i posti comunque disponibili per un anno previsti dalla normativa vigente, dagli incarichi di presidenza, dal part-time, dai comandi ed utilizzazioni, dalla mobilità intercompartimentale che determinano disponibilità”.
IL PENSIERO DEL PRESIDENTE
“È bene – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che tutte le cattedre vengano spostate in organico di diritto. In vista della ripresa della scuola in presenza, è poi fondamentale procedere alla “call veloce” allargata alle graduatorie d’Istituto, stabilizzando quindi chi ha svolto 24-36 mesi di servizio su tutti i posti vacanti e disponibili, come chiede la Commissione UE da vent’anni, così da evitare il fenomeno delle convocazioni in ruolo andate perse, con ulteriore aggravio sulle supplenze annuali. Un’altra ultima ‘mossa strategica’ sarebbe poi quella di chiedere al Mef di autorizzare un contingente di 200 mila immissioni in ruolo straordinarie, composte da 160 mila docenti e 40 mila Ata, così da fronteggiare con le dovute risorse umane tutte le necessità derivanti dal rientro in classe in sicurezza di quasi nove milioni di alunni se consideriamo pure le scuole paritarie. Infine, è bene, per evitare l’esplosione di un numero inaudito di ricorsi, che le nuove graduatorie provinciali per le supplenze non siano organizzate cambiando le carte in tavole e le valutazioni dei titoli di studio”, conclude il sindacalista autonomo.
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