Come si legge dalla sentenza, “ciò al fine di sostenerne la formazione e di valorizzarne le competenze professionali”. Ancora, "L’aggiornamento è un diritto-dovere fondamentale del personale ispettivo, direttivo e docente”
Nuova vittoria del sindacato Anief nelle aule di tribunale: a Marsala, il Giudice del lavoro sottolinea come “tale disparità di trattamento non sembra in alcun modo giustificata; né pare potersi sostenere l’assunto del convenuto Ministero secondo cui la Carta del docente sarebbe uno strumento per compensare la maggior gravosità dell’obbligo formativo a carico dei soli docenti di ruolo per i quali la formazione in servizio è divenuta adesso attività funzionale obbligatoria, strutturale e permanente atteso che la Carta è erogata - per lo stesso valore nominale - ai docenti part-time (il cui impegno didattico ben può, in ipotesi, essere più limitato di quello dei docenti a tempo determinato) e persino ai docenti di ruolo in prova, i quali potrebbero non superare il periodo di prova e, così, non conseguire la stabilità del rapporto”.
Come si legge ancora nella sentenza, “l’esclusione tra i destinatari della Carta dei docenti a tempo determinato appare irragionevole anche alla luce del dettato di cui all’art. 282 del D.lgs. n. 297/94, all’art. 28 del C.C.N.L. del Comparto Scuola del 4 agosto 1995 e agli artt. 63 e 64 del C.C.N.L. del Comparto scuola del 27 novembre 2007. Dalla lettura di tali norme emerge che la formazione costituisce un diritto e dovere del personale docente e che il Ministero è tenuto a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscono la formazione non solo al personale a tempo indeterminato ma anche a quello a tempo indeterminato: l’art. 282, comma 1, del D.lgs. 297/1994, invero, prevede che L’aggiornamento è un diritto-dovere fondamentale del personale ispettivo, direttivo e docente”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sono oltre 15 mila i precari che hanno presentato ricorso con Anief per ottenere la Carta del docente e i giudici stanno progressivamente dando loro ragione, segno del fatto che certamente la norma va cambiata. Ricordiamo però che bisogna aderire entro il 30 giugno per non fare andare in prescrizione l'anno scolastico 2017/2018”.
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