Per Anief è ancora troppo poco perché forti sono le penalizzazioni che devono essere tolte. Inoltre, più del 50% di chi rimane è over 55, ovvero collocato in quella fascia d'età che nella primavera scorsa era individuata come fragile. È arrivato il momento di approvare una finestra che svecchi la scuola italiana, a più rischio biologico, e tuteli la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief), durante gli incontri con il ministro Catalfo, nelle delegazioni Confedir e Cisal, ha chiesto al Governo di considerare subito il lavoro svolto in ogni ordine e grado quale gravoso (non soltanto quello svolto nelle scuole dell'infanzia) di consentire ai lavoratori fragili il lavoro agile o il congedo con la retribuzione ordinaria (e non ridotta in malattia), di aprire in futuro una finestra specifica a 61 anni in considerazione del rischio biologico, senza penalizzazioni. L'Italia non può più permettersi di avere il personale scolastico più vecchio al mondo.
I timori di una seconda ondata di contagi da coronavirus potrebbero accentuare la propensione al pensionamento di insegnanti e personale tecnico-amministrativo (Ata): lo scrive Il Sole 24 Ore, sottolineando che “il pensionamento di un così alto numero di lavoratori della scuola avrebbe comunque degli effetti positivi, perché andrebbe a svecchiare un comparto, in particolare quello dell’insegnamento, che può contare su due lavoratori su tre over 50: “solo l’1% del nostro corpo docente è under30, contro il 10% della media Ocse”. Anief reputa 50 mila pensionamenti persino pochi, anche perché sarebbe il caso di prevedere delle uscite anticipate per il lavoro gravoso, considerando anche che con il Covid aumenta il rischio biologico che lo Stato però continua a non contemplare.
Secondo la stampa economica nei giorni scorsi “un campanello d’allarme sull’effetto Covid-19 tra i prof è già suonato nei giorni scorsi quando è partita la nuova procedura della call veloce, targata Azzolina. Appena 2.500 precari hanno presentato domanda per spostarsi in un’altra regione (soprattutto da Sud a Nord) per conquistare un posto fisso”. Sulla propensione a lasciare il servizio pesa anche il fatto che il 2021 sarà pure l’ultimo anno per fruire dell’anticipo pensionistico Quota 100, “stime prudenziali di esperti del settore e sindacati indicano in almeno 50mila le domande in arrivo (40mila docenti o poco meno e 10mila Ata)”. Un fenomeno che, sommato all’attuale record di posti vacanti, potrebbe andare quasi a vanificare, ancora prima di essere svolti, le tre ormai imminenti procedure concorsuali per complessivi 78 mila posti da assegnare.