La formazione del personale docente è necessaria per garantire la qualità dell’insegnamento: privare i supplenti della Carta del docente finalizzata all’aggiornamento professionale significa mettere in pericolo tale presupposto. A ribadirlo è la sezione Lavoro del Tribunale di Trapani che si è così espressa nell’accordare il bonus annuale da 500 euro ad una supplente che tra il 2018 e il 2021 ha insegnato nella scuola pubblica senza vedersi assegnare la quota complessiva di 1.500 euro: ci ha pensato, però, il giudice delle aule di giustizia di Trapani, che sollecitato dai legali Anief ha accolto il ricorso ricordando che “il Consiglio di Stato - prescindendo dalla questione della riconducibilità della Carta del docente alle “condizioni di impiego” di cui alla clausola 4 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva n. 1999/70/CE – con sentenza n. 1842/2022 che ha mutato il suo precedente orientamento, ha affermato che, al fine di scongiurare un possibile contrasto con le disposizioni costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 della Costituzione, sia sotto il profilo della discriminazione a danno dei docenti non di ruolo sia per la lesione del principio di buon andamento della P.A., è necessario interpretare la normativa sopra riportata nel senso che tutto il personale docente (e non solo quello di ruolo) debba poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, onde garantire la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti (cfr. Cons. Stato n. 1842/2022)”.