Pubblichiamo alcuni articoli sulla riforma incostituzionale che porta verso la Consulta e sugli uffici scolastici che non riescono a assegnare le supplenze.
Pubblichiamo alcuni articoli sulla riforma incostituzionale che porta verso la Consulta e sugli uffici scolastici che non riescono a assegnare le supplenze.
L’ANIEF dà nuovamente prova della validità delle tesi sostenute ottenendo, presso il Tribunale del Lavoro di Salerno, ordinanza di pieno accoglimento del reclamo presentato avverso la negazione del diritto di una nostra iscritta, in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002, all’immediato inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento di interesse. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Antonio Salerno ottengono ragione in favore della ricorrente e l’annullamento dell’ordinanza di diniego dell’istanza cautelare emanata nel mese di agosto. Riconosciuta la sussistenza del fumus e del periculum consistente nell’esclusione della nostra iscritta dalla partecipazione al piano straordinario di immissioni cui avrebbe avuto diritto se correttamente inserita in GaE, per tempo, dal MIUR.
Sono 60mila: 50mila presentati dagli insegnanti, il resto dai genitori dei disabili.
Lombardia, Calabria e Puglia stanno vagliando la possibilità di seguire l’iniziativa del Veneto, che ha impugnato la Legge 107/15 alla Corte Costituzionale perché la regione viene scavalcata su competenze esclusive come formazione professionale e dimensionamento della rete scolastica. Intanto, prendono quota le iniziative popolari di raccolta firme per arrivare al referendum, su cui si vorrebbero far esprimere i cittadini italiani in primavera.
Anief lo sostiene da tempo e lo ha detto nel corso delle audizioni tenute dal suo presidente, Marcello Pacifico, tenute prima a Montecitorio e poi a Palazzo Madama: sono ad alto rischio di incostituzionalità la chiamata diretta dei docenti, la nuova figura del preside-sceriffo, il blocco degli stipendi e il piano straordinario di immissioni in ruolo che lascia vivo il precariato e costringe migliaia di precari ad essere assunti fuori regione oppure a non presentare domanda per non rischiare l’epurazione. Dello stesso avviso sono diversi giuristi ed esperti. E tutto ciò era stato ben evidenziato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato che, a giugno, nel corso dell’esame della legge, mandò pure sotto la maggioranza.
Pubblichiamo alcuni articoli su solo 1 precario su 2 ha accettato l’assunzione fase B; l’anno parte con 100mila cattedre scoperte, una su 10; assunzioni, 5mila precari verranno dirottati a fare i vicepresidi; oggi è iniziato l’anno scolastico tra polemiche e confusione alimentate da sindacati rappresentativi e Miur.
A Genova su 77 cattedre libere della scuola primaria, appena 18 sono state assegnate. E alle superiori diverse graduatorie di classi di concorso sono risultate esaurite e molti posti, sia cattedre intere che spezzoni, sono rimasti disponibili e tornati alle scuole. Dove i dirigenti dovranno nominare sino “ad avente diritto”. Addirittura quest’anno i contratti conferiti dagli ex Provveditorati agli Studi contengono la stessa clausola, perché in corso d’anno potrebbero subentrare i nuovi immessi in ruolo. Ma la Buona Scuola non doveva cancellare la ‘supplentite’?
Marcello Pacifico (presidente Anief): la verità è che si è creato un sistema burocratizzato e di difficile attuazione, con effetti che si ripercuoteranno sulla didattica. Eppure la soluzione era a portata di mano: collocare tutti i docenti abilitati all’insegnamento tra gli aventi diritto al piano assunzioni. L’assurdo è che aver negato questa procedura ha comportato che quei posti verranno comunque assegnati agli stessi prof.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.