La formazione in servizio dei docenti è un atto che porta vantaggi al servizio di insegnamento rivolto agli alunni, anche quando l’insegnante è a tempo determinato ogni volta che il servizio svolto è “sufficientemente lungo da garantire quella stabilità di rapporto” stimato in una “durata superiore ai 180 giorni di attività lavorativa”: a sostenerlo, la settimana scorsa attraverso una sentenza esemplare, è stato il Tribunale di Padova nell’accogliere il ricorso presentato dai legali dell’Anief in difesa di una insegnante precaria a cui era stata negata la Carta del docente per le quattro annualità di supplenze svolte. Il giudice del lavoro – dopo avere esaminato le diverse sentenze espresse a favore dei precari, a partire da quelle guida emesse dalla Suprema Corte di Cassazione, dal Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea- ha quindi risarcito la docente con 2.000 euro condannando anche il Ministero “al pagamento in favore della parte ricorrente delle spese di lite, che liquida in € 1.100,00, oltre 15% per spese generali, I.V.A. e C.P.A.”.