Sì all’aumento dei docenti, così da coprire le ore aggiuntive che si faranno nelle scuole per l’allargamento progressivo del tempo pieno. Via libera pure all’incremento stipendiale e alle progressioni di carriera. Arrivano segnali positivi del G20 dei ministri dell’Istruzione svolto a Catania: a esplicitarli è stato il nostro ministro dell’Istruzione, durante la conferenza stampa di fine evento, durante il quale si è ribadita l’esigenza di porre la scuola come uno dei temi centrali e sui cui investire maggiormente durante e dopo la pandemia da Covid. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il titolare dell’Istruzione pubblica ha detto che “quest’anno in Italia i nuovi nati sono stati circa 400mila, il “numero più basso dall’unità d’Italia”. Nonostante ciò, ha proseguito “siamo riusciti a mantenere lo stesso numero di docenti, migliorando il rapporto docenti-studenti. Ho rifiutato – ha sottolineato Bianchi – la diminuzione dei docenti, ma dobbiamo cambiare la qualità della scuola. Io sono per una scuola a tempo pieno”, ha sottolineato il ministro che si è anche detto favorevole ad una carriera professionale da parte del corpo docente, oltre che ad un adeguamento stipendiale alla media dei Paesi Ocse.
Anief condivide in pieno le parole del ministro dell’Istruzione, ritenendo però nel contempo che non bisogna più limitarsi agli annunci ma entrare nel merito delle questioni e procedere con fatti concreti: la riduzione del numero di alunni per classe, anche alla luce dell'andamento demografico della popolazione, al fine di migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno sono punti cruciali. A tal proposito, Cisal e Anief hanno chiesto un miliardo proprio per la riduzione del numero di alunni per classe, anche alla luce dell'andamento demografico della popolazione, nell’ottica di migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno.
“Come Anief - dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico – ribadiamo l’esistenza di recuperare quel tempo scuola che il dimensionamento forzato dell’ultimo Governo Berlusconi ha prodotto, arrivando a tagliare diverse ore di lezione settimanali, compresenze dei docenti, 200 mila cattedre, insegnanti specializzati e tante sedi scolastiche. È un punto cruciale, che proprio con i soldi del Pnrr abbiamo ora la possibilità di affrontare e superare. Nello stesso tempo, i tempi sono anche maturi per rivedere i rapporti alunni-docenti, andando a cambiare i numeri delle soglie per la costituzione delle classi considerando che anche il prossimo mese di settembre si riaprirà la scuola con migliaia di classi pollaio composte da 30 alunni. Come deve essere affrontata con decisione e immediatezza la questione di allineare gli stipendi all'inflazione: siamo fermi all’incremento del 3.48% di tre anni fa, poco dopo il contratto è scaduto e siamo fermi lì. I fondi messi a disposizioni con le ultime leggi di bilancio porterebbero a docenti e Ata, come a tutti i pubblici dipendenti, aumenti leggermente superiori: è chiaro che può essere un inizio, perché l’obiettivo deve essere quello di introdurre aumenti stabili medi da 250 euro mensili, più una diaria per il rischio biologico che oggettivamente la categoria scolastica affronta tutti i giorni nell’esercizio della professione”.