Svolgere supplenze annuali per cinque anni senza ricevere nemmeno un euro di Carta del docente: adesso, però, ne arriveranno 2.500 di euro e tutti assieme.
Lo ha deciso il Tribunale di Verona, sezione Lavoro, accogliendo le richieste dei legali Anief in difesa di un insegnante che non si è arreso davanti alla discriminazione: il giudice delle aule di giustizia venete ha esaminato il ricorso giungendo alla conclusione che sull’argomento domina la posizione della “Corte di Cassazione, Sezione Lavoro”, che “pronunciando in data 27.11.’231 sul rinvio pregiudiziale disposto dal Tribunale di Taranto con ordinanza del 24 aprile 2023, ha enunciato” una serie di principi il primo dei quali spiega che “la Carta Docente di cui all’art. 1, comma 121, L. 107/2015 spetta ai docenti non di ruolo che ricevano incarichi annuali fino al 31.8, ai sensi dell’art. 4, comma 1, L. n. 124 del 1999 o incarichi per docenza fino al termine delle attività di didattiche, ovverosia fino al 30.6, ai sensi dell’art. 4, comma secondo, della L. n. 124 del 1999, senza che rilevi l’omessa presentazione, a suo tempo, di una domanda in tal senso diretta al Ministero”.
Alla luce di questo, per il Tribunale del lavoro di Treviso non vi sono dubbi: “Conformemente a quanto stabilito dal giudice della nomofilachia, e tenuto conto della prescrizione quinquennale, va dichiarato il diritto di parte ricorrente a usufruire del beneficio economico di Euro 500 annui per gli a.s. 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023, tramite la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, con le medesime modalità con cui è stata attribuita ai docenti a tempo indeterminato, con conseguente condanna del Ministero a mettere a disposizione della parte ricorrente l’importo complessivo di Euro 2.500 tramite il sistema della Carta elettronica”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “sulla card per l’aggiornamento professionale i giudici del lavoro non possono non tenere conto del parere esemplare della Corte di Cassazione (con la sentenza n. 29961/2023 del 27.10.2023), perché dovrebbe dimostrare che la discriminazione tra i docenti di ruolo e precari non esiste ed elencarne i motivi. Poiché questi non vi sono, rimaniamo sempre più convinti che è cosa buona e giusta presentare il ricorso gratuito con Anief per recuperare la Carta del docente: si possono recuperare i 500 euro annuali anche a partire dal 2016 quindi vedendosi assegnare fino a 3.500 euro, pari a 7 annualità, come è accaduto di recente nel Tribunale di Pistoia”.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI TREVISO
P.Q.M.
Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Treviso, disattesa ogni altra domanda, eccezione e difesa,
definitivamente pronunciando, così provvede:
- Accerta e dichiara il diritto di parte ricorrente ad usufruire del beneficio economico di Euro 500
annui per gli a.s. 2018/2019, 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023 tramite la Carta
elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente e, per l’effetto, condanna
il Ministero convenuto a mettere a disposizione della parte ricorrente l’importo complessivo di
Euro 2.500 tramite il sistema della Carta elettronica;
- respinge ogni diversa pretesa;
- compensa per un mezzo le spese di lite e condanna parte resistente al pagamento, in favore della
ricorrente, della residua metà, che si liquida in complessivi Euro 600,00=, oltre rimborso spese
forfettarie nella misura del 15%, IVA e c.p.a. come per legge. Con distrazione a favore dei
procuratori attorei antistatari.
Treviso, 09/08/2024
IL GIUDICE DEL LAVORO
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