Gli attuali concorsi ordinari e straordinari non bastano a salvare la scuola dall’eccesso di cattedre vacanti: occorre introdurre delle modifiche all’attuale regolamento, così da permettere, già nei prossimi tre mesi, di portare all’immissione in ruolo meritocratica tanti candidati altrimenti destinati alle supplenze. Le proposte di modifica sono state tradotte dal sindacato Anief in una serie di emendamenti al Decreto Sostegni-bis, già fatti pervenire alla V commissione Bilancio che li esaminerà a breve, non appena terminata l’attuale fase di audizioni sull’intero impianto normativo approvato dal Consiglio dei ministri. In sintesi, le richieste di integrazioni e modifiche al decreto legge prevedono la valorizzazione dei precedenti idonei, il superamento delle prove con la sufficienza, la riapertura dei bandi, la partecipazione a tutte le sessioni, a prescindere dall’esito delle precedenti, l’uniformità delle prove e delle loro valutazioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “non si deve fare l’errore di semplificare solo una parte dei concorsi, perché si cadrebbe nella differenziazione di trattamento. Come sbaglia anche chi pensa che le procedure che chiediamo siano delle scorciatoie o sanatorie, perché comunque rimangono in vita delle prove di verifica da sottoporre a del personale già titolato e in alta percentuale che ha già ampiamente dimostrato sul campo le proprie competenze e capacità d’insegnamento. Negli altri Paesi europei, dove già la stabilizzazione dei precari storici è un normale epilogo professionali, non si organizzano concorsi pubblici con regole diversificate, in base alle classi di concorso, né si negano gli accessi alle future sessioni solo perché si è partecipato o meno, in modo positivo o negativo, alle precedenti. La ricerca del merito non può essere foriera di discriminazioni”.