Assumere i docenti per averli in cattedra in tempo utile a settembre, dunque all’inizio dell’anno scolastico: a chiederlo non sono i sindacati, ma il candidato premier Mario Draghi. Fra i punti principali illustrati ai partiti minori durante il secondo giro di consultazioni svolto ieri pomeriggio, “non solo c’è la volontà di intervenire sul calendario scolastico, ma anche un vero e proprio intervento sulle assunzioni dei docenti e sulla tempistica di assegnazione delle cattedre”.
Marcello Pacifico (Anief): “Attendiamo una posizione ufficiale. In passato, alle affermazioni di chi guida il Paese non c’è stato alcun provvedimento legislativo conseguente. Figuriamoci ora che si tratta di consultazioni preliminari alla formazione del nuovo Governo, ancora tutta da definire. Comunque non ci sorprenderebbe se l’ex numero uno della Banca Centrale Europea avesse l’intenzione di mettere mano a una delle piaghe della scuola pubblica italiana. Avere più di 200mila supplenti annuali non è compatibile con un paese che guarda con interesse alla next generation e si appresta a investire sulla formazione oltre 20 miliardi del Recovery plan. La strada, del resto, è stata tracciata dal Comitato dei diritti sociali europei che, accogliendo il nostro ricorso n. 146/2017, ha dato piena ragione ai tanti precari che protestano per l’ingiusta reiterazione dei contratti a termine che sono costretti a sottoscrivere con lo Stato, ogni inizio d’anno scolastico: costretti a stipulare una supplenza di lunga durate, senza che lo stesso Stato applichi quella direttiva, la 1999/70/CE, che l’UE ha imposto da oltre vent’anni, così da assumere in modo automatico tutti i supplenti dei paesi membri che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio”.
In cima all’agenda del Governo in via di formazione, l’incaricato presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe detto: “Lavorare da subito perché a settembre tutte le cattedre siano assegnate e i docenti siano in classe dal primo giorno del nuovo anno scolastico”. Il premier incaricato, ha scritto la stampa specializzata, avrebbe infatti anche sottolineato che bisogna evitare che ci siano quest’anno molte migliaia di cattedre vacanti come lo scorso anno, alla ripresa dopo l’estate.
IL PRESIDENTE ANIEF: SIAMO ANCORA IN TEMPO
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’errore di fondo dell’Italia è avere chiuso le graduatorie a esaurimento e non avere permesso le assunzioni dei precari storici, come avviene da sempre nel settore privato. Che fine ha fatto il doppio canele di reclutamento. Certo, se si volesse, saremmo ancora in tempo: basterebbe trasformare il concorso straordinario della scuola secondaria, ad esempio, da selettivo a procedura per titoli che verifichi le competenze, eventualmente anche attraverso degli esami. Senza però pensare che una graduatoria di merito comporti delle esclusioni”.
“Per quale motivo, infatti, se un aspirante insegnante ha delle competenze accertate – continua il sindacalista autonomo –deve essere escluso? Chi e come lo stabilisce? La verità è che quelle graduatorie finali possono essere stabilmente utilizzate per entrare nei ruoli. Dando, certamente, la possibilità agli stessi candidati di aggiornare le loro posizioni sulla base dei titoli e servizio nel frattempo eventualmente acquisiti”.
NESSUNA CHANCE DI ESSERE ASSUNTI
Secondo Pacifico l’apice di questa contraddizione si tocca quando si scopre che “in Italia insegnano nel sistema nazionale d’istruzione dei docenti che, stando alle attuali regole, non hanno possibilità di essere assunti in ruolo: sono i docenti precari delle scuole paritarie, oppure quelli di religione cattolica, gli insegnanti tecnico pratici. E anche i maestri con diploma magistrale. Per loro non esiste una procedura riservata. Nemmeno se sono precari da una vita, stanno andando in pensione da supplenti e ci sono decine e decine di migliaia di posti vacanti e disponibili. Adesso che l’Europa sta mettendo alle strette il nostro paese, adesso che l’Europa ci dice che dobbiamo investire sull’Istruzione, il vento sembra così cambiare. Ricordiamo - conclude Pacifico – che in ballo c’è una procedura d’infrazione che potrebbe tra non molto tempo tramutarsi in una multa salata, più di qualcuno sembra prenderne coscienza”.
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