Riguarda l'abolizione dell'obbligo del possesso e dell'esibizione del Green Pass sul luogo di lavoro il più importante dei 14 emendamenti del sindacato Anief al Decreto Legge 127/21, presentati alla prima Commissione Affari costituzionali, su cui il Senato si esprimerà nei prossimi giorni: lo ha confermato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso di un’intervista radiofonica a Italia Stampa: “Stiamo parlando – ha detto il sindacalista – di un obbligo che in questo momento riguarda solo il nostro Paese, perché non esiste in nessun’altra parte del mondo, e che tra l'altro potrebbe essere anche controproducente laddove fa venire meno il rispetto delle norme di distanziamento tra i lavoratori, che invece diventano sempre più necessarie per evitare che le nove varianti del virus possano diffondersi come già è accaduto in Inghilterra”.
L’UTILITÀ DEL TAMPONE RAPIDO
La gestione del lavoro non può continuare a essere impostata tutta sul possesso del Green Pass. Lo ha ribadito il leader dell’Anief, ricordando anche l’importanza di introdurre “la gratuità dei tamponi per tutto il personale in quanto dispositivi di protezione, utili per fare lo screening ed evitare il rischio di contagio. Il tampone non deve essere vissuto come un ripiego ma come uno strumento, come tutti gli altri messi a disposizione dal datore di lavoro per evitare la diffusione del contagio”.
Il riferimento del sindacalista autonomo è ai tamponi cosiddetti ‘rapidi’: “i tracciamenti – ha detto - possono avvenire attraverso dei tamponi meno invasivi: pensiamo a quelli salivari, utilizzati con frequenza da soggetti che non presentano patologie, anche avvalorati scientificamente come strumenti utili per evitare la diffusione del contagio”.
GLI ALTRI EMENDAMENTI
Tra gli altri emendamenti presentati dal giovane sindacato, sempre al decreto 127/21, c’è quello sulla validità della certificazione verde “in ogni caso garantita per l’intera giornata lavorativa”, sul lavoro agile da adottare per i dipendenti che risultino privi “della certificazione verde COVID-19 o della predetta certificazione al momento dell’accesso al luogo di lavoro”, sulla conferma in toto l’organico Covid 2020/21 e quindi sulla inopportuna cancellazione di oltre 30mila posti dell’organico dello scorso anno “in considerazione del perdurare della situazione di emergenza e della necessità dello sdoppiamento delle classi”.
Anief ha anche chiesto una “revisione degli organici sia del personale docente che ATA”, al fine di garantire una piena funzionalità dell’autonomia scolastica per il contrasto alla povertà educativa anche in situazioni di emergenza”, oltre che interventi a regime sul dimensionamento scolastico, che ha cancellato 4mila istituti, 250 mila posti tra docenti e Ata e tantissimo tempo scuola, ristabilendo dunque “la normativa previgente a quanto disposto dal comma 4 dell’articolo della Legge n. 111 del 15 luglio 2011”.
Per il sindacato è poi indispensabile agire normativamente sul rapporto alunni-docenti, riducendolo in modo corposo entro l'anno scolastico 2022/2024 con sicure “ricadute positive sulla didattica e sull’apprendimento degli alunni” garantendo “sicurezza, igiene e vivibilità degli ambienti” scolastici. Come è fondamentale produrre un adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto, “in vista dello sblocco delle assunzioni sul 100% del turnover”, a cominciare dai “posti in deroga sul sostegno costituiscono oggi più del 40% della pianta organica”, con anche una revisione dei “criteri per la formazione dell’organico di sostegno” andando ad eliminare “qualsiasi limite”. Si chiede, quindi, la revisione dei criteri con cui si formano gli organici del personale educativo, sempre più ridotti all’osso “nonostante il continuo aumento della popolazione scolastica dei Convitti ed Educandati Statali Nazionali”.
Anief rivendica con forza anche l’indennità di rischio biologico per tutti i dipendenti della scuola – considerando “lo scambio ravvicinato di contatti con decine di alunni” - e una specifica per i videoterminalisti “con carattere mensile” e da corrispondere “in proporzione alle giornate lavorative svolte in presenza”. L’organizzazione sindacale, infine, chiede la collocazione stabile di assistenti tecnici negli istituti comprensivi “in considerazione della crescente presenza della componente digitale nella didattica”.
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