Il riallineamento della carriera non sempre viene riconosciuto in automatico al lavoratore anche se la normativa po prevede trascorsi da 16 a 24 anni dall'immissione in ruolo. I legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli, Giovanni Rindaldi e Leonardo Tovoli hanno ottenuto ragione presso il Tribunale del Lavoro di Livorno con la conferma che il riallineamento è un diritto da riconoscere immediatamente alla scadenza dei termini di legge. Sempre aperte le adesioni allo specifico ricorso Anief sul riallineamento della carriera
Assumere i docenti per averli in cattedra in tempo utile a settembre, dunque all’inizio dell’anno scolastico: a chiederlo non sono i sindacati, ma il candidato premier Mario Draghi. Fra i punti principali illustrati ai partiti minori durante il secondo giro di consultazioni svolto ieri pomeriggio, “non solo c’è la volontà di intervenire sul calendario scolastico, ma anche un vero e proprio intervento sulle assunzioni dei docenti e sulla tempistica di assegnazione delle cattedre”.
Marcello Pacifico (Anief): “Attendiamo una posizione ufficiale. In passato, alle affermazioni di chi guida il Paese non c’è stato alcun provvedimento legislativo conseguente. Figuriamoci ora che si tratta di consultazioni preliminari alla formazione del nuovo Governo, ancora tutta da definire. Comunque non ci sorprenderebbe se l’ex numero uno della Banca Centrale Europea avesse l’intenzione di mettere mano a una delle piaghe della scuola pubblica italiana. Avere più di 200mila supplenti annuali non è compatibile con un paese che guarda con interesse alla next generation e si appresta a investire sulla formazione oltre 20 miliardi del Recovery plan. La strada, del resto, è stata tracciata dal Comitato dei diritti sociali europei che, accogliendo il nostro ricorso n. 146/2017, ha dato piena ragione ai tanti precari che protestano per l’ingiusta reiterazione dei contratti a termine che sono costretti a sottoscrivere con lo Stato, ogni inizio d’anno scolastico: costretti a stipulare una supplenza di lunga durate, senza che lo stesso Stato applichi quella direttiva, la 1999/70/CE, che l’UE ha imposto da oltre vent’anni, così da assumere in modo automatico tutti i supplenti dei paesi membri che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio”.
Secondo l’elaborazione dati del Ministero dell’istruzione curata da Tuttoscuola, nel 2013-14 nella scuola dell’infanzia statale erano iscritti 1.030.367 bambini; tre anni dopo si è scesi a 978 mila, nel 2018-19 a 918 mila e nell’anno in corso a 875 mila alunni. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha affermato che “100 mila iscrizioni in meno negli ultimi due anni è un chiaro segnale di come sia fallita la riforma della Buona scuola percorso 0-6 anni; è necessario puntare sulla proposta Anief, con anticipo dell’obbligo scolastico a 3 anni di vita, come chiesto nel Recovery plan sul diritto alla studio e come vuole l'Europa che punta a garantire il diritto all'istruzione nell'infanzia. È sempre più urgente allargare l’obbligo formativo, anticipandone l’avvio a tre anni di età, quindi in corrispondenza dell’avvio della scuola dell’infanzia, e portandolo poi fino alla conclusione della secondaria di secondo grado. Non attuare questo nuovo modello porterebbe, infatti, ad un continuo e progressivo allargamento della forbice tra le diverse fasce di popolazione, con quelle meno abbienti e di origini straniere sempre più indietro. In questo quadro, diventano vitali gli investimenti sul settore delle scuole dell’infanzia previsti dal Recovery plan. Non dimentichiamo che un bambino che non frequenta i primi anni di scuola ha molte più possibilità di aver difficoltà formative e di andare incontro ad un abbandono precoce degli studi, passaggio quasi ormai scontato verso la collocazione tra i Neet di cui l’Italia possiede da tempo il poco invidiabile record europeo”.
La proposta di convogliare i fondi del Piano Next Generation EUè stata di recente presentata durante l’incontro recente tenuto dai sindacati di comparto e le Confederazioni rappresentative di Istruzione e Ricerca, tra cui Cisal e Anief, incentrato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e degli investimenti del Recovery Plan che la Commissione europea invierà all’Italia in primavera”.
La Corte d'Appello di Palermo dà nuovamente piena ragione agli avvocati Anief Fabio Ganci e Walter Miceli e conferma la sentenza di primo grado, già favorevole al ricorrente, con la condanna del Ministero a riconoscere al lavoratore l'integrale ricostruzione di carriera computando immediatamente tutti i periodi di servizio svolti con contratti a termine. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief rivolti al personale precario e di ruolo per ottenere gli scatti di anzianità anche durante il precariato e l'integrale e immediata ricostruzione di carriera dopo l'immissione in ruolo
Dopo oltre 100 giorni di didattica a distanza al 100%, domani gli studenti delle scuole superiori siciliane tornano in classe: non sarà un ritorno alla scuola in presenza tradizionale, ma con la modalità 50% della popolazione scolastica, percentuale variamente modulata: ci sono scuole che hanno scelto di dimezzare ogni classe, altre che hanno considerato il numero totale di alunni, altre ancora hanno scaglionato gli accessi negli istituti. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “bisogna prestare la massima attenzione. L’ordinanza dell’altro ieri del presidente della Giunta regionale dell’Abruzzo, che ha reintrodotto da domani la didattica a distanza per il 100% per tutte le scuole medie superiori della regione, la dice lunga sullo stato di rischio Covid che permane. E il ritorno alla dad totale potrebbe presto riguardare altre Regioni, a partire dalla Campania. Noi restiamo dell’idea che occorra introdurre periodicamente la possibilità di effettuare in ogni scuola tamponi di tipo rapido: anche la scienza ci dice che è una procedura che proprio alle superiori porta a una diminuzione dei nuovi casi Covid19 del 50%. Realizzare lo screening in modo continuativo è la migliore prevenzione rispetto alla diffusione del contagio, certamente adottando le misure preventive stabilite in ogni istituto anche attraverso le Rspp ed Rsu, con la messa a disposizione di mascherine adeguate, possibilmente di tipo FFP2 con filtro, a partire dai docenti della scuola dell’infanzia e di sostegno. Per tutto il personale scolastico bisogna poi fare in fretta con la vaccinazioni, facendo attenzione a somministrare quelle adeguate perché i docenti e i lavoratori della scuola sono particolarmente esposti, a partire dagli oltre 300mila over 55. Per il prossimo futuro – conclude Pacifico - è bene poi che si utilizzino al meglio i fondi del Recovery Plan, incrementando le sedi scolastiche, le aule, gli organici, cancellando il precariato endemico da record e riducendo il numero di alunni per classe”