Pubblichiamo di seguito alcuni articoli su Nuovo anno, vecchi vizi: si riparte con classi pollaio e stipendi insegnanti da fame
Pubblichiamo di seguito alcuni articoli su Nuovo anno, vecchi vizi: si riparte con classi pollaio e stipendi insegnanti da fame
1) Franca Falcucci: un ministro dell’Istruzione con esperienza di insegnamento
E’ morta lo scorso 4 settembre. L’Ufficio Stampa MIUR riporta il cordoglio del ministro Giannini.
2) Commento alla Premessa del documento: All'Italia serve una buona scuola (1)
Prendiamo in esame due dichiarazioni di principio. Le successive parti della Premessa sono dedicate, ciascuna a uno dei sei capitoli del documento; nelle prossime schede produrremo, in questa rubrica di aggiornamento, il nostro parere sugli argomenti di ciascun capitolo.
Il ministro Giannini promette: mai più precari in cattedra. Ma per regolarizzare 120mila docenti e dare speranza alle altre centinaia di migliaia di tirocinanti in attesa servirebbe molto più di quanto annunciato. Anche perché negli ultimi anni gli istituti scolastici hanno perso sei miliardi di fondi.
Gli Ata (ausiliari tecnico-amministrativi), non vengono nominati dal piano scuola di Renzi: eppure ci sono 10 mila precari e 5 mila posti aggiuntivi senza certezze.
La conferma arriva col primorapporto dell’area Ocse sull'Efficienza della spesa per l'educazione: l'Italia potrebbe ottenere risultati Pisa ai livelli della Finlandia, se riducesse il rapporto insegnante-allievo da 10,8 a 8,2. Ma anche se si aumentasse la busta paga dei docenti dalla media attuale di 31.460 dollari a 34.760 dollari.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): finalmente svelato il bluff sui pochi alunni per classe nel nostro Paese: non si sottraevano, come Anief ha sempre sostenuto, i 110mila insegnanti di sostegno e i 30mila di religione. E sulle buste paga basterebbe allinearle al costo della vita.
Con il piano per le assunzioni presentato dal governo si pongono interrogativi che riguardano il mondo del precariato, delle supplenze, della reale funzione dell’organico funzionale e delle graduatorie ad esaurimento.
Proprio partendo dalle sentenze ottenute dall’Anief per l'ingresso di docenti reinseriti nelle graduatorie ad esaurimento, Marcello Pacifico, presidente del sindacato, ci parla del ricorso vinto e dei problemi della scuola estrapolandoli dal suo punto di vista.
Il gap tra i due modelli di revisione del sistema scolastico italiano non è da poco: se fosse riuscito a portarlo a termine, l’ultimo Governo Berlusconi avrebbe fatto accedere al merito 70mila docenti in più rispetto a quanto si vorrebbe fare oggi. La responsabilità è anche dei sindacati che nel 2011 si piegarono alla riforma in cambio della proroga della rappresentatività sindacale e del rinvio delle elezioni RSU.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è una cifra considerevole, soprattutto in regime di lungo blocco contrattuale come quello che stiamo vivendo e che potrebbe durare fino al 2017, come si legge nell’ultima Finanziaria, se è vero che i valori dell’indennità di vacanza contrattuale saranno ancorati fino a quella data ai valori del 2009 senza possibilità di recupero. Il sindacato non è di fondo contrario alla ‘carriera’ dei docenti, ma deve essere determinata attraverso criteri obiettivi e trasparenti con adeguate risorse nelle leggi di stabilità senza ricorrere a nuovi tagli e risparmi, e con aumenti minimi per tutti legati all’aumento del costo della vita. È impensabile che siano i soli dirigenti scolastici a stabilire chi e perché debba avere accesso a questi incentivi, in assenza di una riforma che si occupi anche della valutazione del loro operato.
Nuovo successo dell'Anief che grazie all'avv. F. Lideo ammette altri 100 ricorrenti alla vigilia della convocazioni per l'assegnazione delle supplenze. Ancora una volta il sindacato dimostra di lottare a fianco dei precari della scuola, perché chiunque è abilitato ha diritto a essere reclutato.
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