La norma errata che assegna la Carta del docente solo al personale di ruolo è in contraddizione con la stessa Legge, la L.107/2015, che l’ha introdotta: a osservarlo è stata nel 2022 la Corte di Giustizia Europea (sesta sezione, con ordinanza 18.5.2022 nella causa C-450/2021) e l’incongruenza è state ribadita alcuni giorni fa dal giudice di Cosenza che ha fatto avere 2.500 euro, “oltre interessi legali o rivalutazione monetaria ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994”, ad una docente supplente tra il 2019 e il 2024 e che ha presentato ricorso difesa dai legali Anief. Il giudice del lavoro ha infatti ricordato quanto espresso dalla Corte UE: “conformemente all’articolo 1, comma 121, della legge n. 107/2015, tale indennità è versata al fine di sostenere la formazione continua dei docenti, la quale è obbligatoria tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato presso il Ministero”.
Inoltre, “ammettere che la mera natura temporanea di un rapporto di lavoro sia sufficiente a giustificare una differenza di trattamento tra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato priverebbe di contenuto gli obiettivi della direttiva 1999/70 e dell’accordo quadro ed equivarrebbe a perpetuare il mantenimento di una situazione svantaggiosa per i lavoratori a tempo determinato”.
Nella sentenza, il giudice ha rammentato che dello stesso avviso si è detto “il Consiglio di Stato, Sez. VII, n. 1842/2022”, il quale “ha riconosciuto che «L’interpretazione di tali commi deve, cioè, tenere conto delle regole in materia di formazione del personale docente dettate dagli artt. 63 e 64 del C.C.N.L. di categoria: regole che pongono a carico dell’Amministrazione l’obbligo di fornire a tutto il personale docente, senza alcuna distinzione tra docenti a tempo indeterminato e a tempo determinato, “strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio” (così il comma 1 dell’art. 63 cit.)”.
Secondo il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, ritiene che “gli illustri e motivati motivi esposti dalla Corte di Giustizia Europea e dalConsiglio di Statosulla Carta del docente da dare anche al personale precario stanno continuando a fare man bassa di sentenze favorevoli ai nostri avvocati: in pratica, se un supplente ha svolto nel corso di questo anno scolastico, ma anche degli ultimi cinque precedenti, almeno 150 giorni di supplenza, ha tutti i requisiti in regola per presentare ricorso gratuito con Anief, così da potere farsi assegnare fino a 3.500 euro più gli interessi maturati. È bene anche ricordare – conclude Pacifico – che il ricorso per il mancato ricevimento della card annuale può essere presentato al giudice del lavoro anche se le supplenze sono state di tipo breve e saltuario”.
CONCLUSIONI DELLA SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI COSENZA
P.Q.M.
Accerta il diritto della ricorrente di usufruire del beneficio economico di euro 500,00 annui, tramite la “Carta elettronica” per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, di cui all’art. 1 della Legge n. 107/2015, per ciascuno degli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024 e, per l’effetto, condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro p.t., a provvedere in tal senso, attribuendo il relativo importo, oltre interessi legali o rivalutazione monetaria ai sensi dell’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994.
Condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in persona del Ministro p.t., alla rifusione delle spese di lite, che liquida in euro 1.314,00, oltre IVA, CPA e rimborso forfettario, con distrazione.
Cosenza, 16/01/2025
IL GIUDICE
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