Se la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha stabilito, con l’Ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022, che non è lecito “trattare i lavoratori a tempo determinato in modo meno favorevole rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato”, perché la Carta del docente continua a non essere assegnata ai precari? Lo chiedono i supplenti da tempo. Se lo Stato non sembra dare seguito alle indicazioni che arrivano da Lussemburgo, allora sono i giudici nazionali a fornire risposte convincenti: anche a Tivoli, dove il Tribunale del lavoro ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a pagare 2.000 euro per le quattro supplenze annuali svolte da una insegnante di Roma tra il 2019 e il 2023 senza vedersi assegnare la Carta del docente. Difesa dai legali Anief, la docente ha dunque ottenuto gli arretrati e giustizia, coì ora potrà finalmente aggiornarsi alla pari dei colleghi insegnanti di ruolo.
Nel motivare la sentenza, il giudice del Tribunale di Tivoli ha ricordato anche che “l’interpretazione delle norme comunitarie è riservata alla Corte di Giustizia, le cui pronunce hanno carattere vincolante per il giudice nazionale, che può e deve applicarle anche ai rapporti giuridici sorti e costituiti prima della sentenza interpretativa”. Il Tribunale della cittadina laziale ha anche ricordato che “la Suprema Corte di Cassazione, pronunciando sul rinvio pregiudiziale disposto dal Tribunale di Taranto con decisione n. 29961 pubblicata il 27.10.2023, ha enunciato in materia” i principi di assegnare la Carta del docente ai precari con supplenza annuale, fino al 30 giugno o 31 agosto, oltre che fino al termine delle lezioni.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “sarebbe illogico, considerando come stanno andando le cose nei tribunali, rinunciare a presentare ricorso con Anief per ottenere i 500 euro della Carta del docente, dopo che lo Stato ha chiaramente sottratto loro la quota annua in modo ingiustificato. Ancora di più perché dalla loro parte vi sono le posizioni favorevoli espresse, oltre che dalla Cassazione, con la sentenza n. 29961 del 27 ottobre 2023, anche dalla Corte di Giustizia Europea, con l’ordinanza della VI Sezione del 18 maggio 2022, e dal Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842/22 del 16/3/2022. L’importante è presentare ricorso – conclude Pacifico – entro cinque anni dalla sottoscrizione della supplenza”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DI VELLETRI
P.Q.M.
- dichiara che XXXX XXXX ha diritto di ottenere il beneficio previsto dall’art. 1, comma 121, della legge n. 107/2015 (Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni scolastiche), relativamente agli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023, per l’importo nominale di € 500,00 ciascuno;
- condanna il Ministero convenuto a dare applicazione a quanto sopra e a provvedere in tal senso;
- condanna il Ministero convenuto a rimborsare in favore del procuratore antistatario di parte ricorrente le spese processuali che liquida in € 1.030,00, oltre spese generali nella misura del 15%, Iva e Cpa, oltre rimborso del contributo unificato versato (euro 49,00);
- manda alla Cancelleria per le comunicazioni.
Così deciso in data 20.3.2024.
Il Giudice
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