Lo ha confermato la terza sezione della Corte UE rispondendo ad una dipendente del Consiglio di Stato spagnolo, riguardo al rifiuto di quest’ultimo di concederle maggiorazioni corrispondenti a scatti triennali di anzianità, stante la sua qualità particolare di “personale reclutato occasionalmente” nel periodo 1996–2012. Decisiva, ancora una volta, la tutala della categoria grazie all’applicazione della direttiva 1999/70 e le successive clausole, tese a “migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione; creare un quadro normativo per la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato”. Pertanto, i “periodi di anzianità di servizio relativi a particolari condizioni di lavoro dovranno essere gli stessi sia per i lavoratori a tempo determinato sia per quelli a tempo indeterminato”.
Per il sindacato, solo nella scuola italiana possono ora rivendicare una ricostruzione di carriera corretta la maggior parte dei 300mila docenti e Ata assunti a partire dal 1999 (di cui100 mila dal 2011 senza primo gradino stipendiale) e i futuri 100mila docenti che saranno immessi in ruolo dal 2015 con la riforma della “Buona Scuola”. Sulla loro pelle lo Stato ha voluto risparmiare più di 2,5 miliardi solo negli ultimi anni.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la curia europea ha ribadito quello che ha detto ogni volta che è stata chiamata in causa su questo genere di ricorsi. Pertanto, impugneremo tutti i decreti di ricostruzione di carriera emessi negli ultimi anni in contrasto con la normativa comunitaria.