Anche per il personale ATA immesso in ruolo a partire dal 1° settembre 2011, ma con almeno un anno di precariato svolto negli anni precedenti, va applicata la “clausola di salvaguardia” presente nel CCNL 2011 che prevede il mantenimento del gradone stipendiale “3-8 anni”, ma solo per chi è già in servizio a tempo indeterminato. A confermarlo il Tribunale del Lavoro di Larino (CB) con una sentenza impeccabile che accoglie il ricorso Anief e riconosce a una collaboratrice scolastica il diritto all'immediato e integrale computo di tutto il servizio svolto prima dell'immissione il ruolo e l'applicazione del precedente scaglione stipendiale “3-8”, riconosciuto solo al personale entrato in ruolo prima del 2011. Marcello Pacifico (Anief): “Anche questa volta abbiamo ottenuto giustizia per il personale ATA da troppi anni sfruttato dal Miur”.
Sale il numero degli alunni diversamente abili, ma non quello dei docenti di sostegno, nonostante le indicazioni normative: il monito è della deputata del Movimento 5 Stelle, Virginia Villani, che, a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, denuncia l’incongruenza tra norma e realtà, puntando il dito sull’Ufficio Scolastico Regionale. Secondo la pentastellata, l’Usr non rispetta “le norme, né garantisce il diritto allo studio agli alunni diversamente abili”, così “per molte famiglie ritorna l’incubo delle sorprese che troveranno all’inizio delle lezioni e che si ripete ogni anno. Anche quest’anno si registrano decine e decine – se non centinaia – di alunni in più rispetto allo scorso anno, eppure sembra che nonostante questo non aumentino, corrispondentemente e proporzionalmente, i posti di sostegno”.
Marcello Pacifico (Anief): “La mancata assegnazione degli insegnanti di sostegno e delle ore settimanali stabilite e dettagliatamente motivate per ognuno attraverso le diagnosi funzionali è un malcostume che negli ultimi anni ha comportato un’impennata dei ricorsi in tribunale. Anche noi, come Anief, abbiamo riscontrato un aumento sensibile delle denunce, anche dalle famiglie, attraverso l’iniziativa “Sostegno, non un'ora di meno!” che promuove ricorsi motivati in tribunale. La domanda da porre alle istituzioni, alla politica, al Mef e al Miur, allora, è la seguente: conviene davvero allo Stato italiano opporsi all’assegnazione degli insegnanti di sostegno, considerando che nel 99 per cento delle impugnazioni i giudici danno ragione agli studenti con disabilità a cui si vuole negare il diritto allo studio? La risposta è ovvia, per tutti. Ma guarda caso non lo è proprio per chi dovrebbe tutelare gli alunni più deboli”.
In base all’attuale legislazione pensionistica, Quota100 (possibilità di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati) sarà in vigore fino al 2021. Ma, tra le ipotesi delle ultime ore, c’è quella della scadenza anticipata a fine 2020; Quota 100 dovrebbe interessare una platea inferiore a 50 mila persone
Poiché lo stesso nuovo titolare del Miur non vuole perdersi in chiacchere, annunciando che al primo Consiglio dei Ministri utile sarà “pronto a far ripartire il decreto Salva precari", riteniamo doveroso incontrarlo il prima possibile. In questo modo, Anief, che nell’ultimo decennio ha difeso a spada tratta il popolo dei precari come nessun altro sindacato, potrà indicargli qual è la strada da tracciare per cancellare il fenomeno tutto italiano della supplentite.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Quelle indicate nel decreto salva-precari erano disposizioni per nulla risolutive. Basta andarsi a vedere che fine hanno fatto tantissimi vincitori di concorso, anche riservato, degli ultimi dieci anni. Se si vuole intervenire per garantire la continuità didattica e le immissioni in ruolo, bisogna ripartire da una riformulazione delle graduatorie d'istituto, ad esaurimento e di merito esistenti, programmando concorsi e corsi abilitanti ordinati.
Se il precariato ha assunto una mole mai vista, non può essere vinto con strategie ordinarie. È bene che il ministro Fioramonti questo lo sappia e glielo diremo al primo incontro: i precari rimarranno in eterno, ad esempio, se ci sono decine di migliaia di posti con furbizia collocati in organico di fatto, perché pur essendo vacanti e disponibili permettono allo Stato di risparmiare sul pagamento dei mesi estivi, sulle ricostruzioni di carriera e sugli scatti di anzianità automatici. Vanno, piuttosto, creati dei posti ulteriori, per potenziare l’insegnamento e ancora prima l’orientamento scolastico nelle aree più a rischio abbandoni e con un’alta presenza di alunni difficili e stranieri. Dopo aver creato le condizioni per assorbire i precari, nel decreto da approvare vanno previste delle modalità che permettano di non fermarsi ai già annunciati interventi per stabilizzare i supplenti storici, entrati nel mirino della Commissione UE, utilizzando appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da utilizzare, a domanda, anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori e GaE, assorbendo le attuali GaE, e proseguendo con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto provinciali, con corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, senza dimenticare di confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova”.
Nel giorno del giuramento al Quirinale del Governo Conte bis, il neo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti rilascia delle dichiarazioni promettenti: sostiene di volere far approvare il prima possibile il decreto salva-precari saltato nell’esecutivo precedente, con l’intenzione di migliorarne i contenuti, perché sostiene che la piaga della supplentite deve essere debellata; si oppone a qualsiasi forma di regionalizzazione, poiché ricorda, come ha sostenuto sempre l’Anief, che nella scuola già esiste ampia autonomia; infine, si dimostra deciso nel chiedere finanziamenti immediati, pari a due miliardi di euro, attraverso la prossima Legge di Stabilità reputandoli indispensabili per risollevare il settore minacciando di rimettere il mandato nel caso ciò non avvenisse. Fa ben sperare anche il programma predisposto dalla nuova maggioranza governativa, nel quale si parla apertamente di cancellazione delle classi pollaio, valorizzazione economica del ruolo dei docenti, miglioramento della sicurezza e del diritto allo studio, contrasto degli abbandoni precoci e del fenomeno del bullismo.
Marcello Pacifico (Anief): Quella del ministro Lorenzo Fioramonti ci sembra un’ottima partenza, perché va a toccare dei tasti dolenti per la Scuola italiana, per i quali il nostro sindacato si batte da anni senza avere però mai ottenuto riscontri positivi da parte dei precedenti titolari del Miur. Riteniamo anche importante stabilire al più presto un confronto con il neo ministro, per entrare nei dettagli su come agire per stabilizzare le tante tipologie di precari che esistono e fanno andare avanti oggi l’istruzione pubblica. Confidiamo inoltre nella concretizzazione della questione economica che continua a far rimanere i lavoratori della scuola italiana su livelli indecorosi e addirittura molto al di sotto del tasso di inflazione.