Pubblichiamo alcuni articolo sulle religioni e il difficile dialogo tra cristianità e islam: la storia ci aiuta a capire.
Lo hanno detto i rappresentanti del primo partito di maggioranza alle allarmate associazioni al tavolo di confronto con le parti sociali: l’approvazione della delega di riordino del settore formativo 0-6 anni non comporterà alcun “mescolamento” di personale, ogni figura manterrà i propri ruoli professionali. Il nuovo sistema integrato manterrà intatte anche le competenze in capo ai Comuni ed ai privati: la scuola materna continuerà ad essere gestita dal Miur. Il sindacato chiede le sezioni primavera in tutti gli istituti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la conferma dell’attuale organico non tiene conto della nostra richiesta, che è anche quella del Ministro Giannini, di anticipare l’obbligo scolastico a 5 anni, introducendo una classe ‘ponte’ e la compresenza dei docenti. Ciò avrebbe risolto tutti i problemi. Perché avremmo incrementato l’organico del 25 per cento e permesso l’assunzione di tutti gli attuali precari abilitati. E pure la stabilizzazione di coloro che non sono nelle GaE e hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, più i prossimi vincitori di concorso.
La Buona Scuola non ha rispettato le indicazioni emesse dai giudici di Lussemburgo: anche dopo le 86mila immissioni in ruolo dovute alla Legge 107/2015 rimangono ancora supplenti oltre 250mila docenti: si tratta di circa 180mila abilitati all’insegnamento, che corrispondono a 60mila residui delle GaE, oltre 50mila diplomati magistrali, circa 20mila abilitati con Tfa, 50mila Pas e migliaia attraverso i corsi di Scienze della formazione primaria. A cui si aggiungono almeno 30mila tra amministrativi, tecnici e ausiliari, con più di 36 mesi di servizio richiesti. Senza dimenticare che quella stessa sentenza della curia europea va chiaramente estesa a tutto il pubblico impiego, dove vi sono altre decine di migliaia di lavoratori, che operano da più di tre anni per altri comparti dello Stato con i titoli richiesti e su posti vacanti. A complicare la situazione ci si è messa anche al Corte Costituzionale, che si sarebbe dovuta esprimere sul caso lo scorso mese di giugno, ma ha fatto slittare il suo parere al prossimo 17 maggio. Ad oggi, purtroppo, la via del tribunale rimane l’unica per avere la certezza del risarcimento danni e a volte anche della stabilizzazione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): attesa del parere della Consulta, la vertenza si sta comunque consumando nei tribunali del lavoro, dove sono in essere migliaia di ricorsi pendenti. E dove i giudici, pur in assenza di riferimenti legislativi nazionali, si esprimono sulla laicità del risarcimento e talvolta entrano anche nel merito, stabilendone l’entità tutt’altro che simbolica. Su questi importi il 1° dicembre si esprimerà pure la Corte di Cassazione in udienza pubblica. Con la riforma è stato fatto un micro tentativo risolutorio: con il comma 132 della L. 107/15 si è infatti deciso di istituire un fondo per il risarcimento dei danni, ma 10 milioni serviranno a coprire appena i primi 500 ricorrenti dell’Anief. Così, in attesa che ciò avvenga, il nostro sindacato continua a vincere su queste rivalse nei tribunali del lavoro. Intanto, il personale della scuola in servizio, come se non bastasse la mancata stabilizzazione, deve fare i conti con gli stipendi che non arrivano.
Dopodomani, a Monreale, nella chiesa Capitolare del Sacro Cuore, si svolgerà un convegno accademico che partirà da papato e califfato islamico ai tempi dell’epico periodo delle crociate. Perché è nella prima metà del Duecento che il rapporto tra cristianità e Islam si rivela in tutta la sua intolleranza ideologica. L’evento sarà arricchito dai contributi di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, docente di Storia medievale dell’Università di Palermo e dell’Università telematica Pegaso; Lucio Sembrano, officiale presso il Consiglio pontificio per il dialogo interreligioso già in servizio presso la Segreteria di Stato del Vaticano; Abd Al-Rahman Boulaalam, Imam della moschea di Palermo. A moderare gli interventi sarà il professor Antonino Longo, dell’Università degli Studi di Catania.
Sulla legge delega relativa alla “Revisione dei percorsi di istruzione professionale” previsti dalla L. 107/2105, il Governo scopre le carte: per incrementare il monte annuale di esperienze in azienda, ha intenzione di ridimensionare la formazione tradizionale orientata alla didattica e incrementare le ore laboratoriali.
Marcello Pacifico (presidente Anief): premesso che le ore settimanali di insegnamento debbono tornare quelle pre-Gelmini, l'alternanza scuola lavoro prevista dalla Buona Scuola non è ancora normata, ad iniziare dal piano sulla sicurezza. Il paradosso è che pur senza il decreto specifico contenente le regole organizzative e gli enti accrediti presso la Camera di Commercio, da settembre le scuole superiori, licei compresi, sono state comunque chiamate a pianificare le attività in azienda. Viene poi da chiedersi come si fa a programmare gli stage se il nuovo Piano dell’offerta formativa sarà pronto solo a gennaio. Gli studenti hanno tutte le loro buone ragioni per protestare in piazza.
Pubblichiamo alcuni articoli sul Governo che punta all’abolizione dell’Esame di Stato e del valore legale del titolo di studio.
L’operazione si è resa inevitabile dopo la mancata risposta dell’amministrazione sull’inspiegabile esclusione di tutto il personale non docente dalla scuola pubblica, malgrado dal primo settembre si siano liberati 6.200 posti, per via dei pensionamenti, che si sommano a diverse altre migliaia già da tempo vacanti. Dal 2011 - quando furono assunti 36mila amministrativi, tecnici e ausiliari – l’amministrazione ha mostrato sempre più disinteresse verso la stabilizzazione del personale di categoria. Dopo tre anni di mero turn over, nel 2015 si è toccato il fondo: niente immissioni in ruolo e nessuna considerazione nella riforma, “congelamento” delle immissioni in ruolo per un anno, il tutto in attesa che i perdenti posto delle province decidano il da farsi. Inoltre, si è aggiunta la “beffa” della sottrazione illegittima di due mesi di stipendio anche per le supplenze a tutti gli effetti annuali.
Marcello Pacifico (presidente Anief): i posti vacanti sono molti di più. Ma al Ministero dell’Istruzione si ostinano a trasformarli in supplenze al 30 giugno non utili alle stabilizzazioni. Ora però basta: vista la situazione stagnante, la questione è destinata a passare ai giudici.
Secondo le intenzioni del Governo, espresse nel corso dei tavoli di lavoro allestiti dal Partito Democratico sulla realizzazione delle 9 deleghe di attuazione della riforma, gli attuali docenti abilitati precari andranno ad esaurimento. Poi basta con questo titolo, reputato inutile. Inoltre, d’ora in poi tutti neo assunti sottoscriveranno dei contratti a tempo determinato di durata triennale, prolungando quindi il loro periodo di precariato: saranno affidati a dei tutor, che li seguiranno passo passo nella formazione iniziale. Alla fine della quale, toccherà al loro dirigente scolastico, sulla base dei pareri espressi dal comitato di valutazione, trasformare il rapporto in assunzione vera e propria. Presentata la proposta Anief sulla ripartizione dei posti da assegnare ai vincitori del nuovo concorso per docenti.
Come già accaduto per la fase B, Il MIUR continua a essere evasivo sui reali criteri di assegnazione degli incarichi da fase C del piano straordinario di assunzioni. L'ANIEF promuove un'azione mirata per ottenere dal Ministero dell'Istruzione risposte certe sulla correttezza delle operazioni effettuate. Solo così sarà possibile rilevare eventuali scorrettezze procedurali. Il sindacato ha predisposto un apposito modello di istanza di accesso agli atti, disponibile sul portale Anief. Riaperti i termini anche per gli assunti in Fase B. Adesioni entro il 18 dicembre.
Per garantire la trasparenza e la corretta comparazione delle posizioni degli aspiranti nonché la pubblicità degli atti nelle procedure di selezione delle fasi B e C, l'ANIEF mette a disposizione di tutti i docenti che hanno partecipato al piano nazionale di immissioni in ruolo un'istanza di accesso agli atti che permetterà, grazie alla pubblicazione delle graduatorie in cui si è inseriti e alla conoscenza dei criteri specifici applicati e del punteggio dei docenti destinatari di contratto a tempo indeterminato in ogni provincia, la comparazione della propria singola situazione in entrambe le fasi di assunzioni nazionale (B e C) e la possibilità di poter rivendicare l'immissione in ruolo in provincia più favorevole in base al punteggio posseduto e alle preferenze espresse. Subito dopo questa prima fase propedeutica all'attivazione di uno specifico contenzioso, infatti, sarà avviato ricorso per il corretto rispetto del criterio meritocratico del maggior punteggio e dell'ordine preferenziale dichiarato nel modello online in modo da ottenere, ove ne ricorrano i requisiti, il trasferimento nella provincia più vicina spettante rispetto all’assegnazione accettata.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.