A illustrarle è stato il segretario confederale Marcello Pacifico che, nel suo intervento, si è soffermato sulle tante questioni aperte che se non risolte metterebbero a serio rischio lo svolgimento del prossimo anno scolastico: gestione della fase transitoria per precari abilitati; vincitori e idonei del concorso; docenti dell'infanzia ed educatori; blocco decennale sul sostegno e stabilizzazione dei posti in deroga, precari in servizio all'estero; parità di trattamento e rivalutazione dell'assegno dell'indennità di sede; retribuzione delle attività legate all’Invalsi; insegnamento di diritto, filosofia e storia per la cultura umanistica; tempo pieno e prolungato.
Marcello Pacifico (Cisal-Anief): il Parlamento ha l’opportunità di ridurre gli effetti perversi della Buona Scuola trovando finalmente delle soluzioni ai tanti nodi da sciogliere sul funzionamento delle nostre scuole e dell’istruzione pubblica italiana. Mantenere le deleghe così come presentate dal Governo sarebbe un grave errore, perché dimostrerebbe l’ennesima opera incompiuta del legislatore, su cui dovranno, per forza di cose, ancora una volta, mettere mano i giudici.
I docenti cancellati dalle GaE per mancato aggiornamento hanno ottenuto giustizia anche in Corte d’Appello grazie al prezioso intervento dei legali Anief. Il Governo riapra le GaE a tutti i precari abilitati.
L’Anief ha ottenuto ancora una volta la conferma del pieno diritto al reinserimento in Graduatoria a Esaurimento dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento/permanenza. Il Tribunale del Lavoro di Chieti aveva incomprensibilmente dato ragione al Ministero dell’Istruzione dichiarando l’impossibilità dei docenti cancellati a essere reinseriti a domanda. Ma, come è loro abitudine, i legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo, Manuela Pirolozzi e Francesca Marcone non si sono arresi alle prime difficoltà e hanno magistralmente patrocinato un ricorso in Corte d’Appello che ha integralmente riformato la sentenza di primo grado, dichiarando legittime e assolutamente condivisibili le tesi patrocinate dal nostro sindacato, ordinando al MIUR di provvedere all’immediato reinserimento di due nostri iscritti e condannandolo al pagamento di più di 4mila euro di spese di giudizio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): grazie alla professionalità e alla competenza dei nostri legali, abbiamo nuovamente imposto al MIUR il rispetto della normativa primaria restituendo dignità a quei docenti precari illegittimamente ‘banditi a vita’ dal mondo della scuola cui abbiamo restituito, finalmente, la concreta possibilità di essere stabilizzati. Chiediamo che il Governo si decida a riaprire le Graduatorie a tutti i docenti abilitati.
Secondo il giovane sindacato, nel decreto legislativo della Legge 107/15 sulla ‘istituzione del sistema integrato di educazione e d’istruzione dalla nascita sino a sei anni’ è necessario un sensibile aumento degli organici e l’introduzione di personale potenziato nell’infanzia. Tra le modifiche richieste, c’è anche quella di prevedere l’anticipo di un anno dell’obbligo scolastico in classi in compresenza (con docenti della scuola dell’infanzia e della primaria assieme) e la riapertura delle GaE a tutto il personale docenti abilitato, nonché l’assunzione di tutti gli idonei dei concorsi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe importante anticipare l’obbligo scolastico, inserendo l’ultimo dei sei anni del Sistema integrato nel primo del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione. Il fine risponde ai mutamenti culturali del nostro tempo, offrendo un servizio che valorizzi le potenzialità di bambini, i quali in questo modo vivono uno spazio relazionale e cognitivo più dinamici rispetto alle precedenti generazioni. La scelta, inoltre, pur mantenendo in 10 anni la durata del diritto-dovere alla formazione, allinea ai colleghi europei gli studenti italiani che conseguono il diploma in uscita dal sistema di istruzione e formazione secondaria.
A seguito delle numerose richieste d’intervento ricevute negli ultimi giorni, il sindacato ha deciso di attivare uno specifico ricorso al Presidente della Repubblica per consentire l'accesso dei docenti in possesso di diploma ITP al corso di specializzazione sul sostegno. Aperta, anche, la possibilità di ricorrere per il Personale Educativo intenzionato a partecipare al corso TFA Sostegno per scuola primaria e per i docenti in possesso di Diploma Magistrale a indirizzo sperimentale linguistico, in caso non dovessero poter correttamente partecipare al corso, perché espressamente esclusi dai bandi universitari in via di pubblicazione.
ROMA, 1 FEB - Il contratto integrativo sulla mobilità degli insegnanti non mette la parola fine alla questione dei trasferimenti dei prof. E non soltanto perché per arrivare al traguardo manca ancora la parola del Mef, della Funzione Pubblica e della Corte dei Conti. L'Anief ritiene, infatti, che il contratto sia "illegittimo e ad alto rischio di impugnazione" e il Moige è preoccupato che mini la continuità della didattica. "Non è stato disposto un concreto adeguamento dell'accordo con le disposizioni normative di rango primario, andando così a ledere i diritti - spiega l'Anief - di chi ha svolto servizio pre-ruolo o nelle paritarie". Senza contare che sulle norme definite ieri sera pesa il mancato accordo sulla chiamata diretta, che - aggiunge - potrebbe rimettere tutto in discussione. Per l'associazione dei genitori l'intesa siglata "sconfessa la riforma, cancella uno dei pochi punti condivisibili e va in chiaro senso contrario rispetto al principio espresso nella Buona scuola, ovvero quello di garantire agli studenti continuità e stabilità didattica. E' altissimo il rischio per i nostri figli - denuncia il Moige - di cambiare i docenti per il prossimo anno, in barba alla promessa espressa nella riforma". Il riferimento è al vincolo triennale. E i timori evidentemente non sono stati fugati dalla precisazione, più volte fatta dal ministro Fedeli, che la cancellazione del vincolo vale solo per il 2017-18 e quindi l'impianto della legge 107 non viene toccato. Pende comunque come una spada di Damocle la chiamata diretta. Nell'accordo di dicembre era stato concordato che l'intesa su questa questione sarebbe stata contestuale al contratto. Il tema fino a pochi minuti prima della conclusione della vertenza è stato al centro della discussione. Nel comunicato ufficiale del ministero si è poi spiegato che "a seguito di questo accordo partirà ora la contrattazione sull'individuazione dei docenti per competenze". Un rinvio, dunque, che lascia margini di incertezza. Su alcuni punti, tuttavia, le parti si sono messe d'accordo: la mobilità avrà un'unica fase per ciascun grado scolastico e consentirà a tutti i docenti, anche i neo assunti, di presentare istanza; il personale docente potrà esprimere fino a 15 preferenze: potranno essere indicate, oltre agli ambiti, anche scuole, per un massimo di 5; e questo varrà sia per gli spostamenti all'interno che fuori dalla provincia.
Attraverso la delega sulla ‘promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità’, il Governo vuole estendere per i docenti il vincolo a dieci anni di permanenza, pur piegandosi al riconoscimento del servizio pre-ruolo nel computo. Stretta, dunque, sulle certificazioni che saranno riscritte nelle modalità e nell’individuazione dei bisogni educativi, secondo quanto indicato dalla Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (lCD) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nessuno sconto ai precari che chiedono l’aumento degli organici e la progressiva stabilizzazione nei ruoli.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il problema è che questo decreto non fa alcuno ‘sconto’ ai tanti precari di sostegno che da anni chiedono l’aumento degli organici e la progressiva stabilizzazione nei ruoli, in presenza di decine di migliaia di posti vacanti. Il tutto, supportato dalla sentenza della Corte Costituzionale che, con la sentenza n. 80/2010, ha detto che non vi può essere a priori un limite di cattedre di sostegno imposto dal legislatore sui temi dell’assegnazione del docente all’alunno con handicap grave. Il giovane sindacato, anche su questo punto, chiede di superare il limite anacronistico - introdotto con la Legge 128/2013 - del 70% dell’utilizzo in organico di diritto sui posti di sostegno presenti nell’organico dell’autonomia, introdotto alla luce della dottrina formatasi. Non si può continuare a mantenere in vita questo stato di cose e ricorrere sistematicamente al giudice.
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