Dai dati aggiornati risulta che sono appena 332 le Graduatorie di merito del concorso approvate pronte per le nomine in ruolo dei vincitori: il 22% di tutte le Graduatorie di merito attese. Inoltre, il 31,7 per cento dei posti (1.891) messi a concorso, riguardanti le 332 commissioni che hanno terminato le operazioni, non avrà mai un vincitore, perché il tasso di bocciature supera le disponibilità di cattedre: i posti per il momento sicuri (poco più di 4 mila) rappresentano solo il 4,8% di quelli messi a concorso. La proiezione su tutti i 63.712 posti previsti comporterebbe 20.188 posti che andranno persi. Il sindacato non si capacita, poi, perché per tanti docenti Itp e diplomati magistrale ad indirizzo linguistico, a cui il giudice ha dato ragione, non si siano ancora svolte le prove suppletive. E non è detta, poi, la parola fine sugli specializzandi di sostegno e per i tanti ricorrenti laureati senza abilitazione non ammessi.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): nessuno pretendeva che i candidati dovessero essere tutti promossi ma lascia basiti che oltre la metà dei concorrenti sia stato mandato a casa già al termine della prima prova. Quei candidati oggi definiti “somari”, perché avrebbero prodotto risposte incomplete, troppi errori e pure degli strafalcioni, sono gli stessi che hanno acquisito la loro abilitazione nelle nostre università, attraverso il giudizio di professori accademici di comprovata affidabilità. Quindi, o il lavoro selettivo e formativo di accademici e supervisori non è stato adeguato, visto che decine di migliaia di docenti già abilitati all’insegnamento sono regrediti al punto di non meritare nemmeno l’idoneità con il minimo della votazione oppure, cosa molto più probabile, c’è qualcosa nelle commissioni dell’attuale concorso che è andato storto.
Il Ministero dell’Istruzione continua a negarlo, però è evidente che il concorso a cattedra, attraverso cui dovevano essere selezionati 63mila nuovi insegnanti da assumere in tre anni, si sta trasformando in un flop senza precedenti. Non bastavano gli errori del bando, il vincolo dell’abilitazione per l’accesso alle prove, le commissioni improvvisate e malpagate (con il Ministro Giannini che ha promesso, senza mantenerlo, il raddoppio dei compensi entro fine luglio) e il ritardo delle operazioni che porteranno all’assunzione immediata solo di una piccolissima parte dei candidati risultati idonei: a rendere la selezione sempre più kafkiana sono ora gli ultimi dati nazionali sugli esiti, i quali ci dicono che è stato respinto un candidato su tre. Dai dati aggiornati e pubblicati in queste ore da Tuttoscuola, risulta che sono appena “332 le Graduatorie di merito del concorso approvate e pronte per le nomine in ruolo dei vincitori. Sono poco più del 22% di tutte le GM attese”.
Purtroppo, il problema non risiede solo nel ritardo delle operazioni, peraltro inevitabili, visto che il concorso ha preso di fatto il via solo a ridosso della scorsa estate, ma quel che è più sconfortante è un altro dato: il 31,7 per cento dei posti messi a concorso, riguardanti le 332 commissioni che hanno terminato le operazioni, non avrà mai un vincitore, perché il tasso di bocciature supera le disponibilità di cattedre. “Se si considera che 1.891 di quei posti non saranno assegnati per mancanza di vincitori – commenta sempre la rivista specializzata -, i posti per il momento sicuri (poco più di 4 mila) rappresentano il 4,8% di tutti i posti a concorso: un tasso di copertura microscopico. Sulla base di quella percentuale, si può calcolare che la proiezione su tutti i 63.712 posti previsti a concorso comporterebbe 20.188 posti vacanti”.
Ma c’è dell’altro. Se si incrocia, infatti, questo dato con quello di altre commissioni che non hanno ancora terminato le operazioni ma hanno svolto l’esame scritto, c’è da mettersi le mani nei capelli: l’indagine, realizzata dal Corriere della Sera, ci dice infatti che è il 55,2 per cento dei candidati a non essere “stato ritenuto all’altezza”. Praticamente, dei 160mila che avevano fatto domanda, più della metà si è rivelato inadeguato a fare l’insegnante. Considerando che la maggior parte sono concentrati su Infanzia e Primaria, dove è presumibile che si formeranno delle liste di attesa, per la maggior parte delle classi di concorso ci ritroveremo con una lista ristretta di idonei ed una decisamente più lunga di respinti. Con oltre 20mila posti messi a bando che non andranno mai assegnati.
“Nessuno sta qui a pretendere che i candidati ad un concorso pubblico debbano essere tutti promossi – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ma lascia basiti che oltre la metà dei concorrenti sia stato mandato a casa già al termine della prima prova. Quei candidati oggi definiti “somari”, perché avrebbero prodotto risposte incomplete, troppi errori e pure degli strafalcioni, sono gli stessi che hanno acquisito la loro abilitazione nelle nostre università. Una parte anche con le Ssis universitarie, le cui selezioni sono state affidate a professori accademici di comprovata affidabilità, coadiuvati da supervisori con almeno 10 anni di ruolo nella scuola pubblica, a loro volta selezionati attraverso un concorso per formatori”.
“Successivamente, – continua Pacifico – gli aspiranti docenti hanno frequentato corsi teorici, laboratoriali e esperienze docimologiche, al termine dei quali hanno svolto decine di esami universitari nonché un lungo tirocinio nelle scuole, affiancati da un docente esperto della propria classe di concorso; hanno sviluppato una tesi finale, con tanto di discussione davanti ad una commissione equivalente a quelle dei concorsi pubblici. Quindi, c’è qualcosa che non quadra: o il lavoro selettivo e formativo di accademici e supervisori non è stato adeguato, visto che decine di migliaia di docenti già abilitati all’insegnamento sono regrediti al punto di non meritare nemmeno l’idoneità con il minimo della votazione oppure, ipotesi molto più probabile, c’è qualcosa nelle commissioni dell’attuale concorso che è andato storto. Dato che stiamo parlando di un concorso, quello del 2016, caratterizzato da problemi organizzativi ed errori a catena, questa interpretazione dei fatti ci sembra davvero quella più logica”.
Anief ribadisce che questo modo di procedere, la decisione di respingere tantissimi candidati a un passo dal traguardo del ruolo ricacciandoli indietro a fare supplenze, tradisce anche il chiaro segnale mandato dalla Corte Costituzionale che, a metà luglio, ha detto che la normativa italiana che disciplina le supplenze del personale docente a Ata viola la normativa comunitaria, perché avalla l’abuso dei contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti.
Il sindacato non si capacita, inoltre, perché per tanti docenti Itp e diplomati magistrale ad indirizzo linguistico a cui il giudice ha dato ragionenon si siano ancora svolte le prove suppletive: nonostante avessero diritto a partecipare al concorso, il Miur ad oggi ancora non ha dato indicazioni sulle tempistiche di partecipazione alle selezioni aggiuntive, rendendo impossibile, laddove presenti, la formazione delle graduatorie di vincitori e idonei, perché priva del giudizio di tutti i candidati ammessi. Senza dimenticare che la partita ancora non è chiusa per gli specializzandi (oggi specializzati) su sostegno e per i tanti ricorrenti laureati senza abilitazione che i legali Anief continueranno a tutelare in tutte le sedi: negli scorsi mesi, avevano ottenuto un decreto monocratico e due ordinanze di accoglimento dagli stessi giudici del Consiglio di Stato che oggi si riservano di dare, dopo l’organizzazione delle prove suppletive, un nuovo giudizio sommario.
Sul concorso per docenti, il sindacato mantiene attivo uno sportello per valutare eventuali errori e ricorrere al Tar. Anief invita tutti coloro che hanno riscontrato errori, inesattezze, imprecisioni, mancanza di applicazione della normativa vigente sui concorsi pubblici, a scrivere al sindacato utilizzando l’e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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