Entro il 2019 entrerà a regime il comma 131 della Legge 107/2015: raggiunto il tetto dei 36 mesi di supplenza su posto vacante e disponibile, il docente non potrà avere più incarichi su questa tipologia di supplenza. Eppure, a fronte di 202.317 dipendenti pubblici non di ruolo, il Mef ci dice che 141.996 sono docenti e Ata. Ora, anziché essere stabilizzati, perché hanno superato i tre anni di servizio, come indicato dall’UE e ribadito dalla curia di Lussemburgo, verranno ricacciati all’indietro. Ecco perché va fatto ricorso.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): bisogna utilizzare le graduatorie di Merito e l’inserimento dei candidati idonei al termine del 'concorsone'. E poi il doppio canale di reclutamento, andando ad assumere gli abilitati della seconda fascia delle graduatorie d’istituto, iniziando dalle graduatorie dove non ci sono più candidati nelle GaE. Per la terza fascia d’istituto, vanno assorbiti anche i laureati, al termine di un corso annuale abilitante.
Dello stesso tenore, altre 22 sentenze emesse da diversi tribunali d’Italia: da Trieste a Crotone, il filo conduttore è rappresentato dal Miur che attraverso il Contratto Collettivo Nazionale discrimina i lavoratori precari della scuola. Per i giudici, questi lavoratori sono palesemente discriminati e mantenuti a livello stipendiale di base, senza diritto a progressioni economiche o aumenti in base agli anni di servizio prestati. Il comportamento contrasta con la normativa comunitaria, in particolare con la Direttiva 1999/70/CE e con l'allegato Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): da anni chiediamo non solo un vero piano di stabilizzazione dei precari storici, ma anche un intervento concreto e mirato del Ministero per sanare tutte le illegittimità contenute nel CCNI, in primis quelle che riguardano i trattamenti economici che discriminano e sviliscono il lavoro dei tanti lavoratori a termine della scuola. L’obiettivo è riconoscere ai precari pari dignità, rispetto al personale di ruolo, all'interno della contrattazione collettiva. Nel frattempo, la soluzione è quella di presentare ricorso.
Queste sono le parole pronunciate dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante l’audizione di ieri in Commissione Cultura di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Infatti, tra i punti toccati (università, diritto allo studio, edilizia scolastica e mobilità) anche quello degli insegnanti precari. Cisl: “Bene impegno sul reclutamento, ma si faccia di più”.
Anief: “Soluzioni su fase transitoria non ci soddisfano”. Continua a leggere
Dopo il grande successo di Palermo, partono i nuovi seminari, sempre organizzati dal sindacato UDIR e da EUROSOFIA, su competenze e problematiche connesse all’attività dei capi d’istituto. Si parlerà dei crescenti carichi di lavoro, delle responsabilità enormi, degli spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, aggravati dalla riforma Renzi-Gianni, sempre però in cambio di buste paga a dir poco esigue.
Il programma dei prossimi seminari: a Cosenza domenica 5 marzo presso Italiana hotel; a Catania martedì 14 marzo nell’hotel Plaza; a Roma sabato 18 marzo all’hotel H10; a Torino mercoledì 22 marzo c/o Starhotels Majestic; a Napoli martedì 4 aprile c/o Ramada Naples; a Milano mercoledì 5 aprile c/o Novotel Milano Linate aeroporto; ; a Lecce sabato 6 maggio. Saranno presenti, tra i relatori, l'esperto in relazioni sindacali Pietro Perziani, sulla sicurezza Natale Saccone, il segretario organizzativo Confedir Marcello Pacifico, gli avvocati della rete legale dell'Anief, i dirigenti in servizio delle rispettive regioni. La partecipazione è gratuita e riconosciuta dal Miur. Per informazioni si può contattare il 331.7713481. Per una consulenza gratuita, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per aderire ai ricorsi su RIA, FUN, CIR consultare il sito internet www.udir.it
Marcello Pacifico (Confedir-Anief): registriamo una sempre più alta insofferenza tra i presidi: il maggior numero di compiti, scadenze e impellenze di varia natura hanno trasformato la loro professione in un impegno da 18 ore al giorno. Il tutto, si svolge in cambio di buste paga a dir poco basse, soprattutto se rapportate al grado di responsabilità richiesto e alla mole di lavoro svolta.
Il decreto legislativo della L. 107/2015 non salvaguarda i diritti degli alunni e dei docenti. Non convincono nemmeno le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che, parlando alle commissioni parlamentari congiunte, ha ricordato che la 'legge di bilancio per il 2017 ha stanziato 400 milioni di euro, per consolidare nell’organico di diritto posti storicamente attivati in quello di fatto'. Intanto, i sempre più massicci e progressivi tagli agli Enti Locali stanno fiaccando i servizi a supporto degli alunni che necessitano di servizi e formazione 'speciale'. Soprattutto al Sud, dove gli alunni con disabilità palermitani sono arrivati a incatenarsi ai cancelli della loro scuola, proprio per protestare in difesa del diritto allo studio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): invece di soffermarsi su leggi improbabili e progettare organici su posti comunque vincolati, destinati in larga parta ad andare a supplenza, Governo e Miur farebbero bene a preoccuparsi di come evitare che si ripetano certe situazioni incresciose. Perché il diritto allo studio degli alunni, a iniziare da quelli con disabilità, si garantisce con docenti di ruolo e finanziamenti adeguati per salvaguardare trasporti e assistenza.
Replica dell’Anief: bisogna prevedere l’utilizzo di tutte le graduatorie di Merito non esaurite e l’inserimento dei candidati risultati idonei al termine del concorso a cattedra. Occorre anche utilizzare il doppio canale di reclutamento, andando ad assumere gli abilitati delle graduatorie d’istituto: dalla seconda fascia, in particolare, bisognerà attingere in tutti quei casi di graduatorie a esaurimento prive di candidati, come accade da tempo in Lombardia per matematica nella scuola media e nel Lazio per sostegno alle superiori. Per la terza fascia d’istituto l’amministrazione farebbe bene ad assorbire i laureati, sempre laddove le classi di concorso risultino prive di precari nelle GaE e in seconda fascia d’istituto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per chi ha svolto più di tre anni di servizio va allestito un corso annuale, al termine del quale l’aspirante docente consegue l’abilitazione all’insegnamento in vista dell’assunzione. Come si fa a chiedere invece a questi docenti precari, che hanno insegnato almeno 36 mesi, di attendere altri sette anni prima di entrare in ruolo? Viene da chiedersi come mai a proporre questa soluzione di precariato “andante” sia la stessa maggioranza parlamentare che aveva posto tra le sue priorità quella di cancellarlo. Lasciando inalterate queste norme, l’unica cosa certa è che si esporrà ancora di più lo Stato a essere citato per inadempienza e ai risarcimenti milionari a favore dei precari a cui si continuano a ledere i diritti.
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