Nel comma 335 della legge di Bilancio 2018 è specificato che entro il 2018 sarà bandito il concorso per il reclutamento dei nuovi DSGA.
I titoli d’accesso al concorso sono:
-Diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, sociali o amministrative, economia e commercio;
-Diplomi di laurea specialistica (LS) 22, 64, 71, 84, 90 e 91;
-Lauree magistrali (LM) corrispondenti a quelle specialistiche ai sensi della tabella allegata al D.I. 9 luglio 2009.
Oltre a coloro che sono in possesso dei sopraccitati titoli, potranno partecipare, in deroga agli stessi, gli assistenti amministrativi che, alla data di entrata in vigore della legge (di Bilancio), abbiano maturato almeno tre anni interi di servizio negli ultimi otto nelle mansioni di direttore dei servizi generali ed amministrativi.
Da Palazzo Madama è arrivato il via libera al testo definitivo della Legge sul Bilancio di previsione dello Stato per il 2018. Per la scuola tanto fumo e poco arrosto. A partire dalla trasformazione delle cattedre di fatto in cattedra di diritto, utili per mobilità e immissioni in ruolo. A fronte delle circa 18mila finanziate per i prossimi anni, ne mancano all’appello almeno 40mila su sostegno. Fumata nera anche per le risorse per il rinnovo del contratto. I 60 milioni in più raschiati negli ultimi giorni serviranno per la costituzione di un fondo per la valorizzazione del merito. Come dire: poco e solo per pochi. Male anche la bocciatura del doppio emendamento per l’ammissione dei ricorrenti 2011 e 2015 al corso intensivo per accesso al ruolo di Dirigente scolastico.
Sul fronte Ata viene superato il divieto di conferire supplenze per la sostituzione di assistenti tecnici e amministrativi, introdotto dalla legge 190/2014, ma solo dopo il trentesimo giorno di assenza. Non cambia nulla, invece, sul versante dei collaboratori scolastici, per i quali il divieto di sostituzione rimane. In arrivo nel 2018, dopo anni di attesa, il concorso per DSGA.
Unica nota positiva, l’eliminazione del vincolo allo scorrimento delle graduatorie di merito del concorso docenti 2016 fino al limite aggiuntivo del 10% dei vincitori, che impediva agli idonei collocati oltre tale limite di poter ottenere la nomina in ruolo. Una norma illogica contro cui Anief aveva già ottenuto ragione in tribunale. Prorogata di un anno, inoltre, la validità delle GM del Concorso 2016.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La Legge di Bilancio così come approvata dal Senato purtroppo rappresenta un’occasione mancata. In questi mesi abbiamo più volte sentito la Ministra Fedeli parlare della necessità di valorizzare la professione docente, addirittura raddoppiando gli stipendi. Constatiamo con amarezza che la realtà è un’altra, fatta com’è solo di poche luci e molte ombre. Ma con Anief ai tavoli di contrattazione, una volta raggiunta la rappresentatività, la storia cambierà.
Nonostante siano stati rari i casi di ricorso in Cassazione su sentenze del giudice amministrativo dall'approvazione della legge 3761 del 1877 in materia di conflitti, l’ufficio legale Anief ritiene che con la recente decisione dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato siamo di fronte a un radicale stravolgimento delle regole processuali, con una sentenza ridondante e che, in palese contrasto con l’orientamento pregresso e consolidato dello stesso organo, ha negato manifestamente la giustizia.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): abbiamo intenzione di rispondere con strumenti straordinari alla gravissima situazione che la Plenaria ha causato con la sua decisione sconcertante. Il ricorso in Cassazione va ad aggiungersi a quello alla Cedu, alla petizione alla Commissione del Parlamento Europeo e al reclamo al Consiglio d’Europa. Confermato lo sciopero dell’8 gennaio e i sit-in in tante città italiane. Tutti i diplomati magistrale devono candidarsi con Anief alle prossime elezioni RSU per rispondere a questo schiaffo.
Mancano all’appello ancora 2.600 euro. Inoltre, nella manovra, ad oggi è previsto che quelle somme arriveranno ad intervalli di tempo piuttosto lunghi: dall’anno prossimo fino al 2021. Udir aveva chiesto, nella Legge di Stabilità, di poter ottenere il riconoscimento della perequazione esterna fin dal 2016 e per intero, oltre al ripristino e all’incremento del Fondo Unico Nazionale: solo per la riduzione di quest’ultimo di un terzo ogni preside oggi ha perso in media 5mila euro. Si tratta di elementi stipendiali indispensabili per recuperare il disavanzo rispetto agli altri dirigenti pubblici, attualmente di oltre 38mila euro annui. Invece, la perequazione totale della parte fissa della retribuzione di risultato avverrà solo nel 2020, forse anche 2021, per un totale di 12mila euro lordi in più: il mancato riconoscimento del quinquennio comporta quindi la perdita di 42mila euro. Inoltre, nell’ultimo periodo tanti ds hanno subìto oltre al danno la beffa, perché nelle loro regioni, a seguito della firma dei Contratti integrativi, le Ragionerie territoriali dello Stato stanno operando delle maxi-trattenute sulle somme in più percepite.
Marcello Pacifico (presidente Udir): La parità di trattamento tra dirigenti scolastici e i dirigenti dell'area Miur doveva avvenire fin da questo contratto, subito e non progressivamente. Basta dire che nel 2015, in base all’Atto di Indirizzo, i dirigenti di Università e Ricerca annualmente guadagnavano 96.216,56 euro l’anno, a fronte dei 57.893,28 euro medi dei dirigenti scolastici: la perequazione da colmare è oggi quindi pari a 38.323,28 euro annui, ovvero 2.947,94 al mese. Come si fa a dire che basteranno poche centinaia di euro al mese per avvicinarsi a quelle cifre?
È quindi inevitabile rivolgersi al giudice per rivendicare il mal tolto e gli interessi. A tal fine, è possibileinviare già da ora una diffida anche in attesa di una nuova pronuncia della Consulta per interrompere la prescrizione.
Mancano pochi giorni alle ore 14.00 del 29 dicembre, quando si chiuderanno le iscrizioni al concorso per selezionare 2.900 docenti da ammettere al rinnovato corso di formazione per assumere il ruolo di dirigenti scolastici. Intanto cresce l’attenzione per la prova preselettiva da svolgere nei primi mesi del 2018 e diventano 26 le FAQ ministeriali per rispondere ai quesiti più frequenti sul concorso. E si allunga pure la lista di esclusi che rivendicano legittimamente la possibilità d’accesso alle prove: oltre ai laureati con cinque anni di servizio ma non ancora assunti a tempo indeterminato e i neo-immessi in ruolo o coloro che per vari motivi non hanno ancora svolto l’anno di prova, ai docenti di ruolo con 5 anni di servizio computando il Dottorato di Ricerca, tra coloro che possono presentare ricorso figurano anche i vicari dei presidi che hanno svolto per almeno tre anni (negli ultimi otto) la funzione di reggente: per loro l’Anief ha attivato un apposito ricorso al Tar del Lazio, finalizzato ad ottenere l'ammissione in deroga ai requisiti d'accesso.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il sindacato ha patrocinato questi ricorsi sulla base di una precisa sentenza del Consiglio di Stato che si è espresso sulle esclusioni illegittime analoghe in occasione dell’ultimo concorso a preside, nel 2011: alcune centinaia di docenti svolsero quel concorso grazie proprio ai nostri ricorsi e alcuni, al termine della selezione, l’hanno pure vinto, visto che oggi sono dirigenti scolastici di ruolo.