Il sindacato ANIEF avvia i ricorsi gratuiti per far ottenere anche a tutto il personale docente, Ata ed educativo a tempo determinato l’emolumento previsto dal Decreto Anticipi solo per il personale di ruolo. Ogni precario ha la possibilità concreta di recuperare fino a 1.500 euro. Adesioni on line aperte sul portale ANIEF.
Alla scuola servono con urgenza 500 milioni di euro: lo stanziamento, da attuare con la Legge di Bilancio 2024, va attuato per ampliare e garantire l’organico aggiuntivo che organizza e gestisce i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, altrimenti a rischio, ma anche per rafforzare l’Agenda del Sud introdotta dal Governo per combattere soprattutto la dispersione scolastica, oltre che per migliorare il Sostegno degli alunni disabili, le cui iscrizioni hanno superato per la prima volta quota 300 mila.
Non è più rinviabile l’introduzione di regole chiare e certe che regolino e tutelino il trattamento giuridico ed economico del personale universitario che opera all’interno delle Aziende ospedaliere universitarie: a dirlo è stata la delegazione Anief, guidata dal Capo Dipartimento Stefano Lazzarini, ricevuta ieri all’Aran per la prosecuzione della trattativa sequenza contrattuale, in particolare per la definizione dell’articolo n. 178 del CCNL personale istruzione e ricerca, riguardante le AOU.
“Il Governo conferma gli interventi urgenti da attuare nelle aree disagiate del Paese, anche incentivando gli insegnanti con risorse e punteggio aggiuntivo”. A dichiararlo è stato oggi il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante un intervento tenuto nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza urbana, mostrando determinazione nell’affrontare il problema della dispersione scolastica, soprattutto nelle aree disagiate del Mezzogiorno. Il messaggio del ministro è conseguenziale all’approvazione del decreto Caivano, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre, in contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile: il decreto introduce importanti azioni nelle scuole più a rischio dispersione, la formazione ad hoc di docenti, che aumenteranno anche di numero, incentivi a chi rimane nella stessa sede scolastica per tre anni, pene fino a due anni di carcere per le famiglie che non mandano i figli a scuola, una “stretta” sulla fruizione di contenuti on line non adatti ai minori, l’ammonimento per i giovani tra i 12 e i 14 anni, più severità verso gli over 14.
Sull’assegnazione della Carta del docente è impossibile pensare che il legislatore non abbia sbagliato: andava assegnata pure ai precari. A sostenerlo è anche il Tribunale di Padova, che ha fatto avere a un insegnante i 2.500 euro che l’amministrazione scolastica gli aveva negato a fronte di cinque lunghe supplenze tra il 2018 e il 2023. Il giudice ha spiegato che in virtù del parere favorevole della Corte di Giustizia europea, ribadito con una chiara Ordinanza dell’anno scorso, vanno “disapplicati, coerentemente con il principio enunciato da GCUE C-450/21, i cc. 121, 122 e 123 l. 107/15 e l’art. 3 del d.p.c.m. 18.11.16, nella parte in cui limitano l’assegnazione della carta elettronica ai soli docenti a tempo indeterminato”. Tra le motivazioni citate dal Tribunale veneto figura anche il riferimento all’art. 282 d.lgs. 297/94, il cosiddetto Testo unico della Scuola, in base al quale “l’aggiornamento delle conoscenze è un diritto dovere fondamentale del personale docente.
Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, ha rilasciato un’intervista a Italia stampa: il sindacalista autonomo è tornato a parlare di Legge di bilancio e del fatto che ci saranno aumenti mensili automatici di 100 euro in busta paga da gennaio 2024.
Sentenza record a favore di un’insegnante precaria per il recupero della Carta del docente per più anni di supplenze svolte: ad emetterla è stato il Tribunale ordinario di Vicenza - prima sezione civile, settore delle controversie di lavoro e di previdenza – ha assegnato alla docente che ha presentato ricorso con Anief ben 4 mila euro partendo dal fatto che l’Unione europea “vieta la discriminazione dei lavoratori a tempo determinato, ed in particolare dall’art. 4 Direttiva 1999/70/CE, le cui prescrizioni sono, come noto, da tempo considerate direttamente applicabili nel nostro ordinamento”. Inoltre, il giudice del Tribunale veneto ha fatto osservare che la Corte di Giustizia europea ha di recente ribadito come “l’indennità in questione”, il bonus annuale di 500 euro per l’aggiornamento, “sia finalizzata alla formazione continua dei docenti, la quale è obbligatoria tanto per il personale a tempo indeterminato quanto per quello impiegato a tempo determinato presso il Ministero, e di valorizzarne le competenze professionali”, posto anche “che le mansioni svolte dal docente a termine sono, evidentemente, del tutto identiche a quelle del docente di ruolo”. Il giudice ha quindi citato una lunga serie di sentenze e norme favorevoli ai precari e concluso Eche la soglia minima per l’effettiva comparabilità tra docenti a termine e docenti di ruolo possa essere individuata dalla durata di almeno 5 mesi (150 giorni)”.
“L’indennità di vacanza contrattuale completa per docenti e Ata l’avevamo chiesto con dei modelli messi a disposizione dallo scorso mese di gennaio e ora finalmente il Governo ci ha ascoltato: con il 2024 i lavoratori della scuola avranno 100 euro di aumenti in automatico, quindi in un anno una mensilità in più. È quello che ci voleva, una piccola boccata di ossigeno rispetto all'inflazione anche se non risolutiva”. Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, attraverso un video-commento pubblicato sulle pagine social del giovane sindacato.
Come riferito nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri n. 54, è previsto un “anticipo rinnovo contratti pubblici. Si dispone, per il mese di dicembre 2023, l’incremento, a valere sull’anno 2024, dell’indennità di vacanza contrattuale per il personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, salva l’effettuazione di eventuali successivi conguagli”.
“In materia di formazione le norme di riferimento non operano alcuna differenziazione in base alla durata del contratto di lavoro in forza del quale il docente è chiamato a prestare servizio”: a scriverlo è il giudice del lavoro del Tribunale di Udine che ha assegnato 2.500 euro ad un insegnante che attraverso i legali dell’Anief ha chiesto di ricevere la somma per le supplenze svolte tra il 2018 e il 2023.
Sull’organico aggiuntivo da dare alle scuole arriva un importante impegno da patte del ministro dell’Istruzione e del Merito: durante un Question Time sulle iniziative di potenziamento delle scuole del Sud e delle aree disagiate, il professore Giuseppe Valditara ha risposto all’interrogazione del Movimento Cinque Stelle specificando che circa 8 mila Ata saranno assunti a novembre ma non licenziati a fine anno come indicato nella norma che li ha finanziati.
Ancora una sentenza a Tivoli, a due passi da Roma, che sulla Carta del docente dà piena ragione alla tesi dell’Anief: va assegnata anche agli insegnanti precari. L’espressione del giudice, che ha fatto avere 3.000 euro di risarcimento a una precaria per le supplenze svolte tra il 2016 e il 2022: la sentenza fa il paio con quella emessa lo stesso giorno, martedì 10 ottobre, e anche in questo caso si conclude con “la condanna del Ministero convenuto a dare applicazione (..) a provvedere alla consegna alla ricorrente della carta docente, con valore nominale di € 3.000,00, e con le limitazioni e le modalità già previste e adottate per i docenti di ruolo”, con “le spese del giudizio (…) poste a carico del Ministero convenuto”.
Entro il 31 dicembre il personale docente e ATA della scuola può chiedere all’amministrazione di procedere con la ricostruzione di carriera: la domanda va presentata attraverso la piattaforma telematica Polis Istanze on line e a questo scopo gli Uffici scolastici, come Milano, hanno allestito delle apposite guide per gli assistenti amministrativi che operano nelle segreterie, La stampa specializzata ricorda che la “competenza dell’istituzione scolastica, in materia di aggiornamento, riguarda tutto il personale scolastico immesso in ruolo dal 01/09/2000, che abbia già presente al SIDI una prima pratica di ricostruzione di carriera; tutto il personale ATA proveniente dagli Enti Locali, transitato nel comparto suola dal 01/01/2000 ai sensi della L. 124/1999”. Inoltre, le scuole si devono anche fare carico “dell’aggiornamento della ricostruzione di carriera di tutto il personale ATA proveniente dagli Enti Locali transitato nel comparto suola dal 01/01/2000, ai sensi della L. 124/1999”.
Con quale criterio lo Stato sottrae la Retribuzione professionale docente ai supplenti che hanno sottoscritto contratti di breve durata e saltuari? A chiederlo, non riscontrando giustificazioni valide, è stato il giudice del Tribunale di Marsala, sezione Civile e Lavoro, al quale si è rivolto un insegnante, difeso dai legali Anief, dopo avere rilevato che nelle buste paga ricevute negli anni scolastici 2018/2019, 2020/2021 e 2021/2022 non era presente la voce stipendiale “RPD” – pari a circa 175 euro mensili - invece assegnata ai colleghi di ruolo o con supplenze di lunga durata. Il giudice, esaminata la normativa, ha accolto il ricorso Anief ritenendo che l’Amministrazione dovrà restituire al docente le migliaia di euro sottratte in modo illegittimo, comprensivi “i diritti connessi al TFR, oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo”. Determinante, nell’arrivare a questa conclusione, è stato anche il parere della Corte di Giustizia europea, per la quale, ha ricordato nella sentenza il giudice del Tribunale di Marsala «non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato, a meno che non sussistano ragioni oggettive» che però nella fattispecie non sussistono.
Il parere della Corte di Giustizia europea sulle norme comunitarie è vincolante per tutti i Paesi membri dell’Ue e non può essere contraddetto dalle sentenze nazionali: a scriverlo, in una sentenza esemplare pubblicata ieri, è stato il Tribunale di Tivoli, sezione Lavoro, chiamato dai legali Anief ad esprimersi sul ricorso di un’insegnante di Colleferro che ha svolto supplenze nella scuola pubblica tra il 2016 e il 2021 senza vedersi assegnare la Carta del docente da 500 euro anni per l’aggiornamento professionale. Il giudice ha pienamente accolto l’istanza, condannando il Ministero al pagamento di 2.500 euro complessivi a fare della docente, sottolineando che nel 2022 la Corte di Giustizia europea, con apposita Ordinanza, ha spiegato che “la sola natura temporanea di un rapporto di lavoro non è sufficiente a giustificare una differenza di trattamento tra lavoratori a tempo indeterminato e lavoratori a tempo determinato (punto 46); ha infine sostenuto che la differenza di trattamento in ordine all’indennità in questione “non risulta giustificata da una ragione obiettiva”.
Il Tribunale del lavoro di Parma ha dichiarato l'illegittimità delle Tabelle di valutazione dei titoli per l’accesso alle graduatorie provinciali di II fascia per le supplenze del personale docente e educativo (GPS) - tabelle allegate all’Ordinanza ministeriale n. 60 del 10 luglio 2020 - nella parte in cui non veniva prevista la valutazione dei servizi relativi alle "altre attività di insegnamento".
Tra meno di una settimana sapremo la verità sulla Legge di bilancio del 2024. Cosa devono aspettarsi gli impiegati pubblici con il contratto scaduto da quasi due anni? Le risposte si possono “leggere” tra le dichiarazioni del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha delineato le nuove misure economiche durante un’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Nadef: per i lavoratori dello Stato, i punti centrali della manovra di fine anno sono rappresentati dal taglio del cuneo fiscale – con la riduzione a tre aliquote dell’imposta sulle persone fisiche - e dal rinnovo dei contratti. Queste azioni, assieme alla lotta alla denatalità, “mirano a fornire un sostegno tangibile, specialmente alle famiglie con redditi medi e bassi, contribuendo così ad alleviare la pressione economica in un periodo di incertezze”, scrive oggi la stampa specializzata.
“La P.A. si serve di personale docente non di ruolo per l’erogazione del servizio scolastico, deve curare la formazione anche di tale personale, al fine di garantire la qualità dell’insegnamento fornito agli studenti”: a scriverlo è stato il Consiglio di Stato, Sez. VII (n. 1842/2022), che ha preso posizione a favore dei precari che chiedevano di accedere alla Carta del docente e inviando anche un messaggio chiaro al legislatore della Buona Scuola, la riforma Renzi del 2015 con cui è stata introdotto l’obbligo dell’aggiornamento professionale nella scuola. L’espressione del Consiglio di Stato, assieme a quelle dalla Corte di Giustizia europea, è presente in tutte le sentenze che stanno risarcendo i supplenti che hanno presentato ricorso: anche in quella emessa il 4 ottobre scorso dal Tribunale di Cosenza, sezione controversie sul Lavoro, con cui è stato accolto il ricorso di un insegnante, difeso dai legali Anief, che ha recuperato i 1.000 euro della card non assegnati negli anni scolastici 2021-22 e 2022-23.
“Tutti gli insegnanti, sia quelli di ruolo che quelli assunti con contratti a termine, svolgono le stesse mansioni e hanno l’obbligo di svolgere la medesima attività di aggiornamento e di qualificazione delle proprie competenze professionali”: lo scrive il Tribunale di Cosenza nella sentenza con cui ha accreditato i 500 euro della Carta del docente per l’anno scolastico 2022/23 dopo che un’insegnante precaria ha presentato ricorso tramite i legali Anief per il mancato conferimento della card annuale per l’aggiornamento professionale. Secondo il giudice, inoltre, sulle liceità dell’assegnazione della Carta del docente “alcun dubbio sorge per le supplenze annuali cc.dd. su “organico di diritto” e per le supplenze temporanee cosiddette su “organico di fatto”, la cui durata è tale da far ritenere sussistente la medesima esigenza di formazione e aggiornamento”. Pertanto, anche il Tribunale di Cosenza è d’accordo con la tesi espressa dall’Anief e dai suoi avvocati secondo la quale tutte le supplenze fino al 30 giugno, svolte a qualsiasi titolo, debbano comportare l’automatica assegnazione della card annuale da 500 euro.
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