La presenza di allievi non italiani è ormai strutturale e stabile, ma non si fa molto per andare incontro a tale necessità crescente. Attraverso l’ultimo concorso a cattedra, sono stati selezionati centinaia di docenti adatti per soddisfare precise finalità d'insegnamento di Italiano L2 nella scuola secondaria di I e II grado, oltre che nei percorsi d'istruzione per gli adulti, nonché per l’attivazione di laboratori di italiano L2 nella scuola dell'infanzia e primaria. A oggi, tuttavia, gli Uffici Scolastici Regionali non hanno ancora inserito il nuovo insegnamento nell’organico di diritto (54 solo in Emilia Romagna, dove i discenti stranieri superano il 15%). Così, in tal modo, gli alunni non italofoni rimangono senza l’insegnante di cui avevano probabilmente maggiore bisogno. Nel frattempo il Ministro Fedeli dice che occorre 'fare della scuola e dell’università motori dell’integrazione e dell’accoglienza della diversità'. Problemi di stabilizzazione risultano pure tra i docenti di Cinese alle superiori. Senza dimenticare le difformità che si sono presentate per le prove di lingue straniere nell’ultimo concorso a cattedra.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo arrivati al punto che si bandiscono concorsi per nuove materie e che le scuole fanno esplicita richieste di tali discipline, anche su posti di potenziamento. Ma poi salta tutto, perché probabilmente in certe stanze di Viale Trastevere si lavora senza che la mano destra sappia cosa fa la sinistra. Ci pensi il Ministro a mettere a posto le cose.
È una presenza ormai strutturale e stabile quella degli studenti con cittadinanza non italiana presenti nelle classi, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di II grado; da un focus nazionale, riferito all’anno scolastico 2015/2016 e pubblicato in queste ultime ore dal Ministero dell’Istruzione, risulta che sono quasi 815mila gli alunni stranieri: il 9,2% del totale della popolazione scolastica. Circa un quarto (203.979) degli alunni stranieri si trova in Lombardia. Mentre sono Romania, Albania e Marocco le nazionalità maggiormente rappresentate; in crescita anche quelle asiatiche, in particolare la Cina e le Filippine.
È tra i banchi della primaria che si ha il maggior numero di presenze, anche se sono sempre più le ragazze e i ragazzi che scelgono di proseguire gli studi dopo il diploma della secondaria di I grado. L’81,1% delle neodiplomate e dei neodiplomati ha optato per i percorsi di scuola secondaria di II grado, l’8,7% per quelli della formazione professionale regionale. “Siamo determinati a fare della scuola e dell’università motori dell’integrazione e dell’accoglienza della diversità”, ha dichiarato la Ministra Valeria Fedeli nel saluto inviato in occasione del seminario nazionale ‘Costruttori di Ponti’, in corso a Reggio Emilia e Gattatico.
“Proprio in questi giorni – ha continuato Fedeli - stiamo lanciando il bando che destina 50 milioni di euro di fondi PON affinché gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, anche in orario extrascolastico e di concerto con i territori e con le associazioni, potenzino le politiche di integrazione, promuovendo la conoscenza del fenomeno migratorio, sviluppando approcci relazionali e interculturali, creando nuove occasioni di socializzazione. Lavorando sulle competenze linguistiche e di base delle nuove e dei nuovi italiani e strutturando politiche che combattano la dispersione scolastica”.
Anief ritiene più che condivisibili le affermazioni della Ministra dell’Istruzione, ma deve anche rilevare che sul fronte dell’insegnamento agli alunni stranieri c’è una falla mai sistemata. E di cui, probabilmente, la stessa Fedeli non è a conoscenza, poiché arrivata al dicastero dell’Istruzione da soli cento giorni. Si tratta della nuova classe di concorso A023: “Lingua italiana per discenti di lingua straniera” (specifica per alloglotti). La sua istituzione è stata introdotta dal Miur per soddisfare precise finalità d'insegnamento di Italiano L2. Fin qui tutto bene; peccato che, sino a oggi, di questa disciplina quasi tutti gli Uffici Scolastici Regionali non sembrano conoscerne l’esistenza.
Perché degli oltre 500 posti sulla A023, messi a bando per il concorso a cattedre del 2016 (su 63.712 complessivi), gli uffici periferici del Ministero dell’Istruzione hanno dimenticato d'inserire l’insegnamento nell’organico di diritto. Con il risultato che i vincitori del concorso rimarranno quasi tutti in stand by, almeno un anno e rischieranno pure di perdere la stabilizzazione (qualora la mancanza di disponibilità dovesse perdurare per un altro biennio), vanificando in tal modo partecipazione e l’allestimento della loro selezione.Eppure, erano stati selezionati proprio per soddisfare precise finalità d'insegnamento d'Italiano L2 nella scuola secondaria di I e II grado, oltre che nei percorsi d'istruzione per gli adulti, nonché per l’attivazione di laboratori di italiano L2 nella scuola dell'infanzia e primaria: 54 di loro erano attesi solo in Emilia Romagna, dove la percentuali di discenti stranieri supera il 15%.
“Non si comprende davvero come sia potuto accadere che, su 506 posti banditi della classe di concorso A023, appena 22 sono stati assegnati ai candidati del concorso risultati idonei a ricoprirli. Quindi, meno del 5 per cento”, commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “È probabile che alcune delle nuove classi di concorso, tra cui la A023, dopo essere state istituite con il D.P.R. n. 19 del 14 febbraio 2016, non abbiano trovato posto nell’organico di diritto. Eppure, tutti lo sanno; solo i dirigenti e impiegati dell’amministrazione sembrano esserne all’oscuro. Siamo arrivati al punto che le scuole hanno chiesto questa disciplina anche su posti di potenziamento. È l’ennesima dimostrazione che in certe stanze di Viale Trastevere si lavora senza che la mano destra sappia cosa fa la sinistra”.
La vera beffa, però, è un’altra. La classe di concorso A023 risulta infatti presente anche neldecreto interministeriale sugli organici del triennio 2016-2019, all’articolo 4, con un’annotazione specifica che parla chiaro: "Ciascun Ufficio Scolastico regionale provvederà inoltre, nei limiti del contingente assegnato, all'individuazione dei posti di italiano L2 in misura di 2 per ogni CPIA attivo nella regione, operando all'interno dei posti che si renderanno vacanti al termine delle operazioni di mobilità per l'a.s. 2016/17. Ove questo non dovesse essere possibile, si provvederà a istituire detti posti in via provvisoria utilizzando l'adeguamento annuale dell'organico e provvedendo poi al ripristino dei medesimi nell'organico di potenziamento dell'anno successivo, senza determinare aumenti del contingente regionale". Quindi, per questa “costola” del Miur le nuove classi di concorso esistono; tant'è vero che le fanno rientrare nella mobilità, dimenticando che sino allo scorso anno non erano esistenti (quindi nessuno può chiedere trasferimento).
“Evidentemente, al Ministero dell’Istruzione – continua Pacifico - ci sono uffici che non danno indicazioni, altri che agiscono in senso contrario e altri ancora che danno disposizioni senza che ve ne sia il motivo. Inoltre, abbiamo fondati motivi per pensare che il trattamento riservato ai docenti d'italiano per stranieri non sia un caso isolato: sempre il Miur, infatti, non ha permesso ai 175 docenti abilitati all’insegnamento del Cinese alle superiori d'inserirsi nelle graduatorie a esaurimento e quindi di partecipare al piano straordinario d'assunzioni della riforma. Anche in questo, malgrado vi siano delle scuole che ne hanno fatto espressa richiesta. Pure in occasione dell’ultimo concorso a cattedra, ci sono stati dei problemi perché le prove nelle lingue straniere sono risultate troppo difformi. Ne consegue che l’attenzione rivolta verso gli alunni stranieri e i docenti da assumere per insegnare loro non sia così alta come ci dicono dal Miur. Per questo – conclude il presidente Anief – chiediamo al Ministro Fedeli di prendere in mano la situazione e rimettere le cose a posto. A iniziare dai vincitori del concorso a cattedra, che ora rischiano pure di non essere mai assunti”.
Per approfondimenti:
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Cronaca di un caso di ineluttabile lentezza legislativo-amministrativa (Tuttoscuola del 18 luglio 2016)
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