‘Lo schema di decreto legislativo per la promozione dell’inclusione scolastica, all’esame del Parlamento, non sembra garantire i diritti, né soddisfare i bisogni degli studenti disabili, pertanto, abbiamo chiesto chiarimenti al ministro dell’istruzione’, spiega il gruppo di senatori proponenti. Che chiedono anche ‘i necessari correttivi’ a un testo che ‘desta forti preoccupazioni’. Il sindacato, intanto, torna a chiedere la cancellazione della norma che prevede il conferimento di un semplice attestato di frequenza della scuola media e nessun titolo reale. E del dispositivo immotivato che impone il passaggio da 5 a 10 gli anni di permanenza minima del docente di sostegno sul settore.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non si può pensare di garantire la continuità didattica solo costringendo il docente specializzato a rimanere sull’alunno. Come non possiamo che contrastare la norma che alza il numero di alunni in presenza di un disabile grave nel gruppo-classe: come si può pensare di elevare la qualità della didattica ‘speciale’ se a governare sono sempre le esigenze di cassa? È chiaro che se riparlerà in tribunale: i giudici saranno chiamati a esprimersi sull’ennesima lesione del diritto allo studio. Infine, non possiamo non ricordare che la delega sul sostegno non si occupa di un aspetto fondamentale: il dato nazionale degli oltre 40mila posti, su 140mila, che ogni anno devono andare in deroga fino al 30 giugno, a causa di una legge, la 128/2013, che non si riesce a cancellare.