Bloccati da una norma che a parole tutti vogliono abrogare, ma che nei fatti rimane tale e quale. Come indicato nella Nota ministeriale odierna, da oggi fino al 5 luglio è possibile presentare domanda per spostarsi di sede per un anno. L’unica magra consolazione è la possibilità di riunirsi con i figli fino a tre anni, norma ottenuta sulla base di una legge richiamata da Anief. Sì anche al ricongiungimento in caso di motivazioni legate alla Legge 104/92, ma con limitazioni. Salvi solo i Dsga. Le decisioni sono giunte dopo l'incontro svolto al ministero con gli altri sindacati firmatari di contratto, senza alcun attesa per il voto sugli emendamenti presentati e suggeriti da Anief presso la V Commissione Bilancio della Camera
Vi sono anche diverse richieste di revisione delle regole di avvio del nuovo anno scolastico tra i 4mila emendamenti al decreto Sostegni-bis che da domani le commissioni della Camera cominceranno ad esaminare, in vista della votazione prima dell’approdo in Aula: tra i temi presenti figurano anche molti proposti dal giovane sindacato autonomo: ci si oppone, ad esempio, all’anticipo della data canonica dell’anno scolastico, mentre si chiede l’assegnazione provvisoria annuale per superare i vincoli sulla mobilità, la call veloce per docenti e DSGA precari, la conferma dell’organico Covid, la fine delle classi pollaio, la riapertura delle Gae, l’assunzione dei tecnici Covid e dei dirigenti scolastici idonei a titolo definitivo. Tra i vari temi proposti figura anche l’immissione in ruolo da prima fascia Gps senza necessità di servizio svolto e da seconda fascia attivando corsi PAS e TFA, l’approvazione di un doppio canale di reclutamento, l’assunzione a tempo determinato dai docenti con 36 mesi, l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti, l’esonero per lo svolgimento dell’anno di prova per chi l’ha già superato pure se con riserva, la ripetibilità della partecipazione dei concorsi senza alcun vincolo, l’attivazione per il personale educativo di una graduatoria per soli titoli. Presenti, sempre tra gli emendamenti, anche altri cavalli di battaglia dell’Anief, come l’avvio dei corsi di abilitazione all’insegnamento e del concorso DSGA coinvolgendo i facenti funzione.
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato Anief, ricorda che “abbiamo 113mila posti vacanti, oltre 100mila in organico di fatto ed ora si vuole rispondere a questi numeri con qualche migliaio di assunzioni da prima fascia Gps con tanto di vincolo temporale sul servizio e pochi vincitori del concorso straordinario, più qualcuno rimasto nelle GaE e nelle vecchie graduatorie di merito. Per non parlare della mobilità ingessata da motivi che in tempo di pandemia rasentano il ridicolo, andando a ledere il diritto al riavvicinamento alla famiglia costituzionalmente garantito. La verità è che occorrono accorgimenti, come pure sulla formazione degli organici dei docenti e Ata, per fare le classi e tanto altro. Siamo scesi in piazza la settimana scorsa davanti Montecitorio e abbiamo deciso di non fermarci, fino a quando le nostre richieste non verranno recepite nel testo da convertire in legge”.
Con la presentazione del testo da parte dalla VII commissione della Camera, preludio alle votazioni degli emendamenti in commissione Bilancio, domani, 15 giugno, prende il via l’analisi delle modifiche riguardante la scuola contenute nel decreto Sostegni-bis: nella stessa giornata riprenderanno le manifestazioni degli insegnanti precari, dopo i presidi organizzati la scorsa settimane in Piazza Montecitorio e nelle principali piazze italiane per volontà di ANIEF, Flc CGIL, CISL Scuola, Uil Scuola Rua e SNALS. Stamane, gli stessi sindacati con una nota unitaria hanno annunciato “di condividere gli obiettivi della manifestazione dei precari e ribadiscono la necessità di approvare gli emendamenti suggeriti per cominciare a lottare contro la supplentite”.
Il sindacato Anief ricorda che sono molteplici i motivi di dissenso rispetto all’operato del Governo e di richiesta di modifica al testo già approvato dal Cdm: dall’anticipo dell’anno, sì all’assegnazione provvisoria annuale per superare i vincoli sulla mobilità, alla call veloce per docenti e DSGA precari, alla conferma dell’organico Covid e alla fine delle classi pollaio o con oltre 20-22 alunni. Tra i vari temi proposti figura poi l’immissione in ruolo da prima fascia Gps senza necessità di servizio svolto e da seconda fascia attivando corsi PAS e TFA, l’approvazione di un doppio canale di reclutamento, l’assunzione a tempo determinato dai docenti con 36 mesi, l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti, l’esonero per lo svolgimento dell’anno di prova per chi l’ha già superato pure se con riserva, la ripetibilità della partecipazione dei concorsi senza alcun vincolo, l’attivazione per il personale educativo di una graduatoria per soli titoli.
Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, “pensare di risolvere il problema della supplentite e di abbattere il record di cattedre vacanti con qualche migliaio di assunzioni da prima fascia Gps è un errore clamoroso. Se si sommano questi docenti da assumere con i pochi vincitori del concorso straordinario, comunque quasi 10mila in meno di quelli previsti, più i residui presenti ancora nelle graduatorie di merito e nella Gae, si potrà arrivare a coprire non molte più di 30mila cattedre su 113mila libere ed altrettante in organico di fatto. Se pensiamo che solo i pensionamenti saranno 40mila, significa che nemmeno si coprirà il turn over. Inoltre, si insiste su una mobilità ‘ingessata’, pure durante la pandemia, che nega il riavvicinamento alla famiglia anche quando ve ne sono le condizioni. La logica non è prevalsa nemmeno sulla formazione degli organici di insegnanti e Ata, come pure sulla creazione delle classi, degli istituti nuovi e degli spazi da aumentare. Dinanzi a questo, noi non possiamo che tornare in piazza”.
Nuova manifestazione degli insegnanti precari il 15 giugno, dopo i presidi organizzati il 9 giugno da Flc CGIL, CISL Scuola, Uil Scuola Rua, SNALS, ANIEF in Piazza Montecitorio e nelle principali piazze italiane, nella settimana decisiva del voto degli emendamenti in V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati al Decreto Sostegni Bis
Sono giorni decisivi per il destino professionale di un alto numero di docenti in servizio in sedi lontane dalla propria residenza e dai propria affetti: il ministero dell’Istruzione vuole giungere ad una conclusione sulle modalità di svolgimento delle assegnazioni provvisorie del prossimo anno scolastico. Si tratta di un diritto basilare, che chiedono di espletare decine e decine di migliaia di insegnanti, molti dei quali con figli piccoli o anziani che necessitano di assistenza ma sebbene in presenza di queste motivazioni, ritenute plausibili dal contratto, non possono nemmeno chiedere lo spostamento annuale per via dell’assurda Legge 159/19 che, fatta eccezione per due particolari categoria di insegnanti, vincola a rimanere nella provincia di assunzione tutti coloro che sono stati immessi in ruolo nell’ultimo quinquennio. Nella versione del decreto Sostegni-bis approvata dal Governo, ora all’esame delle commissioni della Camera, il legislatore non è riuscito ad andare oltre alla riduzione tra 5 a 3 anni del vincolo, segnale inequivocabile di ammissione del problema ma non certo risolutivo. Ecco perché il sindacato si appella ai deputati, come ha già fatto mercoledì scorso in Piazza Montecitorio, perché nel dare seguito agli emendamenti,tra cui quelli dell’Anief, provvedano ad eliminare il vincolo. Nel frattempo è bene che il ministero dell’Istruzione non proceda per una strada diversa.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i deputati devono prendere coscienza della situazione e cancellare l’ingiusto blocco quinquennale, già incostituzionale di suo ma che in piena pandemia diventa ancora più assurdo. Nel frattempo, riteniamo che il ministero dell’Istruzione non debba attuare nessuna fuga in avanti, evitando di accelerare in tempi per la presentazione delle domande ed attenersi a quanto stabilirà il legislatore. Perché è chiaro che se dovessero sovrapporsi le due procedure, quella ministeriale rispetto alla parlamentare, quest’ultima avrebbe il sopravvento, ma a rimetterci sarebbe il sistema scolastico: le operazioni di avvio del nuovo anno, infatti, subirebbero un imperdonabile rallentamento, con conseguente compromissione della tempistica che si sono date le istituzioni e la stessa politica. L’accavallamento delle operazioni vanificherebbe l’obiettivo di concludere le immissioni in ruolo entro un mese e mezzo, il prossimo 31 luglio, e le assunzioni a tempo determinato entro il 31 agosto, in modo da avere tutte le oltre 200mila cattedre, di cui 113 mila in organico di diritto, coperte dal 1° settembre 2021. È già un progetto di difficile attuazione, ma che diventerebbe impossibile qualora il vincolo sulle assegnazioni provvisorie dovesse necessitare di diverse applicazioni”.